Trappeto: la vicenda del Lungomare negato al nome di Danilo Dolci si ingarbuglia e rischia di trasformarsi in una banale lite paesana, con le solite accuse, sinora solo da una parte, di strumentalizzazione politica, di disinformazione, di informazioni “capziose”, addirittura di “giustizia sommaria”. Ecco cosa scrive “il Tarlo”, un blog locale, che su questa vicenda sembra essersi schierato a difesa dell’operato dell’amministrazione mentre su altre ha sempre preso posizione contro: “Difficile dire cosa ci si aspetterà nel giorno del 97° compleanno di Danilo, una delle poche certezze è la scarsa chiarezza, un chiaroscuro dove tutto sembra muoversi tra la sottile strumentalizzazione politica e la necessità di una giustizia sommaria e personale, quindi cieca quanto basta per mettere dentro al calderone una protesta figlia di informazioni frammentarie e capziose, sussurrate a mezza voce, lisciando il pelo quanto serve per indirizzare gli eventi, massì ogni tanto si può fare, no?”.
Cercando di andare oltre queste malevole allusioni, riassumiamo i dati della vicenda:
Nel 13.3.2017 una delle figlie di Danilo Dolci, Daniela, referente dell’Associazione Danilo Dolci-Nuovo Futuro, assieme a Giuseppe Lombardo, liquidatore, manifestano la volontà di cedere al comune la stradella che porta a Borgo di Dio, la struttura voluta e realizzata da Danilo Dolci, in un terreno acquistato a suo nome, poi ridotta in abbandono, poi acquistata da un’agenzia privata di San Giuseppe Jato, poi ancora parzialmente riabilitata con fondi reperiti dal comune di Trappeto, poi di nuovo abbandonata, sino ad oggi. La lettera porta una dicitura finale: “I sottoscritti desiderano che la strada sia intitolata a Danilo Dolci”. Di questa lettera non si è più saputo niente, almeno all’esterno, ma la stessa è stata tirata fuori in questi giorni a seguito di un articolo pubblicato sul citato blog “Il Tarlo” che, sia nel titolo, che nelle dichiarazioni del consigliere comunale Billitteri, incaricato della toponomastica, lasciava intendere, anzi si affermava chiaramente che la richiesta del 2017 fosse stata fatta a nome di tutti i familiari di Danilo Dolci. Questa aperta errata dichiarazione è stata ulteriormente ribadita dal Presidente del Consiglio Orlando, il quale affermava che “Dinanzi ad una lettera formale dei figli di Danilo ci siamo fermati mettendo le richieste della famiglia Dolci innanzi ad ogni altra cosa".
Per quel che siamo riusciti a sapere, rispetto a chi ha accusato lo scrivente e tutti gli estimatori di Danilo, di malefiche intenzioni, per mettere la popolazione contro l’amministrazione, c’è stata una Commissione Toponomastica, ai tempi del precedente sindaco, che ha portato avanti una serie di proposte, tra le quali quella dell’intitolazione del Lungomare a Danilo. In quel momento nessuno ha tirato fuori questa lettera e la delibera di giunta è stata inoltrata alla Prefettura, la quale avrebbe richiesto, per dare il suo benestare, di integrare la richiesta con l’indicazione dei numeri civici. Da altre parti si sostiene che la delibera non è mai pervenuta alla prefettura, e qui bisognerebbe, se è così, individuare la responsabilità. La richiesta d’integrazione sembra essere stata una scusa per mettere tutto da parte. Intanto il sindaco Vitale è morto per un grave male e il suo posto è stato preso da una nuova amministrazione, oggi in gran parte transitata al centrodestra con qualche pericoloso sbandamento verso Forza Nuova, di cui esiste un gruppo locale. Naturalmente è stata eletta una nuova commissione toponomastica, che si è affrettata a rimettere in discussione l’operato della precedente. Pertanto strumentale non è la polemica sulla mancata intestazione del lungomare, ma il fatto che sia stata tirata fuori, a sorpresa la vecchia lettera a firma di Daniela Dolci, per utilizzarla a giustificazione del proprio operato.
