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di-gregorio-rosalba-la7di Rosalba Di Gregorio - 17 giugno 2013
Riceviamo e pubblichiamo la replica dell'avv. Di Gregorio in risposta all’intervento di Giovanna Maggiani Chelli e la controreplica della sig.ra Chelli.




Preg.mo sig.
Direttore Giorgio Bongiovanni
Antimafia 2000

Preso atto del comunicato del 16/06/03 alla sig.ra Maggiani Chelli, desidero sottolineare che la incondizionata e sincera comprensione della sofferenza dei parenti e delle Vittime di tutte le stragi di mafia, non mi esime dall’esprimere la non condivisione dell’affermazione che spesso si indirizzano verso le richieste che, come difensore, formulo nell’interesse di Provenzano.
Non solo reputo “vergognoso” e lo ripeto, che sia mantenuto il 41 bis a un soggetto incapace di intendere, oltre che gravemente malato, a reputo altrettanto inaccettabile che si faccia ironia per chiunque, compreso Provenzano, si trovi in punto di morte.
L’esistenza del regime di 41 bis non trova fondamento (o, almeno, non dovrebbe) nel desiderio di vendetta, estranea alla nostra cultura giuridica, ma risponde ad una esigenza di prevenzione e tutela dell’ordine pubblico.
Solo così e per questo, si tollera un “doppio canale detentivo”, che discrimina i cittadini italiani, costituzionalmente uguali davanti alla Legge.
Se, come nel caso di Provenzano, la perdita di capacità cognitiva è tale da aver consentito la sospensione dei processi, non si capisce più quale funzione di tutela preventiva stia a svolgere il 41 bis.
Il soggetto “incapace” è, proprio per questo, privo di ogni “pericolosità” ed ha perso qualsiasi attitudine a “mandare ordini” all’esterno del carcere, verso una struttura associativa che non ha, certamente, necessità di farsi “comandare” da un “vegetale”.
Né mi pare accettabile che Lo Stato, dovendo rispondere solo alla Costituzione democratica, lasci permanere tale illegittimo regime differenziato, ormai inutile (e costoso).
Comprendo quanto sia difficile e impopolare  assumere la decisione di lasciar morire Provenzano “senza vetro”, ma voglio credere che chi amministra Giustizia e ricopra cariche istituzionali non riconosca interlocutori diversi dalla Legge.
Condivido la censura sella sig.ra Maggiani Chelli verso l’inefficienza della nostra Sanità, ma gradirei tanto, come Cattolica, che almeno verso Dio non si levino inviti ad “aprire porte” che solo Lui può decidere di aprire o chiudere.

Palermo, 17/06/13

In foto: fotogramma di Rosalba Di Gregorio tratto da Servizio Pubblico del 6/6/13


La controreplica di Giovanna Maggiani Chelli

Caro Direttore
Giorgio Bongiovanni,

In risposta alla replica del legale di Bernardo Provenzano, inerente il nostro comunicato del 16 Giugno 2013, riportata sul Suo sito on line, ribadiamo che rimaniamo fermi sulle nostre posizioni.
Rammentiamo che quanto il 27 Maggio 1993 i nostri figli sono morti, i mafiosi appartenenti a cosa nostra, hanno brindato con champagne.
Ribadiamo che continueremo a pregare per Bernardo Provenzano, perché levare preghiere di intercessione verso Dio è un dovere per ogni Cattolico, quindi pregheremo come già detto, per Bernardo Provenzano nelle ore più difficili della sua vita, affinchè sia a lui applicata l’indulgenza divina e non abbia a soffrire le pene dell’inferno toccate ai nostri cari in vita  per mano sua.
Precisiamo altresì che l’approvazione e la richiesta del “vetro” del 41 bis per Provenzano anche in questo momento, è il minimo che in questa vita Provenzano possa aspettarsi da parte nostra.
Il boss di “cosa nostra” del resto ha avuto una vita intera per pentirsi di ciò che ha fatto, ormai è tardi.
Non parliamo poi di vendetta che non appartiene di certo alla cultura giuridica dell’Italia, così come la mafia non dovrebbe appartenere a nessun popolo civile, ma purtroppo “cosa nostra” in Italia c’è eccome, lo possiamo assicurare.

Giovanna Maggiani Chelli
Presidente Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili

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