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masi saveriodi Francesca Scoleri
Intervento integrale del Maresciallo Saverio Masi durante l’incontro pubblico organizzato dalla Themis & Metis “La corruzione”, che si è svolto a Napoli, venerdi 19 maggio.Condividiamo pienamente quanto segue.
La corruzione è diventata di impossibile contenimento per il semplice fatto che, quella parte di politica ormai marcia, effettivamente si è sforzata di legiferare ma non per contenere il fenomeno criminoso, bensì per contenere le indagini ed i processi sulla corruzione; basti pensare alle leggi che hanno permesso a chi ricopriva cariche pubbliche di non essere processato o alle leggi che hanno reso inutilizzabili prove acquisite.
L’incisività del contrasto diventa ancor più impercettibile anche perché il 'fiore all’occhiello' della Giustizia italiana, ovvero la prescrizione, rende impunibili i corruttori.
Situazione allarmante poiché le organizzazioni criminali riescono sempre di più a condizionare la vita amministrativa delle nostre città anche tramite il sistema della corruzione che sempre più spesso incide sulla scelta dei politici; penalizza fortemente l’economia delle piccole e medie imprese sane mentre premia quelle che possono avvalersi delle forze politiche corrotte.
Le norme attuali non riescono minimamente a contenere la corruzione mentre opprimono la grande maggioranza degli onesti lavoratori sempre più spinti verso la precarietà. Una politica romana talmente nauseabonda che finge di non capire che il principale strumento di corruzione sono i conflitti di interessi che incancreniscono il Parlamento italiano.
Non viene di fatto riconosciuto dal legislatore che i reati legati alla corruzione sono gravi quanto quelli commessi dai mafiosi e poiché anche con la criminalità organizzata questi si integrano, vanno combattuti con una legislazione fortemente incisiva; la stessa messa in campo contro la mafia.
Il sistema della corruzione induce la stessa classe politica corrotta a tassare ulteriormente la classe media che, costretta a sopportare l’intero disastro economico con sacrifici umilianti sta ormai scivolando verso il baratro della povertà.
Ed è a causa del sistema corruttivo che vengono sempre più elusi i diritti inviolabili alla salvaguardia dell’ambiente, della salute, del lavoro e persino della casa, garantiti dalla Costituzione.
Diritto alla casa su cui si specula in maniera ancora più indegna persino in situazioni di catastrofi ambientali.
La corruzione è ormai diventata un problema di sopravvivenza economica; oltre a subire una tassazione spropositata il cittadino assiste inerme al taglio della spesa pubblica a causa del quale è costretto a rinunciare alla qualità ottimale del beneficio di numerosi servizi sociali. Il danno economico generato dalla corruzione ed anche dall’evasione fiscale è talmente elevato che i nostri parlamentari si guardano dal metterlo in evidenza, così come non mettono in evidenza il fatto che la percentuale di chi sconta una pena detentiva per reati legati alla corruzione è la più bassa degli altri paesi Europei.
Occorre tener presente che le poche persone che denunciano o che confermano i reati legati alla corruzione, vengono quasi sempre estraniati dal contesto professionale, mentre coloro che delinquono vengono avvantaggiati da carriere folgoranti sia nell’ambito economico che in quello politico.
L’attuale sistema criminale ormai, per la realizzazione di affari altamente remunerativi, si serve della sinergia tra metodo mafioso e corruttivo; quindi minacce, ricatti, intimidazioni ed abusi di pubblici poteri creano un contesto di difficile investigazione da parte delle forze dell’ordine e della magistratura.
È chiaro ormai che, con le normative vigenti, non si riesce a scalfire quel coacervo di interessi economici e politici che ruota intorno al sistema criminale della corruzione ; non è un caso che spesso i reati legati alla corruzione si scoprano mentre vengono utilizzate le leggi speciali per il contrasto alla criminalità organizzata ; reati che sarebbero rimasti impuniti o che nemmeno sarebbero stati scoperti utilizzando gli strumenti ordinari.
Perché la politica si ostina a non prendere in considerazione di dare finalmente la possibilità alla magistratura ed alle forze dell’ordine di avvalersi, nel contrasto alla corruzione, degli stessi strumenti utilizzati nella lotta alla mafia?
Se i detenuti con condanna definitiva per reati dei colletti bianchi sono numericamente irrisori, così come quelli detenuti in regime di custodia cautelare, e se le condanne definitive sono in costante diminuzione, non vuol dire che la classe dirigente sia in fase di redenzione morale; vuol dire che invece la classe politica corrotta si sta auto proteggendo, anche e soprattutto non fornendo alla magistratura gli strumenti idonei più volte invano sollecitati.
