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ciancimino-massimo-web18di Massimo Ciancimino - 19 marzo 2015
Solo per una corretta informazione, da tempo volutamente indirizzata a far confusione su fatti a me riconducibili.

Se mi permetto di scrivere, nel quotidiano Repubblica di ieri compariva, in cronaca di Palermo, un articolo a firma, dove, nel contenuto, sono riportate molte inesattezze.

Primo: i dodici milioni riportati anche ad apertura di titolo, per attirare l'attenzione dell'ignaro lettore, sono dodici milioni frutto di più sequestri, una serie di confische eseguite dalle autorità italiane in banche elvetiche.

Secondo: fatto non di poca rilevanza, i soldi confiscati sono di Lapis, a lui intestati, ma, a detta di una sentenza di condanna definitiva che non contesto, almeno in questa sede, ma egualmente rispetto, e per la quale stiamo valutando il deposito in Cassazione di un ricorso per ricalcolo della pena, sarebbero soldi a me riferibili, frutto di attività illecite di mio padre.

Sono comunque solo una parte, come sopra ribadito: per l'esattezza 3,8 milioni di euro, sequestro disposto su conti del Prof. Lapis e per il quale lo stesso non ha ritenuto opportuno appellarsi alla richiesta di confisca disposta dalle autorità elvetiche. Il tutto perché, in ogni caso, sarebbero stati bloccati dal sequestro disposto per equivalente anche dalle autorità italiane a tutela del fallimento dalla Sicilicassa.

Tengo a precisare che per lo stesso capo di imputazione contestato al sottoscritto in Italia, 648 bis, reato di riciclaggio, in questo caso di beni presumibilmente provenienti da mio padre Vito Ciancimino, la confederazione svizzera ha chiesto ed ottenuto il non luogo a procedere.

In merito alla richiesta di conferma di condanna da parte della procura generale per l'episodio della dinamite, episodio che già mi ha visto condannato alla pena di anni tre, compresa la riduzione per la scelta del rito, secondo quanto dichiarato durante la requisitoria in primo grado innanzi al Gup, Dottoressa Cardamone, il Dott. Di Matteo ha ritenuto allo stato provato delle inchieste svolte dalle autorità giudiziarie che ho relamente ricevuto la minaccia, non come inizialmente dichiarato presso la mia abitazione di Palermo, bensì, come sempre da me dichiarato, nella casa dei miei suoceri di Bologna, dove mi trovavo in quei giorni.

ciancimino-art-repubb-12-milioniIndubbiamente, non ho denunziato il fatto, ho sbagliato e ne pagherò le colpe come sempre ho fatto. Se avessi denunciato, ne avrei pagato amare conseguenze: nella missiva era riportato che altrettanto esplosivo era stato predisposto per mio figlio VitoAndrea.

Ho agito da padre, sbagliando, ma una cosa tengo a ribadire come già fatto anche nel corso dell'interrogatorio reso in udienza: non ho alcun dubbio che rifarei la stessa analoga cosa anche oggi, denunziando il tutto solo dopo aver messo in sicurezza mio figlio.

Quando mi sono auto accusato, l'ho fatto con la massima serenità: la dinamite non era stata ritrovata, nonostante una perquisizione per l'arresto per calunnia del giorno prima, e ho ritenuto di denunziare il fatto solo dopo avere allontanato mio figlio, fuori dall'Italia. Era lui il loro obbiettivo.

Per analoghe situazioni, vedi comandante vigili urbani o altri episodi di detenzione di armi, hanno sempre patteggiato illustri imputati, noti pregiudicati con pene minori.

Io sono il teste principale della trattativa, per me nessuno sconto: non si dica mai che ho accordi o privilegi per le mie dichiarazione rese alla procura ed oggi, mio malgrado, alla base del vaglio dibattimentale.

I due non luogo a procedere di ieri ne sono l'ennesima conferma, due richieste di rinvio a giudizio per presunti allontanamenti durante la misura, ad oggi, dopo tre anni, ancora provvisoria "dell'obbligo di soggiorno". Misura che non contesto e rispetto, conoscendo la serietà e la professionalità della Dottoressa Saguto, la quale, da sola, da presidente di una sezione molto delicata e con pochi mezzi, combatte la mafia al cuore, nei suoi intrecci economici.

Non voglio rettifiche: come diceva Andreotti "chiedere una rettifica è come dare una notizia due volte". Preciso: mi permetto di scrivere solo per il fine di poter dare almeno un corretta informazione.

Tratto da: articolotre.com

Foto © AGF

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