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aula tribunale 610di Manfredo Gennaro - Audio
Questa mattina si terrà l'udienza preliminare in camera di consiglio che dovrà decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio per calunnia e diffamazione nei confronti di Saverio Masi e Salvatore Fiducia.
L'incredibile imputazione coatta per Masi e Fiducia fu ordinata lo scorso 6 aprile dal Gip di Palermo Vittorio Alcamo, poi promosso ad altro incarico, con la stessa ordinanza con cui archiviava a le coraggiose denunce presentate nel 2013 dei due Carabinieri nei confronti dei loro superiori.
Ordinanza che dal punto di vista sostanziale non può non indurre a porci forti interrogativi, posto che non riconosceva a Masi e Fiducia i presupposti di soggettività giuridica per fare opposizione alla richiesta di archiviazione e per chiedere ulteriori indagini, e pertanto non prendeva in considerazione quanto esposto dal loro legale Giorgio Carta durante le precedenti udienze camerali svoltesi nel marzo 2017; riportava inoltre, speriamo solo per mera svista, fatti sostanzialmente non rispondenti al vero in merito alla circostanza che la nota multa che ha portato nel 2015 all'incredibile condanna a 6 mesi di Saverio Masi per falso ideologico sarebbe stata irrogata ad un'amica alla guida del suo veicolo privato e non a Saverio Masi stesso, come è processualmente dimostrato avvenne.
Va ricordato che la Procura di Palermo, pur richiedendo l'archiviazione, aveva escluso per Masi e Fiducia la sussistenza del reato di calunnia non rinvenendo nelle loro accuse l'elemento soggettivo del reato, ed anzi aveva riscontrato parzialmente un episodio riferito, già prescritto, riferito al mancato sequestro di un computer durante la perquisizione a casa dell'ex consigliere provinciale Udc Giovanni Tomasino, acquisendo inoltre l'importante testimonianza del Gen. Nicolò Gebbia.
Ma il dato più importante che è emerso dalle recenti udienze dello scorso 18 e 19 luglio del processo romano di fronte al Tribunale Militare (Presidente Antonio Lepore) che ha visto assolto in prima istanza di giudizio il Gen. Sottili dall'accusa di diffamazione benché avesse definito pubblicamente Saverio Masi una «scoria» - attendiamo di conoscere con quale motivazione logica - ben 7 tetimoni, colleghi carabinieri privi di incarichi penali, riscontrano in modo rilevante il quadro descritto da Saverio Masi.
Sarebbe una beffa verso la Giustizia e verso noi cittadini che ora Masi e Fiducia, dopo il coraggio e il rigore etico dimostrato nel denunciare a costo di sacrifici altissimi ed in modo trasparente quanto a loro conoscenza sugli ostacoli istituzionali posti alle attività per la cattura dei super-latitanti di Stato - scenario logicamente correlato alla trattativa Stato-mafia - si trovassero ad affrontare l'ennesimo processo "punitivo", in spregio alla giustizia e alla verità, nel silenzio "colpevole" di un'informazione ormai quasi completamente addomesticata e di gran parte dei movimenti antimafia.
Per questi motivi mi appello a tutti i cittadini affinché si ponga al centro dell'attenzione quanto di grave sta accadendo e potrebbe accadere, a partire dall'udienza del 4 ottobre; e a rompere l'isolamento e il silenzio con la solidarietà che il coraggio e il rigore di Masi e Fiducia meritano e il nostro diritto di cittadini di conoscere la verità su questi anni esige, chiedendo invece che si persegua chi non ricorda o chi si è macchiato di omissioni invece di chi ha ricordato e lo ha denunciato alla magistratura.
Nel video allegato riproponiamo l'audio degli esami di Salvatore Fiducia e degli altri colleghi di Saverio Masi svoltisi lo scorso 18 luglio presso il Tribunale Militare, invitando a notare la volontà di andare a fondo dei fatti e di accertare la verità da parte della Magistratura Militare evidenziatasi in quel frangente, anche allora nel silenzio assordante ed indecente dell'informazione.

Ascolta l'audio



Tratto da: facebook.com/manfredo.gennaro

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