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2Due giorni in Meremma con Salvatore Borsellino e le Agende Rosse
di Francesco Bertelli - 29 maggio 2015
Salvatore Borsellino l'ha detto e scritto parecchie volte. “Giro l'Italia e mi sposto ovunque solo se c'è da incontrare i ragazzi delle scuole. Il futuro è lì”.
E così è stato pure questa volta. In Maremma infatti si sono svolti il 27 e il 28 maggio due appuntamenti del “Progetto Scuole” che è partito quest'anno con il forte appoggio d Salvatore estendendosi a molti Gruppi di Agende Rosse. Prima della pausa estiva che comincerà con a chiusura delle scuole, per poi riprendere a settembre, stavolta il “Progetto” ha toccato le scuole medie di Arcidosso (GR) e le superiori di Santa Fiora (GR).
Un'emozione dietro all'altra, a partire dai più piccoli che mercoledì 27 hanno affollato il Palasport di Arcidosso, dove insieme al Sindaco, ai docenti scolastici e alle Agende Rosse di Grosseto e di Milano, si è svolta una mattinata diversa dal solito.
Attenzione estrema fin dalle prime parole di Salvatore. Non è vero , come si sente dire spesso dai non addetti ai lavori, che il futuro dei giovani ragazzi è ormai perduto.
C'è entusiasmo di sapere e conoscere. E lo si percepisce ad ogni particolare che Salvatore narra ai ragazzi.

Due percorsi di vita diversi quelli di Paolo e Salvatore. Il primo rimane a Palermo per cercare di cambiare quella “terra bellissima e disgraziata”. Questo diceva Paolo: “Amore significa amare ciò che non ti piace per cercare di migliorarla”.
Paolo amava Palermo. Anche Salvatore. Ma quest'ultimo preferì andarsene al Nord e lasciare una città in piena guerra di mafia.
1Una scelta egoistica la definisce Salvatore. Ed è in questo momento che si percepisce un grande senso di rimorso. Il fatto di non aver capito, o forse è meglio dire aver capito troppo tardi, il pericolo in cui Paolo viveva, la realtà che viveva, e gli ostacoli che gli si profilavano davanti ogni giorno e soprattutto in quei 57 giorni che lo separarono dalla morte dopo la strage di Capaci.

Ed è soprattutto nella lettera che Borsellino scrisse alle 5 del mattino del 19 luglio ad un istituto superiore che si capisce la vera forza di Paolo.
Paolo diceva “io sono ottimista”. E riponeva il suo ottimismo nei giovani che non erano indifferenti come invece lo erano stati quella della sua generazione.
Ecco che si capisce perchè pure Salvatore dice ai suoi ragazzi che ogni volta incontra nelle scuole “di aver capito profondamente l'ottimismo di Paolo”. Andare nelle scuole e toccare con mano il futuro che vuole solo essere stimolato per conoscere gli aspetti più tragici della nostra storia recente.

Al termine del primo incontro oltre alle decine di domande dei giovani studenti, ci sono state anche le esibizioni musicali di altri ragazzi delle medie dell'Istituto Lazzaretti di Arcidosso e alla fine la firma di Salvatore su tutti i cartoncini rossi (simbolici per richiamare il ricordo all'Agenda Rossa di Paola) di tutti i ragazzi.

Stesse emozioni e forse anche maggior consapevolezza di essere fin qui stati spettatori in un Paese anormale come il nostro, nella giornata del 28 maggio nel teatro di Santa Fiora davanti agli studenti delle quarte e quinte superiori.
I dettagli sui resti trovati in Via D'Amelio in quel maledetto 19 luglio non risparmiano i ragazzi. Salvatore lo dice apertamente: “Io non vi dico queste cose per farvi commuovere. Io ve le dico per farvi indignare”.
3Efficace è il paragone che Salvatore fa della lotta che lo Stato ha fatto contro la mafia: una lotta che lui paragona ad un tumore lasciato abbandonato. “Cosa fa un tumore lasciato abbandonato se stesso? Va in metastasi, e si estende a tutte le cellule. E questo è avvenuto con la mafia. Lo Stato ha volutamente abbandonato da sempre il Sud Italia in mano alle mafie, servendosi solo di questi territori al momenti delle elezioni. E poi questo tumore mafioso oggi si è esteso a tutte le regioni”.

Non mancano neanche qui le domande dei ragazzi. E per finire una raccomandazione che Salvatore con il cuore in mano fa a tutti: “Non fate i miei errori. Non abbandonate il vostro paese. Non siate indifferenti”.

L'ottimismo è vivo più che mai e in questi due giorni si è fortemente sentito. Da qui potranno nascere dei futuri guardiani della democrazia e della legalità; e perchè no, delle future “Agende Rosse”.

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