Un ringraziamento pubblico ad Alex Marini
Il risultato elettorale non ha premiato chi in questi anni ha cercato di interpretare i bisogni esterni alle vecchie e nuove lobby di potere della nostra provincia, ma proprio per questo suo impegno e per la serietà dimostrata voglio ringraziare Alex Marini.
In particolare lo ringrazio per averci supportato, con intelligenza e senza mai risparmiarsi, nella difficile battaglia in difesa di lavoratori e comunità della zona del porfido. Lavoratori e comunità che però non hanno affatto ricambiato tale impegno, preferendo rafforzare il partito dell’astensionismo. Molti purtroppo si saranno lasciati anche incantare dalle promesse di chi ci ha governato in questi anni; riuscendo nel capolavoro di far naufragare la ristrutturazione dell’ospedale di Cavalese, lasciar languire l’assistenza sanitaria della valle e permettere il perdurante saccheggio dell’unica risorsa pubblica o comunitaria, che dir si voglia, della zona: il porfido.
Proprio sulle questioni legate all’industria estrattiva Marini ha profuso un notevole impegno e in particolare sostenendoci quando siamo “inciampati” nella presenza mafiosa, mentre l’opposizione di sinistra era distratta (forse non a caso, visto che tale presenza è risalente negli anni, a quando il centro-sinistra governava questa Provincia) e la maggioranza di centro-destra negava o minimizzava.
Pochi giorni prima delle elezioni, in concomitanza con il deposito delle motivazioni relative alle condanne in primo grado nel processo “Perfido”, era a Trento il dott. Nicola Gratteri (già procuratore a Catanzaro ed ora a Napoli); intervistato dalla stampa locale, ha affermato che “il radicamento nel nordest c’è da tantissimo tempo, in Veneto come in Trentino”ed ha aggiunto come “la politica e l’opinione pubblica ora devono prendere atto di queste sentenze e essere consequenziali nell’affrontare sul serio questo problema, prima che diventi quasi irreversibile come in altre regioni ad alta intensità mafiosa”. Parole al vento, come quelle di don Luigi Ciotti che, in un auditorium gremito di gente, invitava i trentini a risvegliare la propria coscienza civile per diventare “cittadini responsabili”!
L’esclusione dal Consiglio provinciale dell’unica voce che in questi anni ha parlato di questi temi senza ambiguità, segnala che tali appelli sono caduti nel vuoto e questo non può che preoccupare seriamente coloro che hanno fin qui tentato di “resistere”. Così come non può che preoccupare quanto successo in questi giorni a Milano, dove non è stata convalidata la custodia cautelare per ben 141 soggetti su 152 arrestati, in una operazione della Dda che aveva svelato la gestione comune di affari illeciti da parte di Mafia siciliana, ‘Ndrangheta calabrese e Camorra napoletana. Mancata convalida che ha addirittura cancellato l’aggravante mafiosa in merito ad una lunga serie di reati, ritenendo mancante l’elemento caratteristico della violenza. Evidentemente siamo di fronte ad una involuzione sul piano giudiziario che segue il nuovo vento politico ed ignora l’evoluzione dell’agire mafioso negli ultimi decenni. In proposito Gratteri ha affermato: “io spesso vedo un abbraccio, tra gli imprenditori mafiosi e gli imprenditori del nord ingordi che pensano di lucrare di più”. La violenza è sempre più celata dietro le quinte, un potenziale che, come abbiamo visto tra le cave, si esplica per lo più sui soggetti più deboli, i lavoratori, magari approfittando della “distrazione” dei Sindacati confederali.
Tutte questioni sulle quali Marini teneva alta l’attenzione anche quando la “politica trentina” si girava dall’altra parte e per questo voglio dirgli pubblicamente: grazie Alex!
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