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In nome di Lidia Menapace - che ci ha insegnato il modo di convenire insieme da esperienze e storie diverse - la convenzione delle donne è già nata. Il 25 e 26 settembre a Lamezia si è svolto il convegno. Con molta determinazione abbiamo dispiegato la forza collettiva delle donne; l’idea di un “partito delle donne” prende sempre più terreno. Ci stiamo lavorando. Anche se poche fra noi hanno esperienza politica e istituzionale.
E’ finit0 il tempo delle analisi, pensieri, scritti, timide proposte o suggerimenti. Certamente un lavoro serio approfondito, costruttivo ma che rischia di diventare - non trovando terreno di attuazione - un semplice esercizio intellettuale, certamente molto gratificante ma, che viaggia su un binario morto anziché all’interno di un processo politico che propone, programma, decide.
Intanto procediamo con buone passioni ed empatia.
Noi donne siamo tante, tantissime - ci ripetiamo - e se riuscissimo a unirci e perseguire insieme obiettivi comuni saremmo invincibili. Saremo imbattibili. A pari opportunità politiche siamo indomabili e indomite.
Ma tutto ciò bisogna volerlo. lo vogliamo davvero?
Sicuramente c’è ancora una fascia di donne che preferisce criticare, denunciare, argomentare, ma che fondamentalmente ha paura delle responsabilità politiche. Una paura che necessita vincere, perché è importante entrare nelle istituzioni possibilmente in grande numero per contare nelle decisioni.
Ma in che modo entrare nelle istituzioni?
L’ideale sarebbe il partito delle donne, ma pur essendo in cantiere ancora è abbastanza lontano. Bisogna quindi trovare delle soluzioni per l’immediato. Per un futuro vicino.
Entrare in liste civiche? o nei partiti? Ovviamente sensibili alle nostre posizioni, in modo visibile e con garanzie e pensando ad un programma che evidenzi subito la nostra differenza. Ci stiamo studiando. Si tratta di un passaggio delicato.
Sul nostro progetto di concretizzare una forza politica di donne che guidi responsabilmente il cambiamento urgente e necessario abbiamo già detto e pubblicato molto ed è incoraggiante vedere che molte si sono avvicinate e coinvolte e desiderano intervenire, sentirsi parte della marea che avanza. Alla titubanti e alle dubbiose diciamo e ripetiamo che questo non vuol dire rinunciare alle proprie posizioni, vorrà dire lavorare insieme su quegli obiettivi che ci uniscono al di sopra delle differenze. Insieme vogliamo candidare la nostra visione del mondo senza più adeguarci a quella maschile. Tutte siamo stanche della politica maschilista che ha creato e continua a creare danni ambientali, sociali, economici... disuguaglianze sociali. Tutto ciò ci unisce.
Un percorso lento il nostro, - femministe o meno - che nel frattempo ci battiamo contro la frammentazione dei femminismi, della politica gretta di voler mantenere il punto sulle proprie posizioni. Nessun movimento e nessuna persona è depositaria di verità assolute, necessita lavorare per il bene comune delle donne. Senza alcuna dispersione. Tenendosi per mano e fidandoci delle donne.

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