Fotogallery
di Davide de Bari
La XIV edizione del premio letterario a Giosuè Calaciura con il romanzo “Borgo Vecchio”
“Letizia Battaglia è una delle più grandi figure della fotografia italiana. Una fotoreporter conosciuta e celebrata in Europa e in tutto il mondo. Una donna per cui lo scatto e i reportage sono inscindibili di passione civile; con il desiderio di raccontare la vita e le sue contraddizioni, delle persone tra la loro ricchezza e complessità. Dalla lotta contro la mafia e al riscatto sociale della Sicilia e del sud; alla denuncia politica, all'amore della bellezza e alla dignità dell'essere umano. Il suo lavoro spazia dalla fotografia al giornalismo, dall'editoria al teatro e alla cinematografia. Attorno a lei sono cresciute giovani energie artistiche, intellettuali e politiche. Infatti in quel senso ha dato e continua a dare il suo contributo alla crescita civile della Sicilia e del Paese”. Con questa motivazione, ieri sera presso il Teatro comunale di Porto San Giorgio (FM), è stato consegnato alla storica fotografa palermitana il premio “Paolo Volponi” per l’impegno civile (dedicato a Mario Dondero). Purtroppo assente, a causa di un non ottimale stato di salute, Letizia Battaglia ha voluto comunque offrire un proprio contributo inviando un messaggio di ringraziamento alla platea e agli organizzatori. “Non è facile salutarvi da così lontano e raccontarvi quanto sono onorata di questo premio - ha detto in un audiomessaggio - Questo mi unisce a voi oggi e ad una persona che ho amato con tanto affetto fin dagli anni 70; che ho conosciuto a Parigi e incontrato a Roma. L'uno aveva seguito il percorso dell'altro. Per questo motivo sono onorata di ricevere il premio Volponi nel nome di Mario Dondero”.
© Paolo Bassani
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La serata finale del premio letterario “Paolo Volponi”, presentata dal giornalista Giorgio Zanchini e impreziosita dalle letture di Elio De Capitani di alcune poesie di Volponi e dall’accompagnamento musicale di Marco Airaghi e Maurizio Moscatelli, si è aperta nel ricordo del giovane giornalista quarantenne, Alessandro Leogrande, scomparso pochi giorni fa. A darne memoria sono stati Lorenzo Pavolini e Marco Filoni, due membri della giuria tecnica, che avevano conosciuto Leogrande da vicino.
Quindi si è entrati nel vivo del premio con la presentazione dei tre romanzi finalisti: il romanzo “Borgo Vecchio” (ed. Sellerio) del giornalista e scrittore, Giosuè Calaciura, in cui si parla della realtà apparentemente nascosta dietro un linguaggio fantastico e inventato, del quartiere palermitano; “È giusto obbedire alla notte” (ed. Ponte alle Grazie) dello scrittore, Matteo Nucci che vede come protagonista la città di Roma, in cui si racconta “una bellezza diversa, che non ha il Colosseo o i ruderi romani, ma vive del cuore della gente reietta”; e infine il romanzo autobiografico “Works” (ed. Einaudi) dell'attore e scrittore Vitaliano Trevisan che ha come protagonista il lavoro, visto dal nordest del nostro Paese, come una religione. E attraverso questo punto di vista, l'autore ha voluto raccontare sia l’esperienza vissuta che la trasformazione del nostro Paese, dagli anni '70 ad oggi.
A vincere il premio, attribuito da una giuria selezionata, composta da studenti, bibliotecari, ecc... è stato il romanzo di Calaciura. Quest'ultimo nel ritirare il premio dal sindaco di Porto San Giorgio, Nicola Loira, ha voluto dedicare il riconoscimento al giornalista Alessandro Leogrande.
Durante la serata è stato anche consegnato, dall'assessore alla cultura di Porto San Giorgio, Elisabetta Baldassarri, il premio “Cultura e Impresa” all'Associazione “Sibillini, segreti e sapori” per essersi distinta nella promozione del turismo, all'indomani del terremoto nel 2016. Oltre a questo, è stato consegnato il premio opera prima “Stefano Tassinari” al romanzo “Orfanzia” (ed. Bompiani) di Athos Zontini che narra del difficile rapporto tra genitori e figli.