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giordano-pippo-web1di Pippo Giordano - 22 marzo 2013
Prima le due richieste di apertura dell'azione disciplinare, ora la proposta di mandarlo a soggiorno obbligato in Valle D'Aosta, eppoi? Non esplicito il titolo ma citando l'autore, ovvero Victor Hugo, comprendiate di che opera letteraria parlo. Ebbene ditemi voi se non siamo di fronte agli stessi personaggi in questo teatro pregnante d'ipocrisia, dove il magma colmo di vendetta scorre a iosa. Nel target dei benpensanti, nel target di coloro che ritengono di amministrare la Giustizia, c'è un uomo, anzi diversi uomini, visto che il piatto freddo è stato prelibatamente condito per saziare interessi che lasciano perplessi. E chi sono i commensali del piatto freddo se non Antonio Ingroia, Nino Di Matteo e Francesco Messineo? Ufficialmente, a loro vengono addebitate inopinate critiche alla Consulta e cosa ancor più grave, hanno reso noto le telefonate fatte al call center del Quirinale da parte di tale Mancino. Ma per favore!

Anche un bambino capisce che le “colpe” della Procura di Palermo, sono altre. Le “colpe” sono quelle di aver scoperchiato il sistema, sono quelle di aver caparbiamente indagato per scoprire la trattativa tra Stato-mafia. E siccome io ho buona memoria, mi sovviene la dichiarazione del pseudo statista mister B, oltre quelle di Cicchitto e Gasparri, che disse. “ Ci sono magistrati che indagano su cose vecchie con grave perdita di denaro pubblico”. E si capisce, tutto doveva rimanere ovattato, tutto doveva rimanere “cummugghiato” (coperto) come le telefonate del call center italico che a quanto pare ne siano giunte anche dal Trentino. No! non funziona cosi. E mi rammarico che ogni qual volta c'è un magistrato fuori dal coro; un magistrato non allineato con gli ambulacri di potere romano, lo si mette alla gogna e si usa l'arma del ricatto istruendo azioni disciplinari. La più eclatante e sintomatica, è stata l'azione disciplinare che fu instaurata nei confronti di Paolo Borsellino. E allora io mi chiedo e chiedo ai membri del CSM e ai signori politici, perchè siete cosi arroganti e nello stesso tempo astiosi, nei confronti dei magistrati della Procura di Palermo? In parte mi do io stesso la risposta – perchè non accettate nessun intervento estraneo, visto che sono solo “Cose vostre”-. Penso, che a tutti voi non dispiacerebbe un ritorno al passato, ovvero quando a dirigere la Procura palermitana, c'erano personaggi la cui dedizione alla Costituzione era carente. La Procura di Palermo, invece d'essere aiutata nel difficile compito istituzionale, peraltro irto di difficoltà oggettive a causa del territorio; invece d'essere stimolata ad una più incisiva lotta alla mafia, viene di fatto umiliata, oltraggiata e finanche intimorita dal potere politico e giudiziario. Ho citato Ingroia, Di Matteo e Messineo, ma prima di loro altri magistrati palermitani, hanno subito continui attacchi e poichè questo è un Paese che dimentica con la stessa velocità della luce, mi permetto di fare un nome, Giovanni Falcone. Quante umiliazioni ha subito, sia dal CSM che dai politici. E a tal proposito, sempre con riferimento ad Ingroia, le cui dichiarazioni su Falcone, sono state scientemente travisate, affermo che nessuno dovrebbe avere il diritto del copyright su Falcone e Borsellino: appartengono al Popolo italiano. Eppoi, basta con tutti questi riferimenti d'essere stati loro amici. Io con Falcone e Borsellino, c'ho lavorato per anni e pur avendo avuto rapporti che definisco "familiari", non mi sogno nemmeno di definirmi loro amico. Dottor Antonio Ingroia, se verrà inviato al “Confino” in Valle D'Aosta ciò vuol dire che la Giustizia non è davvero uguale per tutti, come  Milano dimostra. Concludendo, esprimo  a Nino Di Matteo, Antonio Ingroia   e Francesco Messineo, tutta la mia solidarietà e gratitudine, da un semplice operaio del Diritto e vi prego non scoraggiatevi, andate avanti l'Italia onesta è con voi.

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