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A 31 anni dalla lettera al “Caro estortore” resta attuale il bisogno di “qualità del consenso”

Anche se c’è chi continua a pagare, la scelta di opporsi alle estorsioni oggi non solo è possibile, ma non ha nemmeno bisogno del clamore mediatico a cui fu costretto, suo malgrado, Libero Grassi.

In questo momento storico, oltre la lettera al “Caro estorsore” merita di essere ricordato anche l’intervento di Grassi dell’11 aprile 1991, ospite del programma televisivo Samarcanda.
Un intervento e delle considerazioni sul tema della “qualità del consenso” che a distanza di più di trent’anni restano attuali. Quelle riflessioni confermano che per convincere commercianti e imprenditori ad avere fiducia e denunciare non è purtroppo sufficiente la sequela di indagini e processi significativi frutto del lavoro alacre e prezioso di forze dell’ordine e magistrati, se dalla politica che amministra il territorio non giungono risposte altrettanto credibili e all’altezza dei bisogni e delle difficoltà che investono molte aree di Palermo.





C’è chi si sorprende che in aree di periferia come Brancaccio, Ciaculli, Roccella e Sperone molti operatori economici non collaborino e che gli stupefacenti siano oramai diventati uno dei principali ammortizzatori sociali che assicura sopravvivenza a larghi strati sociali.
Ma al di là dell’incessante lavoro dell’apparato repressivo e dei sacrifici di isolate realtà scolastiche e sociali, sino a quando il diritto al lavoro resterà un miraggio per tanti, l’emergenza abitativa continuerà a crescere, la dispersione scolastica aumenterà e il diritto alla salute si assottiglierà, il vuoto ciclico creato da magistrati e forze dell’ordine continuerà ad essere inesorabilmente rioccupato da estorsioni, stupefacenti e illegalità diffusa destinati a perpetuarsi e a costituire il primo vero reddito di cittadinanza.


attacchini borgo vecchio


Per tutto questo, proseguiamo il nostro impegno quotidiano per le strade di Palermo e in provincia. Con i nostri limiti ma con l’energia e l’entusiasmo di sempre, a fianco di chi si oppone al racket e insieme a chi vive situazioni di disagio economico e sociale, per costruire collettivamente una reale prospettiva di cambiamento.

Tratto da: addiopizzo.org

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