da fondazionefava.it
There is something else I should say before I go: when people taunt you or criticise you for being “negative” or for failing to go with their flow, or for not adopting an attitude of benign tolerance to their excesses, bear in mind always that they, and not you, are the ones who are wrong.
C’è qualcos’altro che dovrei dire prima di andare: quando le persone ti scherniscono o ti criticano per essere “negative” o per il non andare con la corrente, per non assumere un atteggiamento di benevola tolleranza verso i loro eccessi, ricorda sempre che loro, e non voi, sono quelli che hanno torto.
È con queste parole, tratte dal blog di Daphne Caruana Galizia del 5 giugno 2017, che la sorella Corinne Vella ha ringraziato la Fondazione Fava per l’assegnazione del premio nazionale Giuseppe Fava alla memoria di Daphne.
È un messaggio forte, ha detto Corinne, di stimolo alla coscienza di tutti i cittadini, con l’incipit I should say before I go, divenuto particolarmente significativo adesso che, purtroppo, Lei è veramente andata via.
Il ricordo del 34° anniversario dell’assassinio mafioso di Giuseppe Fava, è iniziato con il corteo silenzioso, partito da piazza Roma e conclusosi sotto la lapide di via Fava, dove c’è stato l’omaggio floreale della famiglia. All’interno del mazzo di fiori, Corinne aveva prima inserito un rametto di alloro portato da Malta, l’albero di Daphne secondo la mitologia greca, divenuto dal 16 ottobre 2017 il simbolo del sacrificio della giornalista maltese.
Davanti a un consistente pubblico Maria Teresa Ciancio, Presidente della Fondazione Giuseppe Fava, ha ricordato che anche quest’anno l’omaggio floreale del Comune di Catania e della Fondazione sono sostituiti dal dono di uno strumento musicale a due Scuole a indirizzo musicale. Il Comune di Catania, rappresentato dall’assessore Saro D’Agata, ha donato un violino (in memoria di Giuseppe Fava) all’Istituto A. Musco di Librino, e Maria Teresa Ciancio ha donato, in memoria di Elena Fava, un flauto traverso all’Istituto S. Todaro di Augusta.
Alle 19, all’interno del Teatro Verga è stato proiettato il trailer del film Prima che la notte di Daniele Vicari, girato la scorsa estate a Catania. Vicari ha raccontato di questa sua fatica catanese, che è anche stata la sua prima esperienza di film per la televisione. Il meccanismo televisivo, ha puntualizzato il regista, rischia spesso di schiacciare la libertà di espressione ma, grazie alla sceneggiatura di Monica Zapelli, Michele Gambino e Claudio Fava, ciò è stato del tutto scongiurato e gli ha permesso di raccontare in assoluta libertà la storia dell’uomo e giornalista libero Giuseppe Fava. Spero di essere riuscito, anche grazie alla rilettura della sceneggiatura con gli attori e gli sceneggiatori, spesso sfociata nella riscrittura di alcune pagine, ad amalgamare i due punti di vista degli autori e di restituire un Giuseppe Fava a 360 gradi, il suo rigore professionale, la sua ironia, l’amore per la vita e anche per questa città, in cui ha costruito un’autentica scuola di giornalismo, ancora oggi punto di riferimento per tanti giovani che si avvicinano a questa professione. Nei rispettivi interventi, Michele Gambino e Claudio Fava hanno arricchito con testimonianze personali l’immagine di Fava declinata dal regista. Il primo descrivendo un Giuseppe Fava rigoroso direttore, autorevole maestro, ma anche grande amico, sempre ironico, con se stesso e con la vita, spesso leggero fuori dal lavoro, mai banale. Claudio rappresentando il padre che pretendeva dal figlio che fosse il più attento e disciplinato dei cronisti, che dimostrasse di essere li non perché figlio, ma perché sapeva fare bene il mestiere.
Rifacendosi a quella esperienza, e al 5 gennaio di 34 anni fa, Claudio ha poi introdotto la figura di Daphne Caruana Galizia, del suo rigoroso impegno professionale, e di come questo abbia portata al tragico 16 ottobre 2017 e all’esplosione della sua auto, come avveniva negli anni ’80 in Sicilia.
Maria Teresa Ciancio, a sua volta, accingendosi a leggere la motivazione con cui la Fondazione ha deciso di assegnare il premio alla memoria di Daphne Caruana Galizia, ha sottolineato le affinità tra la storia di Daphne e quella di Fava, l’impegno professionale rigoroso, il disvelamento delle collusioni e delle corruzioni tra mafia e potere, e infine l’uccisione, entrambe in luoghi apparentemente tranquilli sino ai due omicidi.
In chiusura, Daniele Vicari ha ricordato come la città abbia partecipato intensamente alla realizzazione del film, con l’intensa e interessata partecipazione dei cittadini alle riprese, e con la volontà di attori catanesi a far parte del cast per partecipare, in qualche modo, della storia umana di Giuseppe Fava anche se nel 1984 non erano ancora nati o lo erano da poco.
Di prima mattina qualcuno della Catania civile ha deposto un mazzo di fiori accanto al mural di Giuseppe Fava, allestito dall’associazione Addiopizzo sul muro del carcere circondariale di Catania. È per questi Cittadini, direbbe Elena Fava, che vale la pena restare in questa città e continuare il nostro impegno!
Sempre in mattinata, l’orchestra giovanile Falcone-Borsellino, nella sala partenze dell’aeroporto Vincenzo Bellini di Catania, ha ricordato Giuseppe Fava ha eseguito un concerto con brani di Mozart, Vivaldi, Corelli, Shostakovich, inframmezzati con lettura di brani di Giuseppe Fava sull’emigrazione e sulla miseria che impedisce a molti bambini un luogo dove vivere, studiare e crescere in pace.
Tratto da: fondazionefava.it