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di AMDuemila
La fotografa racconta gli anni vissuti a Palermo

Con una standing ovation la fotografa Letizia Battaglia è stata salutata al SalinaDocFest dopo la proiezione del docufilm "Shooting the mafia" di Kim Longinotto, che la vede protagonista. All'incontro, a cui hanno partecipato anche tanti giovani delle scuole, Letizia Battaglia ha raccontato la sua esperienza a Palermo durante la guerra di mafia come fotoreporter del quotidiano "L'Ora", ma anche le sue vicende private di donna libera da schemi e pregiudizi come racconta il film di Longinotto. "Non credo che sia banale - ha sottolineato - chiedere la felicità. La felicità è una conquista ma anche un dovere". Parlando di "Shooting the mafia" ha detto: "L'ho visto per la prima volta in America. Credo che nel film non emerga la ricerca della felicità che c'è stata nella mia città, personale e collettiva, nel lavoro di ricostruzione che abbiamo fatto negli anni ma va bene così". Battaglia ha citato poi Mezzocielo, la rivista realizzata nel 1991 da sole donne, per parlare del ruolo femminile oggi nella società e nella politica: "Abbiamo avuto vent'anni beceri senza grandi valori. Noi donne siamo più sensibili a temi come quello dell'ambiente, cercheremmo di salvare il pianeta e non di distruggerlo. E invece non abbiamo lo spazio che meritiamo. Ad esempio perché ci sono così poche donne al momento in questo governo?". Riguardo infine alla querelle sollevata alla Mostra di Venezia dal film "La mafia non è più quella di una volta" di Franco Maresco per la fotografa si è trattato solo di una polemica giornalistica: "La stampa ci ha ricamato solo per fare un titolo a effetto ma evidentemente se il film ha vinto il Premio Speciale della Giuria ha anche un suo valore morale".

Foto © Ansa

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