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di Silvia Fumarola - Video
La Rai per la Giornata della memoria in ricordo delle vittime innocenti delle mafie (21 marzo) con speciale e approfondimenti. Il presidente Foa: "Tenere viva la tensione morale di un fenomeno da combattere come quello delle mafie". L'ad Salini: "Libera rappresenta l'Italia migliore di cui la Rai vuole farsi portavoce"

I nomi delle vittime sono scritti sui campi, nei vicoli, sulle facciate dei palazzi, nelle piazze: è d'impatto lo spot della Rai per la XXIV Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. Il 21 marzo don Ciotti con Libera sfilerà a Padova (RaiNews seguirà la diretta della manifestazione) ma l'intera offerta del servizio pubblico proporrà speciali e approfondimenti. In tutti i programmi si parlerà dell'impegno contro la mafia, saranno proposti film e fiction di impegno civile per ricordare chi non c'è più.

Don Luigi Ciotti, come sempre, va dritto al punto: "Io non ringrazio nessuno, facciamo solo il nostro dovere, ognuno per la propria parte e il proprio ruolo" spiega nel suo intervento in viale Mazzini. "La gratitudine ve la esprimono le persone che non ci sono più. La memoria viva si deve tradurre tutti i giorni in responsabilità e impegno, non è un evento. Bisogna stringersi intorno a quelle famiglie perché il loro dolore non finirà mai".


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"Questa conferenza stampa rappresenta un momento di dovere civico" dice il presidente della Rai, Marcello Foa. "Sappiamo che una volta passata l'emozione sincera del primo momento, spesso chi ha subito in prima persona un lutto sente una certa solitudine. Quindi la scelta di celebrare ogni anno è un gesto molto alto, molto nobile, che contribuisce a tenere viva la tensione morale di un fenomeno da combattere come quello delle mafie". "L'articolo 2 del nostro contratto di servizio dice che dobbiamo contribuire a diffondere la cultura della legalità. La Rai è la più grande azienda culturale italiana e per questo dobbiamo porci il problema di cosa sia per noi la cultura della legalità" gli fa eco gli fa eco l'amministratore delegato, Fabrizio Salini. "La prima cosa è non aver paura di accendere i riflettori dove le voci sono meno urlate e raccontare i fatti. Libera rappresenta l'Italia migliore di cui la Rai vuole farsi portavoce". Tutti i tg e i canali (da RaiMovie a Rai Storia con Diario civile ma anche Rai Ragazzi e RaiGulp che alle 15 manderà in onda Giovanni e Paolo e il mistero dei Pupi, il cartone animato ispirato alle figure dei due giudici antimafia, oltre a Radio Rai) seguiranno la Giornata in cui verranno letti gli oltre novecento nomi delle vittime.


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"Abbiamo un debito di riconoscenza nei confronti di chi è stato assassinato e nei confronti  delle famiglie" spiega Don Ciotti, "sono morti ma sono ancora vivi perché le loro speranze devono camminare sulle nostre gambe. Dobbiamo essere noi più vivi, più veri, più coraggiosi per costruire ancora più vita". Ricorda Saveria Antiochia, la mamma di Roberto, il poliziotto ucciso col commissario Ninni Cassarà il 6 agosto 1985. Aveva 23 anni, la madre - morta nel 2001 - ha combattuto per la verità fino all'ultimo giorno della sua vita. "Era stato trasferito da Palermo a Roma per gravi problemi familiari" racconta il presidente di Libera "ma tornava a in Sicilia in vacanza. Quando fu ucciso il commissario Montana andò al funerale e vide che Ninni Cassarà non aveva tutela. Si offrì volontario per la scorta. Vennero uccisi insieme. La madre di Roberto, Saveria Antiochia, diceva: 'So che chi non piange e non grida muore dentro. Quel giorno hanno colpito anche me, ho sentito anch'io i proiettili'. Voglio dire che le mafie sono un problema di tutti. Nel Nord Est non si sono infiltrate, si sono radicate . Nessuna regione può considerarsi esente, si sono fatti imprenditori".


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Nel 2010 scoppiò una polemica feroce tra Roberto Saviano, che nel suo monologo, ospite di Fabio Fazio, parlò delle infiltrazioni della 'ndrangheta anche al Nord, in Lombardia. L'allora ministro dell'Interno, Roberto Maroni, chiese addirittura una puntata "di riparazione". Oggi che si parla apertamente di infiltrazioni mafiose nel Nord Est, a Don Ciotti che effetto fa? "Maroni all'epoca mi chiese di incontrare i sindaci delle città della Lombardia" spiega il sacerdote, "ricordo l'incontro al Pirellone e in quell'occasione fu riconosciuto che il problema c'era. Libera è apartitica, ma è disposta a collaborare con le persone che vogliono fare le cose".

In prima fila, nella grande Sala degli arazzi della Rai ci sono i parenti delle vittime, peccato che i vertici Rai si siano alzati dopo l'intervento di don Ciotti, prima dell'inizio della conferenza stampa vera e propria. Sempre in fuga dalle domande, chissà poi perché.


Tratto da: repubblica.it

Foto © Imagoeconomica

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