di Ignazio Cutrò
“Grave la mancata assegnazione della delega per la Presidenza della Commissione Centrale"
Con riferimento alla audizione del Ministro dell'Interno Luciana Lamorgese, ieri in Commissione Parlamentare Antimafia, registriamo il suo silenzio in merito alla mancata assegnazione della delega per la Presidenza della Commissione Centrale. Il ritardo con il quale il Ministro dell'interno non abbia ancora deciso a quale dei due viceministri assegnare la Presidenza di un così importante organo politico-amministrativo non è dato di sapere. Ciò che invece sappiamo è che la signora Ministro si è limitata a ribadire l'ennesimo copione sul numero dei testimoni e dei collaboratori protetti e di come il sistema di protezione italiano sia punto di riferimento in altri Paesi. Dicevamo un copione già visto e rivisto che volutamente ignora quanto emerso dalle inchieste della Commissione Parlamentare Antimafia. Basterebbe che il Ministro trovasse il tempo di leggere le relazioni della Commissione Parlamentare Antimafia, approvate all'unanimità, nel 1998, nel 2008 e nel 2014 nonché le prime risultanze sui disagi di testimoni e collaboratori nel corso della attuale inchiesta del Comitato X di Inchiesta sui testimoni di giustizia e collaboratore di giustizia. Per quali ragioni il Ministro intenda ignorare questioni fondamentali quali sicurezza, reinserimento sociale e lavorativo, minori resta per noi un mistero. Di certo non è utile a nessuno, ai testimoni di giustizia e ai collaboratori di giustizia, ma anche alle Istituzioni che si neghi la crisi di sistema dello speciale programma di protezione ne tantomeno è utile a chicchessia che si taccia sul fatto che il decreto attuativo della legge n. 6 del 2018 attualmente in esame alla Commissione Giustizia della Camera dei Deputati sia tutto da riscrivere per manifesta incostituzionalità in quanto contiene norme incompatibili con quella legge e tantomeno desumibili dalla volontà del Legislatore. Dal Ministro dell'interno Lamorgese ci aspettiamo più coraggio e sopratutto discontinuità rispetto a quella logica punitrice verso i testimoni di giustizia ai quali purtroppo siamo stati abituati a subire.
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