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DSCN0866di Roberta Cirrito*
Pablo Neruda una volta scrisse che la speranza ha due figli: lo sdegno e il coraggio.
Lo sdegno creatosi per la realtà che ci circonda e il coraggio per avere la forza di cambiarla.
Lo scrittore, con tale citazione, esprime appieno le due vie che vi si presentano ogni qualvolta sorge un problema.
A tale difficoltà la maggior parte del genere umano si sofferma allo sdegno mentre in pochi hanno il coraggio di mettersi in gioco e provare a cambiare le circostanze.
Ho avuto prova di tale comportamento dalla scarsa partecipazione del 15.11.2014, giorno in cui noi studenti siamo scesi in piazza per mostrare solidarietà ai giudici minacciati, a cui è seguito l’inaspettato incontro con il giudice Di Matteo.
Ammetto di aver avuto la pelle d'oca e le gambe tremanti.
Schiacciata dall'emozione e dalla determinazione, sono rimasta inerme.
È a ciò che va il mio pensiero  ogni qualvolta mi si viene chiesto cosa vorrò fare da grande.
Si dice da "grande" ma non c'è un'età per le passioni.
Dicono che sarà difficile, dicono che cambierà completamente la mia vita e dicono che non ne vale la pena perché "la mafia uccide".
Io penso che la mafia uccide ogni qualvolta si trova davanti l'omertà; la mafia uccide ogni qualvolta non si prende una posizione; la mafia uccide ogni qualvolta si rimane indifferenti senza provare a cambiare.
"Sapere Aude" Abbi il coraggio di servirti del proprio intelletto affermava Kant:
l'uomo vive per elevarsi, non per sopravvivere e per tale ragione deve liberarsi dalla minorità imputabile a se stesso.
Spesso mi domandano se sono consapevole del degrado che deturpa la società e che, inoltre, renderà i miei progetti futuri ardui. Io rispondo di Si.
Ed è proprio la realtà che mi conferma tutto ciò in cui credo positivamente e negativamente, spingendomi alla determinazione e alla voglia di provare ad andare avanti ..nonostante tutto.
La vera crisi di questo secolo è la pigrizia ma in fondo è nella crisi stessa che, cercando soluzioni, nasce il merito. In questo momento storico debole e avaro di valori, lo Stato ha bisogno di riaffermare la propria bellezza guardando, a testa alta, la crisi etico-morale che lo investe.
Da "grande" voglio essere quel membro che tiene altro l’onore delle istituzioni e che ricorda perché quest'ultime sono nate;
Da "grande" voglio educare i giovani alla cultura dello Stato e delle istituzioni. Voglio essere tutto ciò che possa esistere di più legale in questo stato tristemente e infinitamente corrotto.
Voglio essere Falcone, Borsellino, Chinnici, dalla Chiesa, Cassarà, Di Matteo e tutti gli innumerevoli esempi di legalità.
Da grande potrei anche finire per essere il cavaliere coelhiano ritenuto ingenuo per aver creduto in un futuro utopistico ma il cavaliere sa che per ogni sconfitta avrà due vittorie a suo favore.
Io voglio provare a lasciare questo mondo un po' migliore rispetto al modo in cui l'ho trovato.
Questo è il mio sogno, questa è la storia: la storia siamo noi!

* Studente del IV O del Liceo Scientifico Statale “Benedetto Croce” Palermo.

Foto © Angelo Valenti

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