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di Jean Georges Almendras - Fotogallery
Il giornalismo libero cileno apre le porte al Movimento Our Voice
Il TTP11 è un trattato internazionale che il governo cileno ha varato contro la volontà dell'opposizione di sinistra che l'ha contestato aspramente. Per saperne di più clicca qui

Avevamo annotato nella nostra agenda l'incontro di Our Voice con un giornalista di Radio Universidad de Cile. Incontro che ha avuto luogo. Il giornalista è un giovane di nome Eduardo Andrade. Un giovane che si è incontrato con tre ragazzi del suo tempo: Sonia Tabita Bongiovanni, Matías Guffanti e Diego Grachot, pronti a rispondere alle domande di questo comunicatore onesto. Un’intervista chiarificatrice condotta, nonostante la sua giovane età, con la maturità di un professionista e caratterizzata da franchezza e sintonia delle idee, nei concetti e negli obiettivi.
Sede dell’incontro lo studio televisivo di Radio Universidad de Cile. Un incontro simbolico che ha rappresentato l'apertura dei mezzi di comunicazione al Movimento Our Voice. Un'accoglienza molto apprezzata che è stata un importante passo nel cammino dei giovani del Movimento. Giovani che minuto dopo minuto continuano a dare forma ad un movimento artistico (e rivoluzionario), pacifico e culturale.
Eduardo Andrade non è stato critico, ma rispettoso. Diretto nelle sue domande. Come lo sono stati anche i suoi intervistati. Sonia Tabita Bongiovanni ha parlato senza restrizioni delle origini del Movimento e sia Matías Guffanti, che Diego Grachot, hanno approfondito parlando dei pilastri su cui si basa il Movimento, sottolineando che Our Voice è un movimento apolitico. È un Movimento libero. Un Movimento che attraverso l’arte cerca di cambiare la società incoraggiando i giovani a sviluppare la propria coscienza rispetto ai grandi problemi che vive l'umanità in questo tempo.
L'intervista è stata più simile ad un incontro tra amici con le stesse idee. Lo stesso obiettivo. Amici che dialogavano con spirito costruttivo. Amici impegnati in cause sociali e che non sono riusciti a mantenere i confini tra giornalista e intervistati, perché le analogie tra loro sono emerse in abbondanza e sono aumentante con le risposte date. Risposte che, oggi come oggi, i giovani di Our Voice sanno esporre con saggezza. Con buonsenso. Con senso di giustizia.
Nella stessa giornata, a mezzogiorno circa, ha avuto luogo un nuovo appuntamento con il giornalismo cileno. Questa volta negli studi radiofonici Recabarren, della Casa de los Trabajadores, come ospiti del programma “De todo un poco”. A dare un caloroso benvenuto ad Our Voice, i giornalisti Juan Riquelme e José Galaz.
Una nuova occasione di dialogo, in un ambito giornalistico molto speciale, in cui l’attivismo dei lavoratori è un simbolo della società cilena. Ed i giornalisti presenti in studio hanno vissuto l'intervista con spirito attivista. Con il sentimento del compagno di lotta. A favore della vita e della verità, senza dimenticare le lotte di altri uomini, come Salvador Allende, tra altri.
I trenta minuti di intervista si sono dimostrati insufficienti. Giornalisti ed intervistati hanno parlato la lingua di coloro che hanno sete di giustizia. Juan Riquelme e José Galaz hanno promesso di diffondere tutte le attività del Movimento perché hanno capito - senza ipocrisia- che aiutarli è un nobile compito, perché concordano che dall'arte la rivoluzione pacifica è possibile. Che questa rivoluzione è indispensabile ed è divenuta necessaria. Riquelme ha inoltre lasciato le porte aperte affinché i giovani di Our Voice possano ritornare al programma ("quando lo vogliate e quando ne abbiate bisogno"), queste le testuali parole, affinché in futuro possano, attraverso l'arte, partecipare ad alcune attività della Centrale Unitaria de Trabajadores (CUT) di cui è il direttore.