C’è da chiedersi cosa ne pensano gli altri numerosi figli di Danilo Dolci, a torto tirati in ballo. Sono favorevoli alla richiesta avanzata da Daniela quattro anni fa, oppure sono favorevoli alla deliberata e revocata intestazione del lungomare al padre? La risposta dovrebbe metter fine a qualsiasi polemica, rasserenare gli animi e restituire a un grande personaggio un minimo tributo di rispetto per tutto quello che ha fatto per il Trappeto e per la Sicilia. E la risposta si trova in una lettera che trasmettiamo per intero e che è stata inviata il 18.6.2021 (cioè in data precedente alla strombazzata esibizione delle “carte”, ovvero del foglietto del 2017) alle autorità comunali di Trappeto, al Prefetto della Provincia di Palermo e, per conoscenza, a don Luigi Ciotti, a Gian Carlo Caselli, al Prof. Johann Galtung, con oggetto: “Intitolazione del Lungomare di Trappeto a Danilo Dolci”
Gentili Signori,
in relazione all’intitolazione di una strada, Via o Piazza del Comune di Trappeto, al nostro congiunto Danilo Dolci, argomento che più volte negli anni abbiamo avuto il modo di affrontare con molti di voi attuali amministratori e rappresentanti del Comune di Trappeto (nonché delle precedenti Amministrazioni), ci preme sottolineare che da sempre noi auspicavamo si potesse intitolare, appunto a Danilo Dolci, non tanto una stradina o un vicolo pur suggestivo del bel Comune di Trappeto, quanto invece per motivi chiaramente legati alla figura del grande Poeta e Sociologo, al mare, alle vaste prospettive che l’orizzonte di Trappeto offre dal Lungomare; ecco, noi parenti, amici, i tanti collaboratori e tantissimi ammiratori della figura e dell’opera tutta di Danilo Dolci, così legato per cinquant’anni alla rinascita e allo sviluppo di Trappeto e di tutta la zona, desideriamo che ad essere intitolato a lui sia proprio in Lungomare, dove tra l’altro qualche anno fa, grazie alle attività del Centro di Formazione - “Borgo di Dio” diversi ragazzi, coordinati dal noto Pittore - muralista Igor Scalisi Palminteri (all’interno di un Campo di lavoro / Seminario organizzato dall’Associazione di don Ciotti Libera), hanno realizzato un bellissimo murales proprio su quel Lungomare, con lo sguardo di Danilo rivolto verso il mare di Trappeto ed i suoi meravigliosi tramonti; quindi non solo lo desideriamo, ma essendo quello il punto più adatto, lo riteniamo proprio necessario, per tutta la storia e il futuro di Trappeto e la sua zona. Fermo restando che, come si evince da un documento del 3 marzo 2017, noi figli e collaboratori di Danilo siamo disponibili alla cessione della strada di accesso al Centro di Formazione - Borgo di Trappeto, riteniamo invece (e lo ribadiamo) che la migliore dedica a Danilo da parte dei suoi abitanti presenti e futuri, sia proprio il Lungomare, per evidenti connessioni col mondo dei pescatori, ma anche del turismo e della cultura in generale.
Un altro collegamento importante, già presente, rispetto a Trappeto e questa necessità, è la lapide sita nei pressi di piazza Trapani, e nello spiazzale dove Danilo ha effettuato il primo digiuno il 14 ottobre del 1952, proprio dove era morto un bambino per fame; lì oltre alla suddetta lapide, sono citati in piena evidenza alcuni versi delle Poesie di Danilo, sempre in relazione al mare, vicino alla casa della famiglia Scardino, che per prima ha ospitato il giovane Danilo, nel febbraio del ’52. Anche quel luogo è sempre più meta di numerosi visitatori, giovani studenti, educatori di tutte le età, che conoscono così meglio i tempi e i luoghi dove ha operato una figura così importante per tutta la cultura italiana ed internazionale. Anche la Scuola Media di Trappeto, lo sappiamo bene, è giustamente intitolata a Danilo, ed è un augurio nei confronti delle nuove generazioni.
