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In seguito all’articolo di Salvo Vitale su ANTIMAFIADuemila, ritengo di dover esprimere la mia opinione in merito al libro in oggetto, “Peppino Impastato. La memoria difficile”, a cura di Pino Manzella. Non potevo far finta di nulla o girarmi dall’altra parte, purtroppo sono costretto, anche se non mi fa piacere. Finora ho evitato perché ho poco tempo da dedicare a questioni che ritengo di importanza secondaria, ho molti impegni in tutta Italia, dove incontro tanti giovani che incoraggio a lottare contro la rassegnazione, ma non solo, anche associazioni e Comuni e abbiamo iniziato, come Casa Memoria, a portare avanti progetti nelle carceri di massima sicurezza e 41 bis. Non mi stanco mai di parlare con loro delle idee di Peppino, di antifascismo e lotta alla mafia. Negli anni, pur avendo dovuto praticare delle rotture importanti che ci hanno permesso di andare avanti, ho cercato di non far prevalere quegli attacchi che mi sono arrivati, non solo dai nemici di Peppino, ma anche da chi avrebbe dovuto portarne avanti la memoria, non voglio generalizzare, tanti mi hanno sostenuto, tra cui non dimentico Guido Orlando che mi ha supportato pure a fondare Casa Memoria, per non parlare del grandissimo legame con Umberto Santino e Anna Puglisi del Centro Impastato. Nel rispetto di Peppino, non ho mai usato i miei libri per discreditare qualcuno; ho sempre voluto far emergere chi gli è stato vicino, lo dimostrano le pubblicazioni di Casa Memoria “9 Maggio 1978” e “La Memoria e l’Arte”, dove sono riportate le testimonianze dei compagni, stessa cosa ho fatto nel mio libro “Oltre i Cento passi”. Voglio sottolineare che queste pubblicazioni hanno avuto un impatto fortissimo con decine di migliaia di copie vendute in tutta Italia.
Questa nuova pubblicazione che ha suscitato la dura reazione di Salvo Vitale (preso di mira in più interventi), poteva essere un’altra occasione per ascoltare la voce dei compagni, invece è un concentrato di frecciatine, rancori e schizzi di fango, alcuni dei quali sono stati rivolti anche nei miei confronti da personaggi che nemmeno conosco che mi descrivono come qualcuno che non c’entrava nulla con Peppino. Non starò a spiegare  il dramma familiare che ho vissuto (non certamente da figlio prediletto come qualcuno ha sostenuto in quel libro), oppure quanto condividessi le idee politiche di mio fratello, le attività in cui ero presente, le lotte contro la terza pista dell’aeroporto quando appena tredicenne seguivo Peppino, le tre denunce che ho preso per queste battaglie, i cineforum al Circolo Musica e Cultura, e non sto nemmeno a rammentare questi 45 anni di impegno per i quali ho pure sacrificato la mia famiglia e trascurato il mio lavoro. L’ho raccontato nei miei libri ed in migliaia di incontri, con onestà e umiltà, senza mai esaltare la mia persona o fare protagonismo. Non ho bisogno di rispondere a persone che dopo l’omicidio di Peppino non si sono mai viste e che esprimono oggi questo veleno. Salvo Vitale scrive correttamente che il libro è stato presentato con Casa Memoria e che abbiamo anche fatto la diretta nella nostra pagina social. Voglio precisare che a questa iniziativa, realizzata il 5 gennaio in occasione del compleanno di mio fratello, gli organizzatori (dell’associazione Peppino Impastato e di Asadin) non mi hanno invitato ad intervenire, hanno coinvolto Luisa mia figlia e Presidente di Casa Memoria e Felicia mia moglie, i loro interventi sono stati importanti e di tutto rispetto, ma in quanto fratello potevo pure dire qualcosa, soprattutto visto che era anche il giorno del compleanno di Peppino, evidentemente non ero gradito. Aggiungo che nessuno di noi aveva avuto l’opportunità di leggere il libro prima della presentazione, non ne conoscevamo i contenuti e ci siamo basati sulla fiducia. Durante l’iniziativa molti concetti e attacchi non sono stati espressi, li abbiamo scoperti in un secondo tempo leggendo il libro. Mi dispiace che si debbano spendere le nostre importanti energie in polemiche che non aggiungono niente alla storia di Peppino e a quella di persone spesso lasciate sole a lottare per lui, come Umberto Santino, Anna Puglisi, Salvo Vitale e pochi altri compagni, mia madre, la mia famiglia ed anche il sottoscritto. Non ritengo di dover sprecare altre parole per questa vicenda poco edificante, continuerò ad impegnarmi, così come abbiamo fatto, nel consegnare la storia di Peppino alle nuove generazioni, senza la paura e la psicosi del film che ha colpito tanti che ancora non sono riusciti a liberarsene.  Alle nuove generazioni non interessa il registro delle presenze, chi cinquanta anni fa è arrivato un mese prima o un mese dopo, chi ha fatto di meno o fatto di più, chi ha fatto questo o fatto quell’altro, se erano 100 o 80 passi, ma la sostanza del nostro messaggio. Come Casa Memoria abbiamo fatto tesoro delle grandi esperienze vissute in passato, dal Circolo Musica e Cultura a Radio Aut, comprese le battaglie ecologiche e ogni giorno continuiamo a trasmetterle e a rappresentare un punto di riferimento importante. Andiamo avanti con la speranza che possa avvenire dentro di noi una maturazione umana e politica.

Foto © Deb Photo

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