Le porte aperte del giornalismo cileno hanno reso possibile un altro incontro estremamente significativo. Un incontro con i membri della piattaforma di resistenza contro la firma dei Trattati di Libero Commercio in Cile. Piattaforma alla quale partecipano i nostri redattori di Antimafia Dos Mil e conduttori del programma “La Verdad una alternativa”: Claudio Rojas e María Cecilia Bartholin.
Patrizio López, coordinatore della Piattaforma, oltre a dare un cordiale benvenuto a Sonia Tabita Bongiovanni, Matías Gufanti e Diego Grachot (rispettivamente, fondatrice e direttrice di Our Voice, rappresentante per il Sudamerica e rappresentante dell'Uruguay), ha esposto una sintesi storica e circostanziale, non solo del grave problema che affrontano i cileni, ma anche gli aspetti più salienti e rappresentativi della lotta che come Piattaforma stanno realizzando.
L’incontro dall’alto valore conoscitivo si è svolto nella sede della Fundación Heinrich Boll, Ufficio Regionale Sud, dove i giovani di Our Voice sono stati i principali protagonisti. López non si è limitato ad esporre le basi fondamentali su cui si basa la lotta, ma ha fatto un'esposizione non solo della realtà, cilena ma anche di quella dei paesi fratelli, Argentina ed Uruguay. Poco dopo si sono aggiunti anche altri membri della Piattaforma la cui partecipazione è stata fondamentale.
"Cile è stato un paradigma in materia di libero trattato. Non stiamo parlando solo di un tipo di modello economico, ma del fatto che qui abbiamo un tipo di governo corporativo delle imprese. Sono le imprese che stanno dietro a tutto questo. È stato un successo avere fermato questa forma di libero trattato nella Camera di deputati, anche se poi al Senato non è stato possibile. Noi abbiamo messo in discussione il modello che a livello cileno è fondamentale. Se fermeremo o no il TPP è comunque un successo. E se riusciamo a fermarlo definitivamente sarebbe una vittoria mondiale, non solo del Cile. Sarebbe un cambiamento globale. E a questo punto non parliamo solo di modello economico, ma parliamo di governi corporativi e ci troviamo a discutere su come le imprese hanno acquisito potere. Questo è il punto. È il principale problema. Inoltre, in un continente come il nostro, il modello estrattivo, estrae principalmente nel territorio indigeno".
I giovani di Our Voice hanno ascoltato attentamente le diverse spiegazioni che hanno dato luogo ad ulteriori domande. Domande per approfondire il tema. Domande per capire tutte le sfumature di una complessa problematica. Domande mature in cerca di risposte adeguate che consentano loro di orientare il modo in cui possono abbracciare questa lotta e questa resistenza attraverso l'arte che storicamente portano avanti le organizzazioni che compongono la Piattaforma contro il TPP 11.
I tre giovani pilastri del Movimento Our Voice, si sono dimostrati all’altezza delle circostanze durante l’incontro in un confronto con persone molto competenti. Persone che hanno alle spalle ore ed ore di lotta sostenuta da tempo, con fermezza e dedizione esclusivamente attivista, e con consapevolezza, prendendo in considerazione la complessità del problema.
Il nostro contributo come movimento artistico è acquisire l'informazione che ci hanno dato e che conseguiremo nei giorni a venire, e che cercheremo di plasmare sulla scena, in ognuna delle nostre rappresentazioni, per fare conoscere e diffondere il tema", ha detto Matías Guffanti.
"Di fronte ai molti problemi che noi affrontiamo, posso dire che non si parla molto delle cause di queste ingiustizie, di queste situazioni. E dobbiamo parlare della causa principale che alla fine, come le mafie, ed ognuna di queste situazioni, sono tutte interconnesse. L'arte è il mezzo che consideriamo giunga maggiormente alla coscienza dei giovani" ha concluso Sonia Tabita Bongiovanni.

Tratto da: ourvoice.it

Foto © Our Voice

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