DAL SUSSIDIO ALLA RIVISTA
Si tiene tutto insieme in questa storia di ritorno al futuro editoriale voluta da Orioles, ancora una volta protagonista: lo era stato allora, "per caso” assicura lui con Pippo Fava e lo è diventato oggi. Grazie ad una petizione popolare, infatti, migliaia di persone si erano mobilitate per fargli ottenere il sussidio previsto dalla Legge Bacchelli per chi si è distinto nel suo lavoro. Orioles, prima ancora di avere questi soldi – non certo una cifra considerevole – aveva deciso di investirli ne I Siciliani e con il lavoro e l’ingegno di Luca Salici – suo braccio destro – è riuscito a mandare in edicola la storica rivista uscita in edicola per l’ultima volta nel 2015. Cinque euro per un impaginato pulito pensato con un metodo, semplice quantomai ingegnoso, realizzato da Salici. Il sistema delle “gabbie” di lavorazione delle pagine, tra l’altro, viene anche donato alle scuole che ne fanno richiesta per poter realizzare il loro giornale scolastico.

L’EDITORIALE SUI COLLABORATORI DEI GIORNALI
Orioles dedica il suo editoriale a “chi vuole continuare” occupandosi così del mestiere di giornalista con “regole nuove e spirito vecchio” sottolinea usando argomentazioni e termini che in questa epoca di deregolamentazione della democrazia con molta probabilità solleticherebbero il sentimento e i commenti degli “haters“. Il giornalista dedica il suo primo articolo del nuovo giornale ai giovani che anche solo come blogger fanno i giornalisti molto più di quelli che, dietro alle loro tutele blindate, perseguono la carriere a suon di lanci di agenzia. La base operativa della rivista I Siciliani – giovani sarà Catania ma come altro giornale si avvarrà di collaboratori sparsi in tutta Italia. “Vorrei che ogni testata pubblicasse con quanti collaboratori pagati a pezzo viene realizzato il giornale. Mi piacerebbe che la nuova generazione di giornalisti – oltre a ricevere compensi degni del loro lavoro – potesse almeno beneficiare di un bollino di qualità etica e sindacale per i loro prodotti informativi", scrive Orioles: una proposta rilanciata anche dall’Associazione Articolo 21. Presentato alla Fnsi I Siciliani – giovani apre con il ricordo al “giornalista fra i giornalisti” Oliviero Beha, mentre tra le tante firme c’è anche quella di Antonio Ingroia . Ripubblicato poi un articolo di Pippo Fava, uscito per la prima volta nel 1980.

GIORNALISTI MINACCIATI
“Le minacce ai giornalisti non hanno una regionalizzazione” ha sottolineato Giuseppe Giulietti durante la presentazione ricordando la scelta della Fnsi – che non era mai stata adottata in passato – di costituirsi parte civile nei processi nei quali sono imputate persone che hanno minacciato giornalisti. La strada tracciata da Pippo Fava – assassinato da Cosa Nostra nel 1984 dopo appena un anno di pubblicazioni – oggi è segnata dalla questione delle querele temerarie usate come strumento per scoraggiare la pubblicazione di notizie. Dati alla mano in tutto il paese è in atto una preoccupante diffusione di questo subdolo sistema di intimidazione. “Mettetevi sulle spalle le inchieste di questi colleghi”, incalza Giulietti lanciando un appello al servizio pubblico affinché costituisca un osservatorio sulla legalità e la libertà di stampa che si occupi di monitorare i casi dei giornalisti minacciati e di rilanciare e amplificare le loro inchieste”.

CONVINCERE È POTERE
Lo ripete Riccardo Orioles riprendendo una delle frasi di Pippo Fava: "In questa società comanda soprattutto chi ha la possibilità di convincere. Convincere a fare le cose: acquistare un’auto invece di un’altra, un vestito, un cibi, un profumo, fumare o non fumare, votare per un partito, comprare e leggere quei libri. In questa società il padrone è colui il quale ha nelle mani i mass media, chi possiede o può utilizzare gli strumenti dell’informazione. Tu racconti una cosa e cinquantamila, cinquecentomila o cinque milioni di persone ti ascoltano, e alla fine tu avrai cominciato a modificare i pensieri di costoro e così modificando i pensieri della gente tu vai creando la pubblica opinione la quale rimugina, si commuove, si incazza, si ribella, modifica se stessa e fatalmente modifica la costiera entro la quale vive. Nel meglio o nel peggio”.

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Tratto da: ilfattoquotidiano.it

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