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di AMDuemila
Presto la città avrà una sede per l’associazione Testimoni di Giustizia

“Ho rifiutato la mia scorta, credo che non ci sia migliore scorta del tuo popolo”. E’ questa la frase pronunciata dal testimone di giustizia, Ignazio Cutrò, durante la presentazione del libro che parla della sua storia “In culo alla mafia” scritto da Emanuele Cavallaro, che ha riconciliato l’imprenditore antiracket con la sua città, Bivona. Secondo le aspettative l’incontro sarebbe stato disertato, ma molti cittadini hanno occupato la sala. E’ così che la presentazione ha preso il via. Il giornalista Giuseppe Caruana ha moderato gli interventi dell’autore Emanuele Cavallaro, del sindaco e del presidente del consiglio comunale di Bivona, rispettivamente, Milko Cinà e Gaspare Bruno e del procuratore aggiunto di Agrigento Salvatore Vella, che negli anni di servizio alla Procura di Sciacca, ha raccolto le testimonianze di Ignazio Cutrò che poi scaturirono nella maxi operazione antimafia “Face Off” che portò all’arresto, tra gli altri, anche di Luigi Panepinto, ex compagno di scuola dello stesso Cutrò. “Il pubblico questa sera - ha detto il magistrato - ci da tanta speranza”.

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Durante l’incontro è stato annunciato che l’associazione Testimoni di Giustizia, di cui Cutrò ne è presidente, avrà una sede. “Offriremo dei locali comunali per istituire a Bivona una sede dell’associazione nazionale Testimoni di Giustizia” ha detto il presidente del consiglio comunale Cinà. A portare un filo di amarezza nella serata è stato l'episodio di domenica scorsa in cui ignoti hanno strappato alcuni manifesti di promozione dell’evento. La richiesta di Cutrò per conoscere i responsabili, non solo è stata accettata dal sindaco, ma dopo l’incontro tutti i partecipanti hanno accompagnato Ignazio Cutrò a rimettere una delle locandine strappate. Una passeggiata culminata in un unico grido: “In culo alla mafia”.

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