Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

rifiuti-agrigento-cuginiDai cugini Sodano ai cugini Firetto-Alongi
di Salvo Vitale e Salvatore Petrotto - 4 giugno 2015
All’inizio del mese di maggio al Comune di Agrigento è uscito un curioso bando per la gestione dei rifiuti, per una cifra di 16.253.552,40 euro, ed i cui termini per la presentazione delle offerte scadevano il 25 maggio 2015. Il giorno dopo, ma la cosa era nota già dal giorno prima, si è saputo chi ha vinto l’appalto, la ISEDA di Giancarlo Alongi, cugino del deputato regionale Calogero Firetto, nuovo sindaco di Agrigento, già sindaco di Porto Empedocle per due legislature,  sostenuto, in maniera trasversale, dalla maggior parte dei leader politici, sia di Destra che di Sinistra, ma di salda fede UDC, cioè alfaniana, così come lo era Alessi, il candidato di centrodestra che era stato eletto nelle primarie del PD, ma che poi è stato “posato”. Il cugino di Firetto con la sua ISEDA, impresa capofila del raggruppamento, di cui fanno parte anche la SEA (ex SAP) e la SEAP del compare d’anello del ministro Angelino Alfano, dopo circa un ventennio, continuerà ad effettuare i servizi di pulizia, raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti nella Città dei Templi per i prossimi due anni: tutto come prima.

