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ostia arresto 610di Franco Di Carlo
Per la mia esperienza e a mio avviso, non è una guerra di mafia tra clan rivali.
Dietro agli agguati tra gruppi familiari e imparentati fra loro, la vera mafia, quella che comanda, si è veramente incazzata per quanto avvenuto a Ostia.
Esaltati, teste calde che si esibiscono in testate a giornalisti davanti alle telecamere, creando allarme e interesse mediatico e, soprattutto, provocando l’intervento massiccio delle forze dell’ordine sul territorio.
Tutto questo impedisce alla vera mafia, di continuare a fare affare e a svolgere le consuete attività, come da quarant’anni a questa parte.
Pertanto questi gruppi familiari ora sono stati avvisati con precisi segnali inviati sotto forma di attentati. Messaggio ben preciso: la prossima volta alzeremo la mira.
Sarei curioso di conoscere la reazione di coloro, più precisamente mi riferisco a giornalisti,  che dopo la sentenza di Mafia Capitale hanno riempito pagine di giornali per gridare ai quattro venti che la mafia a Roma non esiste.
Con anomala premura si provveduto con urgenza a far uscire Massimo Carminati, il Cecato, dal 41 bis. Cosa mai successa prima in Italia, né tantomeno in Sicila. Mi riferisco a qualche malcapitato che per un equivoco, si ritrovava al 41 bis, al carcere duro, ne  sarebbe voluto, provata l’innocenza, per farlo uscire dal carcere e non solamente dal 41 bis.
Una parte della società, giornalisti faziosi, piccoli politici, esultavano per la sentenza. Addirittura avevano prospettato di portare in giudizio il procuratore capo di Roma, perché lui e i suoi pm, avevano peccato di lesa maestà, definendo questa associazione a delinquere Mafia Capitale.
Viene da sorridere leggendo adesso che si intende far intervenire sul territorio di Ostia l’esercito, esattamente come in Sicilia con l’operazione Vespri Siciliani.
E adesso come la mettiamo con quanto sta avvenuto ad Ostia e con quanto ancora sta accadendo?
Come la possiamo definire Mafia Capitale, mafia marina? Ostia è un Municipio di Roma, Ostia è Roma.
E i benpensanti cui mi riferivo prima, quelli che il marchio mafia non lo vogliono sentire, marchio che deve essere esclusivamente prerogativa e sinonimo di Sicilia, cosa mai replicheranno?
Io ritengo per la mentalità romanesca e oriunda del Sud, questi Spada, Fasciani, Treassi, si siano profondamente offesi, vedendosi negare il titolo di mafiosi da parte dei media.
Che mala figura avrebbero fatto presentandosi a coloro cui estorcono il pizzo, alle vittime costrette a subire ogni sorta di sopruso.
Loro ritengono di essere mafiosi a pieno titolo e per esserlo si sono avvalsi di ottimi maestri. In particolare un appartenente alla famiglia Treassi si è imparentato con un boss siciliano, di Siculiana in provincia di Agrigento, sposandone la figlia. Per poi risiedere a Ostia insieme ai Caruana e Cuntrera.
Questa mafia moderna è da sradicare, una pseudomafia che non conosce mezzi termini, e anche con il territorio presidiato dalle forze dell’ordine, continua a commettere attentati, con arroganza e prevaricazione.
Io penso che costoro siano più pericolosi della mafia siciliana, la quale al momento opportuno, sapeva eclissarsi “calati iunco ca passa la china”.
Una mafia composta da giovani con il cervello sfatto dalla cocaina, che non sanno riflettere ma solo commettere reati.
E sicuramente non saranno sufficienti magistrati di prim’ordine , che da una  vita combattono la mafia, come il procuratore Pignatone, il suo aggiunto Prestipino, il suo pm Tescaroli, per sistemare le cose a Roma.
Occorre una seria riflessione politica.
Stava per provarci la precedente giunta capitolina, prima dell’avvento della sindaca pentastellata Virginia Raggi. Il sindaco Ignazio Marino aveva affidato le deleghe alla legalità all’assessore Sabella, ex pm antimafia.
Ma non appena questi si era attivato, scoprendo in particolare cosa stava accadendo in particolare nel territorio di Ostia, quella giunta è durata, come suol dirsi, da Natale a Santo Stefano.

Tratto da: articolotre.com

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