di Ernesto Oliva - 6 ottobre 2014
La scomparsa dimenticata di Vincenzo Guercio, gestore del Bar del Massimo nella Palermo del 1971, segnata da "delitti eccellenti" di mafia
Nella tragica rappresentazione delle trame mafiose, la figura del confidente riassume l'ambiguità dei ruoli che ha spesso accompagnato la storia della lotta alla mafia da parte dello Stato.
Guercio gestiva insieme al suocero un bar nel centro della città, il "Bar del Massimo", di fronte allo storico Teatro.
Il locale, aperto fino a tarda sera, non aveva fama di buone frequentazioni e sembra che l'attività non rendesse secondo le speranze del gestore.
La mattina del 10 luglio del 1971, Vincenzo Guercio - sposato e padre di tre figli - lasciò l'abitazione in corso Calatafimi e di lui non si seppe più nulla.
I Carabinieri trovarono la "Giulia" dell'uomo poco distante da casa, con i finestrini aperti e le chiavi inserite nel blocchetto di accensione: la circostanza fece subito intendere che il gestore del bar era stato rapito, forse sottoposto ad interrogatorio e poi ucciso con il sistema della "lupara bianca".
Corso Calatafimi era ed è ancor oggi una strada inserita nel territorio controllato dalla potente cosca di Porta Nuova; nessuno dei residenti fu in grado di fornire indicazioni su un rapimento avvenuto in pieno giorno, e certamente sotto gli occhi di qualche testimone.
Un omicidio di mafia nella Palermo degli anni Settanta. La fotografia è tratta da "I siciliani", opera citata |
Poche ore dopo la scomparsa di Guercio, fu la stessa moglie dell'uomo a svelare involontariamente il movente del delitto.
Parlando con alcuni cronisti ( e senza considerare l'importanza delle sue indicazioni ) la donna riferì loro che il marito era in buoni rapporti con il capitano Russo dei Carabinieri.
Le frequentazioni erano ricorrenti - aggiunse la donna - al punto che lo stesso Vincenzo Guercio forniva di dolci e rosticceria i rinfreschi organizzati all'interno del Comando dei Carabinieri presso cui Russo prestava servizio.
Mauro de Mauro, la cui scomparsa, nel settembre del 1970, venne messa in relazione con le confidenze che Vincenzo Guercio avrebbe reso al capitano Russo sul rapimento del giornalista |
A queste informazioni, si aggiunse l'indiscrezione secondo cui il commerciante, poco tempo prima della sparizione, avesse fatto un viaggio a Milano; alcuni quotidiani misero in relazione la circostanza con la presenza in quella città del boss Gerlando Alberti e di altri mafiosi palermitani.
Forse Guercio si era recato in Lombardia per tentare di incontrare qualcuno di loro, magari per ricevere notizie da passare poi a Russo.
In ogni caso, queste notizie spiegavano il motivo dei controlli di documenti che gli stessi Carabinieri erano stati soliti compiere all'esterno del "Bar del Massimo", prima del rapimento del gestore: un espediente per proteggere il principale confidente di un capitano impegnato in delicatissime inchieste antimafia.
Nell'estate del 1971, Palermo viveva una stagione di inarrestabile violenza mafiosa, fra delitti interni alle cosche e omicidi "eccellenti".
Il 5 maggio un gruppo di killer aveva ucciso in via dei Cipressi il procuratore Pietro Scaglione ed il suo autista Antonio Lorusso.
Ad aggiungere fibrillazione fra gli investigatori - 33 giorni prima della sparizione di Vincenzo Guercio - era stato il rapimento in strada di Giuseppe Vassallo, figlio di Francesco, "ras" dell'edilizia mafiosa a Palermo.
Da dieci mesi Polizia e Carabinieri erano poi alle prese con il caso della scomparsa del giornalista Mauro De Mauro, destinato a diventare uno dei tanti "misteri d'Italia".
La vicenda di Vincenzo Guercio, dopo le rivelazioni del suo ruolo di confidente dei Carabinieri, poteva essere messa in relazione con questi eventi?
La domanda alimentò a Palermo l'attività di numerosi cronisti locali e dei corrispondenti e degli inviati dei più importanti giornali.
Uno di questi fu Vittorio Lojacono, che sulle pagine della "Domenica del Corriere" del 27 luglio del 1971 scrisse:
"Vincenzo Guercio, adesso lo si può dire, era un 'cadavere che cammina'.
Al bancone del suo bar aveva visto molte cose, udito molte mezze frasi sulla Palermo mafiosa che la sera andava a prendersi lì una granita di caffè.
Qualcuno racconta oggi che a Vincenzo Guercio i Carabinieri non avevano dato molte scelte: o collaborare o su certe irregolarità non si sarebbero più chiusi gli occhi.
Il Guercio collaborò, questo è certo.
Su quale 'capitolo' dell'allucinante serie nera della criminalità palermitana non si sa ancora.
Rapimento De Mauro? Assassinio del procuratore Scaglione? Rapimento Vassallo? Su quale di queste vicende Vincenzo guercio raccontò quanto sapeva?
I Carabinieri non lo dicono e forse non lo diranno mai, ma può essere che la 'collaborazione' si riferisse a quel rapporto sul caso De Mauro che i Carabinieri avevano consegnato al dottor Scaglione e che questi aveva in qualche modo bloccato prima di essere assassinato.
Il Guercio comunque 'collaborava': il che in certi ambienti significa che la sua vita era appesa ad un filo.
Qualcosa ha rotto questo filo e il Guercio è stato individuato come spia..."
La scomparsa del confidente spinse la Procura di Palermo a mettere a frutto le indicazioni da lui fornite prima di essere vittima della vendetta dei clan.
Il trasferimento in treno da Milano a Palermo dei nove mafiosi arrestati nel capoluogo lombardo |
Quarantott'ore dopo la sparizione di Guercio occorreva bruciare i tempi; prima di essere ucciso, i mafiosi lo avevano sicuramente costretto a rivelare le notizie fornite al capitano Russo.
Occorreva insomma evitare che la scoperta di quelle confidenze vanificasse mesi di investigazioni sugli affari mafiosi in Lombardia.
Un primo piano di uno dei boss arrestati a Milano |
Il suo confidente, Vincenzo Guercio, rimane così una delle tante vittime meno note uccise sul fronte palermitano della guerra fra Cosa Nostra e Stato: uno scontro dove la delazione è una delle possibili variabili fra le tante ambiguità - le connivenze politiche, quelle massoniche ed imprenditoriali, quelle dei "servizi" - da sempre presenti sulla scena siciliana.
Tratto da: reportagesicilia.blogspot.it