A sostegno di questa necessità citiamo inoltre il fatto che in tante altre città e altri Comuni, come per esempio in Toscana, sono intitolate a Danilo strade e Scuole; in Calabria, per citare un altro esempio, sulla Sila a Lorica, un magnifico Lungolago a lui intitolato ricorda gli intensissimi Seminari e Laboratori che spesso teneva lì con ragazzi, educatori e genitori; pure Agropoli (Salerno), splendida cittadina del Cilento, ha intitolato a Danilo una suggestiva piazza con vista sul mare.
Più vicino a noi, anche il Comune di Piazza Armerina ha un complesso di strade intitolate a scrittori e poeti siciliani: tra questi, oltre a Vittorini, Sciascia e Bufalino, c’è anche Danilo Dolci! Santa Ninfa, Comune rappresentato mirabilmente dalla figura di Vito Bellafiore, Sindaco e poi Senatore della Repubblica, ha partecipato sin dai primi anni ’60 a molte delle battaglie del Centro Studi e Iniziative, intrecciando con Danilo, Franco Alasia e Pino Lombardo una lunga serie di attività, proteste, manifestazioni e proposte per il cambiamento della Sicilia occidentale; ebbene, da anni ormai Santa Ninfa ha intitolato un Viale a Danilo, e le strade che vi convergono portano i nomi di Aldo Capitini, Carlo Levi, Lucio Lombardo Radice, Nilde Iotti, Ignazio Buttitta.
A Palermo, una Piazza Danilo Dolci esiste proprio dove c’era una volta il ‘famigerato’ Cortile Cascino; anche un rinomato Liceo delle Scienze Umane porta oggi il nome di Danilo Dolci, oltre a varie Biblioteche sparse in tutta Italia, a cominciare dalla città di Roma.
Alla nostra richiesta aderiranno tanti rappresentanti della parte migliore dell’opinione pubblica italiana: confidiamo nel fatto che non perdiate questa occasione e possiate agire nel modo più illuminato e veloce possibile, intitolando il Lungomare di Trappeto a Danilo Dolci.
Molto cordialmente e in fiducia,
Firmato, in rappresentanza dei figli e dei collaboratori di Danilo Dolci, Amico Dolci,
più altre firme che si raccoglieranno per adesione nei prossimi giorni.
Giorno 28 giugno ricorrerà il 97° anniversario della nascita di Danilo Dolci: per ricordarlo, il giorno prima, il 27.6, alle ore 18, a Partinico, a Largo Scalia, cioè nel posto in cui aveva sede il Centro Studi e iniziative creato da Dolci e in cui nacque la prima radio Libera italiana nel 1970, parleranno di Danilo, leggendo alcune sue poesie e scritti, i suoi amici e collaboratori. Il giorno dopo, sempre alle ore 18, la stessa cosa si farà a Trappeto, al Lungomare, non tanto per portare avanti attività sovversive e preparare la rivoluzione, come è stato insinuato, ma per ribadire gli immortali valori della non violenza, della comunicazione, del dialogo e del diritto dei siciliani a un’esistenza dignitosa, da sempre al centro dell’azione di Danilo. Se poi si dovesse affrontare l’argomento della strada negata, tutto ciò rientra nella normale dialettica prevista, per citare Danilo e Calamandrei, dall’art. 21 della Costituzione.
In foto: Danilo Dolci durante la “Marcia della protesta e della speranza” del 1966. A destra, con il cartellone in cui è scritto "Pace in Vietnam", “Libertà ai popoli oppressi”, “Lavoro ai Siciliani”, si nota Peppino Impastato.