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de luca cateno bibbia pinocchiodi Franco Di Carlo
Sarà perché l’Italia è un paese senza memoria che il clamore per il personaggio inserito nella lista del centrodestra, eletto e immediatamente arrestato, ha raggiunto un fragore esponenziale.
Parliamo di Cateno De Luca, come fosse il primo degli indagati o pregiudicati messi nelle liste elettorali, per le consultazioni comunali, provinciali o nazionali.
Oramai è consuetudine da almeno 25 anni.
Dai tempi berlusconiani, dai tempi della prima ammucchiata del centrodestra, Forza Italia, Lega, Udc, Alleanza Nazionale, più altri satelliti, ancora tutti presenti, anche se forse le facce sono cambiate, facce di un colore indefinibile.
C’è stato solo un brevissimo periodo, se non ricordo male, in cui hanno prestato attenzione alle liste, perché nel 1992-93, gli anni delle stragi e di Mani Pulite, provavano vergogna ad essere riconosciuti, ad essere chiamati onorevoli, mentre l’Italia stava andando alla deriva.
Ma è durato poco, con nuove facce, sempre di un colore indefinito, quel colore che non conosce la vergogna, tutto è ricominciato come se niente fosse accaduto.
Ministri che hanno affermato (a seguito delle indagini della magistratura) che con la mafia bisogna convivere e, se non lo avessero fermato, sarebbe giunto a sostenere che con la mafia bisognerebbe farci affari.
Dopo altri politici ancora, sempre in campagna elettorale, facevano diventare un boss di Cosa Nostra un eroe e, altri partiti inserivano in lista per il Parlamento soggetti che possono essere definiti con una metafora siciliana “Il più pulito c’ha la rugna”:
Infatti, come in Sicilia, in Campania e in altre regioni, il centrodestra con le ammucchiate vince.
Ma perchè il centrodestra vince ammucchiandosi?
Perché parte della sinistra di una volta, e quella attuale, ha sempre ripetuto che i voti della mafia non li vuole. In questo modo, tutti i piccoli pregiudicati, tutti coloro che hanno problemi con la giustizia e che naturalmente si sentono mafiosetti, votano per i partiti che non li rifiutano, per i soliti problemi di mentalità mafiosa.
Vanno dove trovano porte aperte e dove non vengono ghettizzati.
Vorrei spiegare, sperando di non essere frainteso che, in particolare determinati partiti, hanno incentrato le campagne elettorali con lo slogan “non vogliamo i voti della mafia”.
Sarebbe meglio cambiare, e meglio articolare il pensiero “noi non vogliamo nelle nostre liste personaggi sottoposti a indagini o processi, vogliamo liste pulite e il voto di qualsiasi cittadino che ne abbia diritto”.

Tratto da: articolotre.com

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