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di Jean Georges Almendras

Il primo appuntamento di Our Voice diretto dalla fondatrice Sonia Bongiovanni giunta dall’Italia per gli eventi che vedono protagonisti la giovane attrice italiana e i suoi collaboratori con i giovani cileni si è tenuto presso l'istituto scolastico e liceo ‘Renacer’, nel quartiere Puente Alto a Santiago del Cile. Un quartiere prettamente operaio: di lavoratori. Lavoratori che molte volte devono convivere con la disperazione e la povertà. Con la paura che i loro figli cadano nella trappola del consumo di droga o di alcool. Con la paura degli uomini e delle donne che, come genitori, devono convivere con la lotta quotidiana che garantisca la sopravvivenza e la crescita dei propri figli. In questi quartieri le necessità materiali si scontrano con l’indifferenza di chi, al potere, pensa ad arricchire se stesso senza curarsi della collettività. Perché l’egoismo predomina ed i conflitti umani si acutizzano e si moltiplicano.
Il primo appuntamento di Our Voice con i giovani cileni è avvenuto in questo contesto di vita dove la presenza dei membri del Movimento, ne siamo certi, ha portato una luce. Una luce di speranza per le loro vite, per i loro cuori. Una luce emanata da giovani come loro. Giovani che sono cresciuti con le stesse necessità e con genitori ugualmente sopraffatti dalla paura.
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Paure che hanno iniziato a svanire nel vedere che oggi i loro figli condividono le loro attività e le loro vite, facendo parte di un movimento che non conosce limiti e porta avanti il coraggioso impegno di risvegliare le coscienze di una generazione che viene fagocitata da un sistema divoratore di sentimenti. Un sistema perverso che punta e incentiva l'individualismo, l'indifferenza e l'egoismo.
In questo contesto di vita giovani latinoamericani di oggi, circa 300 studenti dell’Istituto Renacer, si sono incontrati con i membri di Our Voice e i risultati sono stati da subito evidenti.
Inizialmente lo scenario si e’ aperto in un enorme cortile. Ma successivamente l'incontro si è svolto in un ampio salone di un piano alto dell'edificio scolastico. In entrambi i casi le reazioni degli studenti sono state immediate.
I nostri giovani di Our Voice hanno parlato delle loro origini e dei loro obiettivi. E tra le espressioni di stupore alcuni degli studenti hanno interagito con incredibile spontaneità. O per meglio dire, senza filtri. Un adolescente ha parlato della problematica che vive in casa. Ha parlato del consumo di droghe. Ha parlato. Non è rimasto in silenzio. Non è rimasto impassibile. Al contrario. Si è sentito di non essere solo. Ha sentito che altri giovani lo ascoltavano. Che lo comprendevano. E ancora più importante che sposavano la sua lotta contro chi spaccia droga e contro chi distrugge la società attraverso la criminalità, la violenza.

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