di Stefano Cucchi Onlus
Roma. A Riccardo Casamassima e Maria Rosati, i carabinieri che hanno di fatto portato alla riapertura di un processo sulla morte del geometra romano Stefano Cucchi. A Donata Bergamini, sorella di Denis, 27enne ferrarese promessa del calcio trovato morto nel 1989 e il cui caso si è riaperto dopo 29 anni di battaglie. E alle soccorritrici e i soccorritori in mare nel Mediterraneo Centrale. Sono questi i vincitori del Premio Diritti Umani 2018 dell’associazione Stefano Cucchi Onlus, conferiti nell’ambito del Quarto Memorial Stefano Cucchi a Roma.
Stefano Cucchi “moriva all’alba del 22 ottobre 2009, moriva letteralmente di dolore e nel disinteresse generale di tutti coloro, Pubblici Ufficiali, che in quei sei giorni del suo calvario a vario titolo ebbero a che fare con lui”, si legge nelle motivazioni del premio a Casamassima e Rosati. “È morto, oggi lo sappiamo, perché è stato violentissimamente pestato. Sono state due voci fuori dal coro, due persone in divisa ad aver avuto il coraggio di rompere il muro di omertà. Due persone, due carabinieri, che oggi si trovano a dover pagare il prezzo per aver compiuto il proprio dovere”. Il premio Associazione Stefano Cucchi Onlus per i diritti umani 2018 va a Riccardo Casamassima e Maria Rosati, “per aver scelto di non voltarsi dall’altra parte, per aver preso la decisione di onorare la divisa che indossano e nella quale tutti noi crediamo”, dice la presidente dell’associazione e sorella di Stefano, Ilaria Cucchi.
Quella di Donata Bergamini è la storia di un’altra sorella che non si è arresa. Il 18 novembre 1989 Denis Bergamini, 27enne ferrarese promessa del calcio, con una carriera già di grande successo e con tutta la vita davanti, venne trovato morto sulla strada statale 106 Jonica in provincia di Cosenza. Fin da subito si parlò di suicidio. “Ma la famiglia non ci credette, nemmeno per un istante: troppe erano le circostanze poco chiare. E non si arrese, mai”. Sono passati 29 anni da allora. Anni in cui i genitori, Domizio e Maria, e la sorella Donata “hanno speso tutte le energie e fino all’ultima risorsa economica in nome dell’amore per Denis. Oggi, grazie alla loro tenacia, dopo due archiviazioni, la Procura di Castrovillari ha riaperto le indagini. Oggi finalmente si parla di omicidio: questo ha chiarito la seconda autopsia eseguita sul corpo di Denis 29 anni dopo la sua morte”. A Donata Bergamini va quindi il Premio Diritti Umani 2018 dell’associazione Stefano Cucchi Onlus “per la sua forza, il suo coraggio e la sua lotta di civiltà”.
A settembre 2018 è stato registrata la più alta percentuale di persone partite dalla Libia e poi morte o disperse. La più alta di sempre. 1 persona su 10 ha raggiunto l’Europa, 7 su dieci sono stati riportati indietro in Libia, un paese dove queste persone vengono detenute in maniera arbitraria e in condizioni disumane e degradanti, torturate e stuprate (donne e anche uomini). 1 persona su 5, il 20%, è morta nella traversata o risulta dispersa, secondo i dati UNHCR e IOM elaborati da Ispi. “Nel Mediterraneo Centrale, al momento, non ci sono più testimoni, e non ci sono soccorritori. L’attività di ricerca e soccorso, prima appannaggio istituzionale con l’operazione Mare Nostrum, poi portata avanti dalle organizzazioni umanitarie, negli ultimi due anni è stata letteralmente criminalizzata”, spiegano dall’associazione Stefano Cucchi Onlus. “Ma c’è ancora una società civile che non si arrende e che lotta perché alcuni principi di base vengano rispettati. Salvare persone in mare è questione di umanità, oltreché di logica. La politica viene insieme e durante, ma non a discapito degli ultimi”, si legge nelle motivazioni. “Ci sono donne e uomini che in mare hanno salvato e salvano ancora vite, riempiendo di fatto il vuoto istituzionale. Ed è a loro che va il merito di non cedere e di lottare perché l’umanità, nei confronti degli ultimi del mondo e anche di noi tutte e tutti, non vada perduta”. Alle soccorritrici e ai soccorritori in mare, nel Mediterraneo Centrale, il premio Associazione Stefano Cucchi Onlus per i diritti umani 2018 “per la loro forza, il coraggio e la lotta di civiltà che è lotta per tutte e tutti”. A ritirarlo, Tommaso Fabbri, MSF Belgio e già coordinatore delle missioni in mare, Lorenzo Leonetti, già a bordo di Open Arms dell’ONU Proactiva, e Alessandro Porro, soccorritore di SOS Mediterranèe appena sceso dall’Aquarius.
(7 ottobre 2018)
(Grazie a Mauro Biani per l’impegno e il sostegno)
Tratto da: stefanocucchi.it