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borsellino-dipinto-striscionedi Liborio Martorana - 26 giugno 2014
"Palermo non mi piaceva e per questo cominciai ad amarla"
Il giorno prima era stato un giorno di fuoco, nel senso che lo scirocco aveva flagellato la nostra città, portando come da prassi delinquenziale tutta una serie di incendi lungo la parte sud della città, proprio dove si stagliano quei monti che sembrano dovessero essere li a protezione della conca d’oro. Un giorno di fuoco che non lasciava presagire niente di buono, anzi le prerogative non erano delle più rosee, perché da noi qui nel profondo sud quando arriva lo scirocco non dura mai meno di tre giorni. Invece stranamente è durato solo un giorno. Noi di Cittadinanza per la Magistratura avevamo lavorato senza sosta per ricordare l’ultimo discorso che Paolo Borsellino fece nell’atrio della biblioteca comunale di Casa Professa, esattamente ventiquattro giorni prima dell’eccidio di via D’Amelio, di quel maledetto 19 luglio del 1992, che vide la città sventrata, e nel suo intimo, violentata, abusata, stuprata e privata di uno dei suoi uomini migliori Paolo Borsellino. Adesso dopo ben ventidue anni questo eroe viene ricordato e commemorato in quell’atrio che oggi grazie a Cittadinanza per la Magistratura porta il suo nome. E come ventidue anni fa quando il giudice Paolo Borsellino lanciò il suo grido di dolore, la sua richiesta di aiuto alla cita di Palermo, è stato fatto rivivere quel momento con parole ed immagini di gente che vuole portare rispetto a quest’uomo.

“LE DONNE GENERANO IL CAMBIAMENTO” era il titolo dell’evento realizzato da Cittadinanza per la Magistratura, una associazione di volontari che si occupa di fare sensibilizzazione alla legalità iniziando dalle scuole. E’ proprio ieri le donne sono state le uniche attrici in primo piano che hanno generato il cambiamento, quella nuova forma di affrontare direttamente la questione mafiosa, in prima persona e senza nascondersi dietro qualche inaccettabile velo. La presenza sul palco di persone come Lea Savona che anche lei come Paolo Borsellino, ieri ha lanciato un grido d’allarme, e come Paolo Borsellino ha messo in evidenza la sua solitudine istituzionale, il sentirsi soli in una battaglia che diventa sempre più impari, sempre più pericolosa, una battaglia dove può essere che in un giorno qualsiasi ci si lasci le penne, una battaglia dove queste donne hanno messo in conto che potrebbe toccare anche a loro, perché la mafia già da molto tempo non guarda in faccia a nessuno. La presenza del sindaco Maria Teresa Collica di Barcellona Pozzo di Gotto, paese dove venne ucciso il giornalista Beppe Alfano e dove è nato l’urologo Attilio Manca anche lui presumibilmente ucciso dalla mafia per eliminare uno scomodo testimone che operò alla prostata Bernardo Provenzano a Marsiglia in Francia, da l’idea dell’impegno che le donne stanno mettendo in questa battaglia di civiltà e di progresso, non limitandosi a mere passerelle come fanno certi personaggi dell’antimafia parolaia ed inutile. Come anche il sindaco di Pollina Magda Culotta. Ci ha raccontato il suo seguire le udienze del processo stato- mafia che si svolge  da qualche tempo nelle nostre aule di tribunale,  Dina Lauricella, giornalista di “Servizio Pubblico”, e di come una donna affronta la tematica mafiosa vista dalla parte di chi la deve raccontare. Come anche l’intervento deciso e tecnico che ha fatto la dottoressa Silvana Saguto, presidente della sezione “Misure e prevenzione” del tribunale di Palermo. Concludeva il palco Rita Borsellino sorella del giudice ucciso, commossa di ritrovarsi ogni anno in quell’atrio intitolato al fratello ucciso.

Durante la serata condotta bene ed in modo soft da Nino Amadore, giornalista del Sole 24 Ore  ci sono stati dei piccoli interventi delle donne di Cittadinanza per la Magistratura, come Simonetta Genova che con la sua verve artistica, la sua gestualità da attrice consumata e camminando dentro l’atrio recitava il testo del video di Sofia Muscato,  scritto da Alessandro Amantia, due giovani autori premiati con il Premio Paolo Giaccone. E che cosa dire di Assunta Santoro, altra volontaria di CpM, salita sul palco con la sua belleza di donna incinta e col pancione gravido di quattro mesi che ha marcato nella sua condizione il fatto che le donne hanno generato il cambiamento. Le altre donne di cittadinanza, non sono state sul palco ma dietro le quinte hanno generato un immane lavoro di preparazione dell’evento. Bene! A queste donne sento di fare un grosso ringraziamento perché loro sono state il volano, il motore portante di questa serata che tra l’altro ha visto la presenza dei coniugi Agostino, di Valeria Grasso, dell’assessore alla cultura del comune di Palermo, del giudice Viola del tribunale di Trapani, dei militanti di Scorta Civica e di Addio Pizzo, come non è passata inosservata la presenza del giudice Nico Gozzo. Durante la serata è stato scoperto un quadro raffigurante in modo ineccepibile il volto del giudice Paolo Borsellino, realizzato da un giovane pittore dell’accademia di Belle Arti di Palermo, il quale riceveva uno dei premi intitolati al dott. Paolo Giaccone.

La serata si concludeva nelle terrazze dell’istituto religioso adiacente la biblioteca comunale per un piccolo rinfresco offerto da cittadinanza per la Magistratura.

Della tempesta di fuoco del giorno prima non c’era più traccia, anzi una leggera frescura saliva dai tetti che circondano la terrazza, terrazza che mostra una bellissima città da ammirare, restandone ammaliato e soggiogato, inducendo ad un amore scaturito dal suo magico mistero e da quella cultura che decine e decine di popoli conquistatori ci hanno tramandato.

Tratto da: bloggheggiamo.wordpress.com

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