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scuola-primaria-carducci-occhiobello28 maggio 2014
Venerdi 23 Maggio 2014 gli alunni della scuola primaria di Occhiobello in provincia di Rovigo hanno ricordato la strage di Capaci e tutte le vittime innocenti cadute per mano mafiosa attraverso una serie di iniziative tra cui in primis un collegamento telefonico con l’ispettore della DIA, Giuseppe Giordano resosi disponibile a interloquire con i bambini rispondendo alle loro domande.
Alcuni mesi fa i bambini di classe terza, seguiti e coordinati dalla loro insegnante prof.ssa Paola Morandi (coadiuvata dalle colleghe Buongiovanni, Caliolo e Vettorello) che da anni si occupa di progetti legalità negli istituti superiori polesani, hanno intrapreso un percorso per comprendere cosa sia il fenomeno mafioso e per conoscere da vicino quei giudici e quegli agenti di scorta vittime di mafia che oggi sono divenuti i loro nuovi “amici”. In occasione dell’anniversario della strage di Capaci si è pensato di far dialogare ed interagire direttamente i bambini con chi ha vissuto in prima persona il dramma di quegli anni in cui “Palermo era come Beirut”, come ad esempio l’ispettore Giordano della Dia, l’avvocato Giovanni Chinnici figlio del giudice Rocco tragicamente ucciso nella strage di via Pipitone Federico, Giusy Traina sorella di Claudio agente della scorta di Paolo Borsellino che perse la vita in via D’Amelio, Giuseppe Costanza della scorta del giudice Falcone, sopravvissuto alla strage di Capaci unitamente ad Angelo Corbo, ed infine Elisabetta Caponnetto moglie del giudice Antonino che coordino’ il pool antimafia dopo la morte del giudice Chinnici. L’ispettore Giuseppe Giordano, contattato dalla docente nelle settimane precedenti, ha dimostrato grande interesse per l’iniziativa, unitamente agli altri relatori che in collegamento telefonico hanno parlato e discusso con i piccoli della scuola primaria di Occhiobello.

