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alpi hrovatindi Graziella Di Mambro
Venerdì mattina, dalle 9 alle 12.30, di nuovo tutti a piazzale Clodio, davanti al Tribunale di Roma, dove il giudice Andrea Fanelli dovrà decidere se continuare a indagare sulla morte di Iaria Alpi e Miran Hrovatin o se accettare la richiesta di archiviazione della Procura. Un’udienza importantissima, fissata alla luce della consegna di alcuni documenti inediti in grado di riaprire l’inchiesta, ossia una serie di intercettazioni che risalgono al 2012, conversazioni tra soggetti somali che in Italia parlavano della morte dei due giornalisti avvenuta in Somalia il 20 marzo 1994 e su cui ancora oggi non si riesce a fare piena luce. Per questo è importante essere al sit in organizzato per l’otto giugno e al quale hanno già annunciato di aderire, come nella scorsa udienza del 17 aprile, la Federazione Nazionale della Stampa, Usigrai, il Cdr del TG3, Il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, l’Associazione Articolo 21, Rete Non Bavaglio, Legambiente, Libera, Libera Informazione e il Circolo Alpi Hrovatin di Legambiente Monteverde.
E alla vigilia dell’udienza, giovedì 7 giugno, un altro appuntamento a poca distanza da Roma avrà come obiettivo tenere accesi i riflettori sul bisogno di verità attorno alla morte di Ilaria e Miran. A Latina, l’amministrazione comunale ha deciso di intitolare una piazza alla memoria di Ilaria per non dimenticare il valore e l’impegno suo e di tutti i giornalisti che raccontano storie difficili e rischiose, a costo di mettere a repentaglio la loro vita e, in questo caso, con la ulteriore conseguenza della mancanza di un responsabile di quanto accaduto. La piazza è stata pensata anche per dare un messaggio di legalità in una città alle prese con seri problemi legati alla presenza di criminalità organizzata sia esterna che autoctona e che nel recente passato ha tentato di contaminare alcuni servizi e spazi pubblici. Alla cerimonia di Latina saranno presenti i vertici della Federazione nazionale della Stampa e del Consiglio Nazionale dei Giornalisti, i quali hanno donato la targa che verrà installata nel grande giardino del Parco degli Elleni, nello spazio antistante la nuova chiesa di Santa Chiara, a sua volta una struttura che vuole rappresentare il recupero urbano e sociale di quel quartiere.

Tratto da: articolo21.org

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