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societa-civile-bigdi Riccardo Orioles - 21 gennaio 2013
A Catania, una delle città d’Italia a più alto indice di criminalità minorile, le atttività educative nei quartieri poveri sono ridottissime (ultimamente il Comune ha anche chiusto una scuola e fra i pochissimi a farle il più presente è probabilmente il Gapa.

Nell’alto milanese, una delle zone d’Italia più a rischio ‘ndrangheta in questo momento, i giornalisti che fanno informazione sulla mafia sono pochissimi e di essi i più attivi sono probabilmente quelli del settimanale Altomilanese.

Quasi contemporaneamente, un paio di settimane fa, il Gapa è stato “infastidito” a colpi di rivoltella e Altomilanese è stato messo a chiusura da un giorno all’altro dal suo editore. Coincidenza casuale, ma significativa.

Non esistono altri presidi sostituutivi, nelle due diverse funzioni, nei luoghi di cui parliamo. Senza i volontari del Gapa la cultura mafiosa non incontrerebbe più ostacoli nel vecchio centro storico di Catania, né la ìndrangheta ne incontrerebbe – senza i giornalisti di Altomilanese – a nord di Milano. Eppure gli uni e gli altri, barriera a pericoli gravissimi per le rispettive comunità, sono sostanzialmente soli.

Ecco: di questo parliamo quando parliamo di società civile. Non è solo un elegante dibattito, materia da talk-show più o meno spettacolari. E una questione di vita o di morte, in prospettiva non lontanissima, per due pezzi d’Italia – ai capi opposti della penisola – che fra dieci anni potrebbero ritrovarsi immerse nella più profonda e devastante barbarie. Da cui li separa solo l’impegno di poche decine di volontari.

i-siciliani-gen13-iconNon c’è molta traccia di questo, nel panorama politico – e giornalistico – attuale. Quando c’è, si presenta di solito come materiale mediatico, oggetto d’entertainment, folklore.

Ci sono compagni nostri impegnati in entrambi i casi in questione, e perciò possiamo conoscerli abbastanza bene. Temiamo però che si tratti solo di punte d’iceberg, di isole nel mare della disinformazione nazionale. E che tutto il Paese non sia in realtà che un gran San Cristoforo, un gran Sedriano – i due luoghi esemplari di cui abbiamo parlato – in cui di fronte alla violenza e alla disinformazione pochi si oppongono e molti stanno a guardare. Quei pochi di solito sono giovani e senza risorse, e i molti hanno età, status, opportunità e potere.

La rete dei Siciliani giovani, con le sue testate di base e i suoi giornalisti militanti, è un tentativo di andare in controtendenza, di opporsi all’”autobiografia della nazione” di cui parlava un altro giovane giornalista – Gobetti – molti anni fa.

I Siciliani


I Siciliani giovani  www.isiciliani.it  

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IN QUESTO NUMERO: Gian Carlo Caselli Antimafia in tempo d'elezioni/ Nando dalla Chiesa La famiglia Brembrilla in vacanza/ Norma Ferrara Giornalismo: la Fiat a casa nostra/ Riccardo Orioles Eppure, cambiare si può/ Sara Spartà NoMuos fra botte e lividi/ Antonio Roccuzzo "Privatizziamo lo Stato/ Ester Castano Mafia al Nord: il giorno della svolta/ Vittoria Smaldone Donne di 'ndrangheta/ Francesco Feola Rewind/Forward/ Antonio Mazzeo La trattativa continua ora/ Rocco Lentini "Viva Sansonetti con tutti i filistei"/ Valerio Bella Expo fugit/ Rino Giacalone "Quella camurria di Rostagno"/ Rino Giacalone Sgarbi, i picciriddi e.../ Ilaria Raffaele Messina/ "Babba a chi?"/ Arnaldo Capezzuto Apocalisse rifiuti/ Andrea Bottalico Diario da una scuola napoletana/ Alessio di Florio L'Abruzzo ha scoperto le mafie/ Enrica Frasca e Giorgio Ruta Si privatizza il cimitero/ Carmelo Catania Un ponte d'inquinamento/ Salvo Ognibene Il Master "Pio La Torre"/ Gubitosa, Kanjano e Biani "Mamma!"/ Giovanni Caruso Periferie/ Usiamo i beni confiscati!/ Elio Camilleri I tesori mafiosi smascherati dai ragazzi/ Federica Motta e Leandro Perrotta I Briganti e i Salesiani/ Luciano Bruno e Vincenzo Rosa L'ospedale che non si fa/ Pino Maniaci e Salvo Ognibene Rapporto da Partinico/ Salvo Vitale La lunga attesa di Felicia/ Fabio Vita Bitcoin: l'anno della svolta/ Giuseppe Spina Il cinema di Giuseppe Fava/ Antonello Oliva Bix, Jerry e il signor Igor/ Fabio D'Urso Appunti di un diario collettivo/ Pietro Orsatti Paese senz'anima, voto senza attese/ Riccardo De Gennaro "E io vi marchionno tutti"/ Giovanni Abbagnato Dove nulla finisce mai del tutto/ Aaron Pettinari Un manager di Cosa Nostra/ Giulio Pitroso Noi l'abbiamo ricordato così/ Irene Romeo La primavera di Messina/ Francesco Appari e Giacomo di Girolamo Belice 45 anni/ Il foglio dei Siciliani giovani/ Giovanni Caruso Quale pace in Europa/ Giuseppe Fava Noi emigranti/ Domenico Pisciotta Buon Anno, Gapa/  

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