Giuseppe Giordano e’ stato accolto con una canzone, Pensa di F. Moro che ha suscitato in lui grande commozione. Terminata la canzone un bambino a nome di tutti i presenti, ha ringraziato Giordano per la grande professionalità e per il profondo senso del dovere e dello stato che lo contraddistingue. La prima domanda che i bambini gli hanno posto e’ come è riuscito in tanti anni di attività professionale a coniugare il binomio “coraggio-paura”.
Giuseppe con grande compostezza, equilibrio, affettuosità ha saputo rispondere in maniera precisa, semplice ed esaustiva ai propri piccoli interlocutori che chiamava sempre per nome citando anche le sue nipotine, facendo trasparire tutto l’amore tipico di un nonno premuroso. La paura era tanta, afferma Giuseppe, ma unita alla paura c’era la consapevolezza del proprio ruolo, del senso del dovere, la volontà di compiere il proprio dovere fino in fondo. Ha parlato di Falcone, degli altri giudici, degli agenti di scorta e di tutte le persone barbaramente uccise, ricordandoli per la loro bontà e dedizione al lavoro.
Alla domanda inerente alla mafia e alle sue specificità e peculiarità in relazione al passato e al presente, l’ispettore ha delineato le caratterizzazioni che la contraddistinguono come organizzazione criminale che compie azioni efferate, che oggi teme il risveglio delle coscienze, l’uso della PAROLA, le attività inerenti l’educazione alla legalità e alla cittadinanza attiva e responsabile. L’ispettore prosegue descrivendo la realta’ della Sicilia ai tempi della sua giovinezza rispetto alla dimensione culturale e sociale odierna, le cose sono davvero molto cambiate. Un tempo veniva insegnato sin da piccoli a “non vedere, sentire e parlare”, i giovani di oggi hanno una presa di coscienza diversa, una consapevolezza ed una capacità critica.
Una alunna chiede all’ispettore Giordano di ricordare qualche giudice o collega barbaramente uccisi. Tra i tanti che ricorda con grande stima ed affetto, un pensiero speciale lo vuole rivolgere ad Emanuela Loi una ragazza sarda che faceva parte della scorta di Paolo Borsellino, e anch’essa perse la vita nella strage di via D’Amelio.
L’ultimo quesito che gli viene sottoposto è quello di ricordare un momento particolarmente difficile della sua attività professionale e successivamente quello che rammenta con gioia. Per l’ispettore Giordano uno tra i momenti piu’ dolorosi della sua attività professionale fu quando venne ucciso Calogero Zucchetto sotto i suoi occhi, tra i momenti maggiormente densi di significato quando ricevette onorificenze da parte dello stato italiano e anche dagli Stati Uniti per il servizio prestato. Eredità preziosa per le sue adorate nipotine che andranno sempre fiere ed orgogliose di un nonno e di un professionista che ha reso noi cittadini degni e orgogliosi di essere ITALIANI.
Conclusa la telefonata con l’ispettore Giordano i bambini proseguono il lavoro contattando e dialogando con Giovanni Chinnici figlio del giudice Rocco, il quale risponde a molte domande sul padre sia sotto il profilo professionale sia umano. I bambini chiedono quale valore il padre gli abbia trasmesso maggiormente, come coniugava la attività professionale con la vita quotidiana, come era la loro vita in quegli anni, quale definizione di mafia darebbe ad un bambino, sino a quesiti piu’ personali circa i piatti preferiti del giudice Rocco o in merito agli interessi o agli hobbyes prediletti. Giovanni Chinnici con grande chiarezza, compostezza, affetto ed esaustività ha risposto a tutte le domande poste e si è reso disponibile, come l’ispettore Giordano, a far visita personalmente ai bambini magari il prossimo anno scolastico. Successivamente la prof.ssa Morandi ha contattato Giusy Triana sorella di Claudio, agente della scorta di Paolo Borsellino, alla quale i bambini hanno letto un bellissimo messaggio a ricordo del fratello Claudio. Una telefonata a sorpresa è stata riservata a Giuseppe Costanza sopravvissuto alla strage di Capaci non per sottoporre domande in una giornata cosi’ dolorosa per lui ma semplicemente per dirgli: grazie, grazie per il suo operato, grazie per aver servito lo stato e per quanto dolore ha provato in questi anni in cui è stato dimenticato. Molto commosso Costanza ha ringraziato per essere stato contattato e ricordato. Costanza si trovava alla scuola di polizia penitenziaria per una cerimonia, dopo ventidue anni dalla strage solo oggi viene contattato e coinvolto il giorno dell’anniversario della strage di Capaci. E’ bene rendere onore e merito a chi ci ha lasciato tragicamente, ma anche a chi ogni giorno ha dedicato la propria vita per la difesa della giustizia e della legalità in questo paese. Nei giorni successivi i bambini parleranno anche con Elisabetta Caponnetto moglie del giudice Antonino e con Angelo Corbo agente di scorta di Falcone anch’esso sopravvissuto a Capaci.

“LE VOSTRE IDEE CAMMINANO SULLE NOSTRE GAMBE”, RECITAVA LO STRISCIONE POSTO SULLE SCALINATE DELLA SCUOLA ALLE 12.30 MOMENTO DEL SUONO DELLA CAMPANELLA. I BAMBINI SULLE GRADINATE CANTAVANO “PENSA” E LIBERAVANO IN ARIA TANTI PALLONCINI BIANCHI CON SCRITTI I NOMI DELLE VITTIME DI MAFIA. L’ULTIMO PALLONCINO TRA LE MANI DELLA PROF.SSA MORANDI, DEDICATO AI GIUDICI ATTUALMENTE IMPEGNATI SUL FRONTE DELL’ANTIMAFIA, AFFINCHE’ TROVINO LA FORZA DI LOTTARE E CONTINUARE SOSTENUTI DAL CALORE E DALL’APPOGGIO DI TUTTI NOI!

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