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limbodi Jean Georges Almendras
Come un uragano di un’intensità indescrivibile e con un linguaggio universale, la sera del 23 novembre, Our Voice ha presentato la sua opera teatrale in uno scenario della drammaturgia montevideana. La struttura del antico edificio della capitale uruguaiana, all’angolo tra le vie Tristán Narvaja e Mercedes è stata la cornice ideale affinché la libera espressione dell'arte, ad opera di una ventina di giovani attivi provenienti da diversi paesi come Italia, Argentina, Paraguay ed Uruguay capitanati da Sonia Bongiovanni), rappresentasse in definitiva un inconfondibile messaggio per la società uruguaiana, regionale e mondiale. Un messaggio di speranza? Certamente. Un messaggio di resistenza? Certamente. Un messaggio di lotta? Certamente.
"Limbo", questo il titolo dell’opera teatrale di Our Voice, ha permesso di conoscere la realtà dei nostri giorni. Realtà che per alcuni meritano le prime pagine mentre per altri passano in secondo piano. Ma in concreto il cast di interpreti ha parlato alla platea in un linguaggio significativamente, che ha assunto i toni della denuncia, chiara e limpida. Della denuncia che spinge alla riflessione. Che spinge all’azione. E che cerca, fondamentalmente, di sensibilizzare i giovani di tutto il mondo.
"Limbo" è il risultato del lavoro di squadra degli interpreti. Ognuno con il proprio talento. Ed ognuno con la propria disponibilità. Con l'unico obiettivo di rendere concreta un'idea comune. Un'idea i cui protagonisti erano il dogma, il popolo e il coraggio. I protagonisti del nostro tempo. I protagonisti il cui denominatore comune era la condizione umana, come filo conduttore, in una accurata scenografia che ha fatto da sfondo ai testi perfetti e dinamici, e di una messa in scena compatta ed accattivante
La critica teatrale su "Limbo" è stata minima, innocua, di fronte al gigantesco messaggio racchiuso in ogni trama del testo presentato attraverso la testimonianza umana.
La polemica intima dei personaggi e dei conflitti sociali dei nostri giorni espressi in modo crudo limitazioni parlano e schiaffeggiano/colpiscono lo spettatore, travolgendolo a momenti in un mare di emozioni. Perché le scene sono spudoratamente devastanti, sfacciatamente violente; sfacciatamente sensibili e sono sfacciatamente gli emblemi del Movimento. Perché sono scene e parole di denuncia.
Quella sera Our Voice è stato un Movimento di giovani non indifferente né alle persecuzioni dei popoli originari, né alle violazioni di diritti umani in Uruguay sotto le fauci del Piano Condor, nel periodo delle dittature, né alle ipocrisie del sistema politico, tra altri mali.

bongiovanni sonia grachot d

Un spettacolo piacevole che ha lasciato lo spettatore con il desiderio di un seguito. Una proposta artistica impeccabile. Un brutale richiamo alla coscienza cittadina. Una proposta atipica. Ed un'arringa indiscutibile.
"Limbo" è stato ed è la voce dei molti giovani di questa società moderna che non dovrebbero girare le spalle a questo tipo di progetti.
"Limbo" è stato ed è un'idea rivoluzionaria che si gestisce da sé. Ha il suo proprio linguaggio eppure arriva ad ognuno degli spettatori. Gli spettatori che non hanno la pallida idea del lavoro (dietro le quinte), per creare scena dopo scena e riuscire nell’obiettivo principale: trasmettere valori e stimolare gli spettatori a risvegliarsi e lottare.
L'arte riesce a fare molto. Ad ogni passo. In ogni scenario. L'arte, quindi si rende necessaria, anzi indispensabile. E sicuramente ognuno degli spettatori si è trovato a vivere nell’interpretazione degli attori di Our Voice lo stesso sentimento dell’attivismo studentesco.
Perché in definitiva, Our Voice, è un eccellente strumento affinché le idee dei martiri dell'umanità e le legittime denunce delle ingiustizie sociali e delle violazioni dei Diritti Umani non giacciano più, né sugli scaffali dell’oblio né nelle celle sotterranee dell'egoismo, ma al contrario, si diffondano ai quattro venti, rimarcando all'umanità che i giovani sono presenti e che solo da loro dipende il futuro dall'umanità.
"Limbo" è stata una sfida. È stata (ed è) una pagina della storia di Our Voice; e lo è anche della storia dei giovani dell'America Latina. Quei giovani che ci chiamano alla resistenza ed alla rivoluzione culturale. Che ci chiamano alla trasparenza nelle nostre azioni e nelle nostre responsabilità. Che ci dimostrano, con i fatti e le azioni, che non dobbiamo lasciarci sedurre né dalla corruzione, né dalla impunità, né dalle ipocrisie.
Le strutture conservatrici, della società uruguaiana, che si aggrappano ai silenzi, alle repressioni e alla cultura dell'impunità, quando ad entrare in scena sono i giovani come quelli del movimento Our Voice vengono smantellate e additate da molte mani.
Il copione incrocia le idee e evidenza tutti i mali. Il copione gioca con le metafore. Gioca con la ragione umana esaltandola e lapidandola. Il copione affronta ogni angolo impervio della condizione umana. Ed è questo il successo del Movimento. Non lascia niente al caso. Niente. Utilizza tutto. E lo trasforma.
Sono giovani militanti in favore della giustizia e della verità che ci hanno messo con le spalle al muro.
Giovani che attraverso l'arte (teatro) musica, danza e poesia, ci hanno parlato del passato perché guardano insistentemente in avanti. Giovani che guardano al futuro. Giovani letteralmente disgustati da questa società.
I giovani sul palco hanno lasciato un'impronta inedita, che denota impegno, perseveranza, coraggio e principalmente ansia di libertà.
Ed in chiusura, tra l'effervescente interpretazione giovanile, il colpo di scena spettava al presidente del Movimento Our Voice, Giorgio Bongiovanni che ha interpretato uno dei personaggi.
Un dettaglio certamente non secondario.

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