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francese giuseppedi Emanuele Tornatore
Questo è Giuseppe, figlio di Mario Francese. Mario, giornalista palermitano, affezionato bagherese, venne ucciso dalla mafia il 26 gennaio 1979. Giuseppe aveva dodici anni. Da quel momento la sua è stata una continua ricerca della verità e della giustizia.

Scrive infatti: Da quel tragico momento la mia vita è stata sconvolta, come se quel lugubre rosario di colpi avesse leso irrimediabilmente qualche punto nevralgico della mia esistenza. E man mano che crescevo, cresceva dentro di me, diventando sempre più grande, un immenso vuoto e un’incredibile ansia di giustizia.

Già, un’incredibile ansia di Giustizia, la stessa ansia che aveva suo padre, la stessa incredibile ansia di giustizia e di verità che accomuna tutti i martiri di mafia, tutti gli uomini e donne onesti che della loro professione ne hanno fatto baluardo di giustizia fino alla loro uccisione.

Giuseppe era un single, estroverso, brillante, ha viaggiato molto, spesso all’estero, ha frequentato intensamente la Palermo by night, i pub, amava la musica. Era un giovane che molti consideravano “fortunato” perché lavorava alla Regione Siciliana, che bella fortuna avere il padre morto ammazzato sotto casa! Alla ricerca delle verità sulla morte di suo padre, Giuseppe ha dedicato tutte le sue energie. Articoli, foto, ricostruzioni, collegamenti: ha messo e rimesso insieme tanti pezzi, costruito un percorso per rendere giustizia a quel morto che a Palermo nessuno voleva e che lui si è caricato sulle spalle, con fatica ma immensa fierezza.

A quasi 36 anni, dopo la condanna dei mandanti dell’uccisione di suo padre, prima del processo di appello, ha concluso la sua missione. Il 3 settembre del 2002 se n’è andato, suicidandosi. Quel 3 settembre, data importante per i palermitani, data che conclude i cento giorni a Palermo di Carlo Alberto Dalla Chiesa, prefetto mandato dal governo a combattere la mafia, da solo, anzi in compagnia di chi lo ha tradito. Il 3 settembre paradossalmente è il giorno della speranza, non è un giorno di morte, perché quel 3 settembre sono morti un uomo dello Stato, onesto e libero, e un giovane che aveva una incredibile ansia di giustizia, ansia che tutti noi dovremmo avere.

La mafia non ha ucciso solo Mario, ma anche Giuseppe. Ha ucciso di fatto tutta la famiglia Francese, la mamma e moglie di Mario e i figli Giulio, Massimo e Fabio. La famiglia Francese ha voluto che proprio nella Casa di Giuseppe, che si trova a Bagheria, nascesse un centro di documentazione che parla di giornalisti e mafia, dei noti e dei meno noti, ma soprattutto delle loro inchieste e del loro coraggio, uno spazio di incontro e di confronto tra generazioni, una casa dove si respiri la speranza e l’ansia di Giustizia, la stessa che accomuna Giuseppe a suo padre e a tutte le vittime di mafia.

tratto da: abbraccioblog.wordpress.com

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