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Siamo un gruppo di cittadini attivisti antimafia operanti in Veneto.
Ci chiediamo cosa può spingere i poliziotti a picchiare e umiliare in modo crudele, sadico e volutamente lesivo della dignità della persona cittadini pregiudicati per piccoli reati, senza tetto e immigrati.
Quattro agenti e un ispettore, nel corso di controlli, avrebbero trascinato nell’urina uno straniero, picchiato alla testa persone fino a far perdere loro i sensi, utilizzato spray urticante, rubato denaro, per poi truccare i verbali.
Se ne vantava, l’agente Alessandro Migliore, 25 anni, di quello che aveva fatto alle persone portate in questura: ne parlava con la fidanzata, come se fosse una cosa di cui andare fieri. Questo è quanto è emerso dalle intercettazioni telefoniche.
Alessandro Migliore e i suoi compagni campioni dell’orrore: Loris Colpini, Federico Tommaselli, Roberto Da Rold e l’Ispettore Filippo Failla Rifici, dovranno rispondere di gravi accuse come reato di tortura, lesioni, omissioni di dati d’ufficio, peculato e abuso. Coinvolti anche una decina di colleghi che hanno preferito girare la testa dall’altra parte.
Non rende meno amaro il caffè l’intervento buonista del questore Roberto Massucci: “Questa vicenda dimostra come la polizia non sia disposta a macchiare la propria reputazione, né con la reticenza, né con la poca trasparenza. Abbiamo messo a disposizione dell’autorità giudiziaria tutti gli elementi”.
E nemmeno la dichiarazione del capo della Polizia Vittorio Pisani ci risulta rassicurante quando piagnucola: “Non è stato semplice indagare e lo vivo sulla pelle come un fatto doloroso. Quello che mi sento di dire ai cittadini è che, rispetto agli episodi che abbiamo accertato, ce ne sono centinaia che vedono i poliziotti a servizio dei cittadini”.
Non ci sentiamo per niente rassicurati noi cittadini da queste dichiarazioni, in quanto rimangono atti gravissimi, espressione inquietante di una parte di polizia fascista e violenta.
Ci viene da pensare che il Corpo di Polizia esprima due distinte personalità come ne “Il dott. Jekyll e Mister Hyde, l’una a servizio dei più deboli, l’altra violenta ed imprevedibile.
Ci chiediamo, le forze dell’ordine che il 23 maggio 2023 hanno manganellato i manifestanti che hanno avuto l’ardire di gridare “Fuori la mafia dallo Stato” davanti all’albero di Falcone, quale personalità esprimono?
Alcuni di noi attivisti che dal Veneto siamo partiti per omaggiare il Martire della mafia, siamo finiti in ospedale pestati dagli agenti, anche noi vittime di violenza gratuita, in quanto eravamo inermi, inoffensivi e in regola con la normativa vigente. Tuttavia, eravamo rei di esprimere il nostro dissenso contro la passerella ipocrita di coloro che, mentre a Palermo depongono la corona, a Roma si adoperano per distruggere l’impianto giuridico di Giovanni Falcone.
Ci consola constatare che, almeno rispetto a questo gravissimo episodio, la stampa italiana abbia avuto un sussulto di unanime dissenso. Imperdonabile invece l’assordante silenzio delle istituzioni. Tornando alla triste vicenda di Verona, sbrigativo il Presidente del Senato Ignazio La Russa: “Auguro agli agenti di poter dimostrare la loro innocenza, ma se così non fosse è giusto che paghino.” Abbiamo apprezzato invece l’intervento della Senatrice Ilaria Cucchi che dal 2009 porta avanti una battaglia dopo la morte del fratello Stefano, morto dopo un pestaggio da parte delle forze dell’ordine: “Si tratta di un vero e proprio sistema per coprire responsabilità e allontanare sospetti. È necessario introdurre nella nostra normativa il codice identificativo per il personale delle forze di polizia e le bodycam da apporre sulle divise, quale tutela dei cittadini e della parte sana delle forze dell’ordine.”
La stessa Senatrice si era espressa su “Antimafia Duemila” il 29/03/23 in merito al reato di tortura istituito nel 2017 per cui i cinque agenti sono indagati: “Gravissimo abolire il reato di tortura proposto dai parlamentari Fdi è "un'idea fascista: la matrice è quella, inutile negarlo".
Ci preoccupa constatare che l’ex sindaco di Verona, Flavio Tosi, oggi coordinatore di Forza Italia, abbia la spudoratezza di chiedere di rivedere il reato di tortura.
Siamo veramente preoccupati noi cittadini di constatare il ripetersi di episodi di violenza fascista, soprattutto quando complici si rivelano essere addirittura le istituzioni mentre stendono il tappeto rosso alla mafia, o ribaltano le sentenze sulla Trattativa Stato-mafia.
Impossibile non notare una macabra coerenza nella macro e nel micro quando, sia le istituzioni, sia gli agenti indagati a Verona, strizzano l’occhio di fronte alle ingiustizie e alla violenza.
Noi cittadini onesti vogliamo sbandierare e gridare a gran voce che non ci sentiamo rappresentati né da un governo fascista e violento, né da forze dell’ordine che abusano del proprio potere.

Cordiali saluti,
Alessandra Rossi di Verona

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