A determinare il risultato, anche di questa competizione elettorale, è stato, come volevasi dimostrare, l’ennesimo appalto per la gestione del ciclo dei rifiuti. Una vittoria annunciata. Anche se avrebbe dovuto essere la stazione appaltante denominata UREGA ad effettuare la gara, trattandosi di un importo che supera la soglia comunitaria. Del resto che ad Agrigento, la gestione della “munnizza” per eleggere un sindaco è una fattore determinante, lo dimostrano le passate vicende con pesanti code giudiziarie che hanno determinato l’elezione dell’ex senatore ed ex sindaco di Agrigento, Calogero Sodano, imputato a Palermo in un processo per mafia ed appalti. Tale processo si sta celebrando per stabilire se sono illegali gli affidamenti per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, assicurati alla ISEDA ed alla SAP (ora SEA) dal 1997 al 2004, da parte del comune di Agrigento. La prossima udienza è fissata per il 24 giugno davanti al GUP del Tribunale di Palermo Sergio Ziino. A distanza di quasi vent’anni la musica non è cambiata, la ditta e/o le ditte che si occupano di ‘munnizza’ ad Agrigento sono sempre le stesse; a cambiare sarà soltanto il musicante, ossia il nuovo sindaco. Nel ’97 Sodano, affidava i servizi di pulizia, raccolta e smaltimento dei rifiuti, per 50 miliardi di vecchie lire, alla ISEDA-SAP. Nel 2015 ed a gestire l’intero ciclo dei rifiuti nell’Agrigentino, sarà sempre lo stesso raggruppamento di imprese capeggiato dalla ISEDA dei cugini Alongi-Firetto.
Luciana Giammanco, figlia del procuratore Giammanco, quello che nel 1990 silurò Giovanni Falcone, nominata commissario straordinario, in sostituzione del sindaco Marco Zambuto, dimessosi a seguito di una condanna penale, in primo grado di giudizio, per abuso d’ufficio, e in sostituzione della giunta e del consiglio comunale, costretti a dimettersi, a causa di alcune inchieste giudiziarie, nel pubblicare un bando pubblico per affidare i servizi di pulizia, raccolta e smaltimento dei rifiuti, non ha tenuto conto della ultima legge regionale che regola tale settore la n. 3 del 2013 che prevede, al comma 2 ter dell’art. 1, che per espletare una gara d’appalto è necessaria: “la redazione di un piano di intervento, con relativo capitolato d’oneri e quadro economico di spesa, coerente al Piano d’ambito e approvato dall’Assessorato regionale dell’energia e dei servizi di pubblica utilità, Dipartimento regionale dell’acqua e dei rifiuti” Senza adottare ed inviare all’Assessorato regionale competente alcun piano, la dott.ssa Giammanco ha pubblicato un bando di gara che scadeva, nella sua prima stesura, l'11 maggio: una sorta di copia e incolla di un vecchio bando risalente al 2007 che prevedeva la durata di tali servizi, in quel caso per 19 comuni, per un massimo di due anni ma che ha consentito, ad un raggruppamento di imprese con capofila l’ISEDA di ottenere, in maniera poco chiara, dal 2009 in poi, 6 anni di proroghe per un importo di oltre 200 milioni di euro.
Il bando non prevede la gestione in house, decisa dal decaduto Consiglio Comunale di Agrigento, di gran lunga più conveniente, poiché,  escludendo il ricorso a ditte esterne, avrebbe escluso la partecipazione delle imprese che, a partire dalla ISEDA, hanno affermato un vero e proprio monopolio illegale. Con la gestione prevista nel piano elaborato i consiglieri comunali, si sarebbe passato da un costo previsto nel bando di oltre 16 milioni di euro per due anni ad un costo inferiore ai 10 milioni, con il conseguente dimezzamento della tassa sui rifiuti. Ma si doveva estromettere l’ISEDA, che invece ha prevalso, nella gara d’appalto, su una ditta concorrente che, si dice, non avesse i requisiti. Nella Città dei Templi il costo dei servizi affidati alla ISEDA e ad altre sue imprese associate, dal 1997 ad oggi, ammonta a ben oltre 250 milioni di euro: si tratta delle  stesse imprese che in passato, sono state raggiunte da vari provvedimenti giudiziari, anche per associazione mafiosa. Il bando illegittimo è ancora pubblicato nell’albo pretorio on-line, della città dei Templi, con il CIG (Codice Identificazione Gara) N. 6164702904: i termini di presentazione delle offerte scadevano inizialmente alle ore 12:00 dell’11 maggio 2015, termine che con successivo atto dirigenziale è stato spostato al 25 maggio 2015.
Il bando prevede particolari e curiosi requisiti voluti dal commissario straordinario: a pagina 11, c’è scritto che le imprese che vogliono partecipare devono attestare, pena l’esclusione, di avere eseguito servizi di raccolta differenziata con il metodo di raccolta porta a porta, nel triennio 2012-2013-2014 per almeno un bacino di utenza pari a 5.000 abitanti, con una percentuale non inferiore al 65%. In caso di raggruppamento di Imprese e di Consorzi il requisito che precede, dovrà essere posseduto almeno dall'impresa mandataria o dal Consorzio.
Sempre nella stessa pagina leggiamo che un altro motivo di esclusione previsto è la mancata attestazione di avere un Direttore Tecnico, che abbia maturato almeno 3 anni di esperienza nel settore della raccolta rifiuti urbani differenziati con il metodo del porta a porta, per una popolazione servita di almeno 5.000 abitanti. In caso di raggruppamento di Imprese e di Consorzi il requisito che precede, dovrà essere posseduto almeno dall'imprese mandataria o dal Consorzio.
Un mese dopo la pubblicazione del bando è stato pubblicato un avviso, a firma del dirigente responsabile del comune di Agrigento, relativo a delle sostanziali modifiche ed integrazioni, i cui relativi atti di riferimento non sono stati tutti quanti pubblicati.
Di sicuro c’è che la gara d’appalto che, originariamente si doveva svolgere presso l’UREGA (Ufficio Regionale Gare d’Appalto), come prevede la normativa vigente in materia, trattandosi di importi a base d’asta che superano le soglie comunitarie, adesso è stata spostata, arbitrariamente ed inopinatamente, presso il comune di Agrigento.
Questa ed altre variazioni, relative ai servizi di raccolta differenziata dei rifiuti ed al cambiamento di alcuni requisiti per partecipare alla gara d’appalto, come detto, non sono state pubblicate all’albo pretorio on-line del comune di Agrigento e neanche nella Gazzetta Europea, nei modi e nei tempi previsti dalle norme di riferimento, relative alla pubblicità degli atti amministrativi.
Questo bando di gara, pertanto, rischia seriamente di essere del tutto annullato a seguito del ricorso presentato da CASARTIGIANI davanti al Tribunale Amministrativo.
Le continue strane modifiche e variazioni apportate al bando, anche dopo la pubblicazione e le innumerevoli irregolarità che ne hanno caratterizzato, se così si può dire, l’anomala ‘gestazione’ amministrativa, ancora tutta quanta ‘in fieri’, in evoluzione cioè, fanno pensare che, chi l’ha concepito, l’ha fatto su misura di chi doveva vincere.
Il cavallo che alla fine ha vinto questa strana gara, Giancarlo Alongi,  è cavalcato dal fantino che, il primo giugno  ha vinto le elezioni amministrative ad Agrigento, l’on. Calogero Firetto.
Giancarlo è stato uno dei principali sponsor di suo cugino Firetto; è stato ben presente a tutti i suoi appuntamenti elettorali, lo ha  seguito come un’ombra!
Del resto anche nelle precedenti competizioni, Alongi è stato sempre a fianco del cugino, contribuendo alla percentuale - più che plebiscitaria - di voti  in occasione della sua seconda elezione a sindaco di Porto Empedocle, il 93,31 %! Per non parlare degli 11.283 voti con i quali è stato eletto deputato regionale nel 2012 “E’ il potere di la munnizza, bellezza!”
Vent’anni di appalti, di affidamenti diretti, per centinaia di milioni di euro, ritenuti per lo meno illegittimi, da tutte quante le autorità di controllo nazionale, servono ad eleggere, a furor di popolo, sindaci, deputati regionali e nazionali!
In una provincia così povera come quella di Agrigento, con il più alto indice di disoccupazione d’Italia, dove anche con meno di 300 euro al mese, trovi tutta quanta la manodopera che vuoi, fare il netturbino con mille euro al mese nella ISEDA dell’empedoclino Alongi e dei suoi discussi soci e compaesani, Vincenzo ed Alfredo Consiglio, padre e figlio, è la massima aspirazione della stragrande maggioranza dei disoccupati agrigentini.
Centinaia di operai, assieme alle loro famiglie, e non solo quelle di sangue, da quasi un ventennio, impiegati in maniera precaria, con contratti rinnovati di anno in anno, e perciò estremamente ricattabili, ad Agrigento, così come in decine di paesi e città si sono tradotti in migliaia di voti sicuri, da riversare, in blocco, di volta in volta, verso questo o quel sindaco, questo o quel parlamentare.
E poco importa se quelle centinaia di milioni di euro di appalti, sono il frutto da 6 anni a questa parte, di annuali ed adesso anche semestrali proroghe, del tutto illegali.
Nella terra che fu di Pirandello, la stessa che Pindaro definì, qualche millennio fa, la più bella città dei mortali, oggi si ammassano cumuli di immondizie; scorrono liquami fognari e un altro genere di escrementi ed immondizie politiche, culturali e mediatiche che certi soggetti continueranno a spargere nei nostri territori, prossimamente anche dall’alto della sede istituzionale dell’antica Akragas.

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos