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memorie vive snowdendi AMDuemila
La nuova autobiografia “Memorie vive” in libreria

Nel 2013, un giovane di soli 29 anni rivelò al mondo di essere in possesso di una quantità di informazioni top secret tale da mettere all’angolo la prima potenza mondiale, gli Stati Uniti, che quelle informazioni le utilizzava per mantenere una certa politica oligarchica. Quel ragazzo era Edward Snowden, un ex informatico americano della CIA che ha scoperto che il suo Paese aveva messo in piedi, con l’aiuto di alleati, un sistema di monitoraggio di massa delle comunicazioni a livello globale. Oggi l’eroe dell’hacktivism si racconta in una nuova biografia uscita il 17 settembre in 20 paesi, incluso in Italia, dal titolo “Memorie Vive”. Il libro non contiene nuove rivelazioni scottanti sui programmi ultrasegreti della Nsa. Rivela piuttosto alcuni aneddoti sul funzionamento interno delle agenzie di intelligence Usa. Ma gli Stati Uniti hanno comunque voluto attuare l’ennesima vendetta nei suoi confronti, tipica di quella politica di tolleranza zero contro gli informatori che gli USA hanno sempre adottato. Martedì scorso, infatti, mentre Snowden promuoveva il suo libro, la giustizia americana ha aperto una procedura per violazione della clausola di riservatezza inclusa nel contratto che lo vincolava ai servizi segreti. La causa intentata dal tribunale federale di Alexandria richiede il sequestro dei proventi generati dalla vendita del libro e dalle sue conferenze. “Non c’è migliore prova di autenticità: il governo che avvia una procedura contro di te dicendo che il libro è troppo realistico e quindi che scriverlo è contro la legge”, ha commentato su Twitter l’autore dalla Russia, dove si trova in esilio dal 23 giugno 2013. “Mi chiamo Edward Snowden - si legge così nelle prime pagine del libro -. Prima lavoravo per il governo, oggi sono al servizio di tutti. Mi ci sono voluti 30 anni per capire la differenza, e quando l’ho colta, ho avuto qualche problemino in ufficio”. Nato nel 1983 a Elizabeth City, nella Carolina del Nord, il padre è ingegnere della guardia costiera mentre i suoi antenati, dei quakers britannici, immigrarono nel Maryland nel XVII secolo e la madre “è discendente diretta dei padri fondatori”, i primi americani arrivati nel 1620 per fondare la colonia di Plymouth, nel Massachusetts. Gli antenati di Snowden hanno partecipato a tutti i conflitti della storia americana, dalla guerra di indipendenza alla Seconda guerra mondiale: “La mia famiglia ha sempre risposto alla chiamata del dovere”, racconta l'informatico sul libro. Una discendenza d’onore che fa di Snowden un vero e proprio patriota.

Fonte: Il Fatto Quotidiano

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