Proviamo, infatti, a fare un ragionamento inverso; è sotto gli occhi di tutti una realtà che ha visto nell’ultimo ventennio la mafia militare subire batoste processuali e confische record; una situazione finalmente favorevole alla Giustizia nel contrasto alle mafie che mai e poi mai si sarebbe potuto raggiungere precedentemente. Mi domando pertanto: 'la magistratura avrebbe mai potuto conseguire tali successi se avesse dovuto contrastare i reati commessi dei mafiosi con le stesse normative oggi utilizzate contro la criminalità dei colletti bianchi?
L’ingente danno economico causato dal sistema della corruzione che ciascuna famiglia italiana è costretta a subire è frutto di una politica criminale che permette alle lobby di arricchirsi ai danni dei contribuenti. Una scellerata politica fallimentare, messa in atto da chi mal governando criminalmente da oltre vent’anni ha il barbaro coraggio di autoproclamarsi pubblicamente “la salvezza economica del Paese”.
Pertanto, occorrerebbe:
– Introdurre un sistema premiale incisivo per il soggetto che denuncia o collabora. In questa fattispecie, se non c’è qualcuno che collabora, difficilmente il reato stesso viene scoperto.
– Introdurre le operazioni sotto copertura già previste per i reati inerenti stupefacenti, pornopedofilia e criminalità organizzata. Chissà perché la politica ha paura ad inserire nell’ordinamento giudiziario la norma che prevede la figura dell’agente provocatore anche per i reati inerenti la corruzione!
– Far sparire lo spettro della prescrizione sarebbe un atto di pura coerenza politica in un Paese che si vuole definire democratico. Il compito della magistratura e delle forze dell’ordine è infatti reso ancora più arduo in virtù del fatto che quelle rare volte in cui si riesce a provare un reato legato alla corruzione il procedimento penale si arena sullo scoglio della prescrizione. Situazione che crea un senso di impotenza e di arrendevolezza non solo in chi ha trovato il coraggio di denunciare ma anche da parte della collettività.
– Sarebbe il caso che i politici la smettessero di andare davanti le telecamere a prendere in giro gli italiani dicendo di avere già innalzato le pene massime per i reati legati alla corruzione quando ciò che serve è anche e soprattutto l’innalzamento delle soglie minime affinché si eviti che il condannato si sottragga anche ad un solo giorno di detenzione.
– Fondamentale ed incisiva sarebbe per vari aspetti soprattutto l’estensione della normativa in materia di misure di prevenzione patrimoniale prevista già per gli indiziati di mafia anche a quelli inerenti i reati legati alla corruzione. Provvedimenti che se approvati, determinerebbero un vero e proprio suicidio per la classe politica corrotta!
Bisogna avere il coraggio di ammettere che intersecandosi, corruzione e crimine organizzato necessitano delle più attente misure legislative; misure legislative che sono sempre più coerentemente ed opportunamente suggerite da autorevolissimi esponenti della magistratura ma che non vengono nemmeno prese in considerazione facendo calare la solita cortina fumogena dello scontro tra la politica e la magistratura. Scontro in verità inesistente poiché si tratta di veri e propri attacchi di quella politica marcia e corrotta all’indipendenza della magistratura ormai unico vero baluardo a difesa del cittadino. E così facendo si cerca di spostare l’attenzione mediatica su altri campi al fine di evitare di mettere mano ad una seria legislazione anticorruzione.
La politica che vigliaccamente si sottrae alle sue naturali responsabilità, genera tra l’altro, la sovraesposizione di magistrati, investigatori e pochissimi coraggiosi giornalisti ai quali viene lasciato il compito di scoprire i rapporti delle criminalità organizzate con il potere corrotto.
Approvare in parlamento queste ed altre norme anticorruzione decreterebbero sicuramente la fine della gestione delle lobby del potere che viene alimentata dal cancro delle tangenti. E’ questo il vero motivo per il quale si continua da quaranta anni a non voler risolvere il problema corruzione ed è anche questo il motivo principale che ha fatto perdere definitivamente la credibilità ad una classe politica sempre più impegnata a salvaguardare lo strapotere economico delle lobby e mai il benessere dignitoso dei cittadini.
Mi permetto inoltre di dire che trovo assolutamente vergognoso ed esente da alcuna titolarità di dignità umana che ogni 23 maggio avvenga quella transumanza di politici che, mentre a Roma costantemente eludono ogni seria iniziativa legislativa anticorruzione, a Palermo vengono invece a bivaccare per le strade dopo aver imbottito le cosiddette navi della legalità di ingenui antimafiosi, permettendosi una campagna elettorale pagata col sangue di Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino.
Rivolgerei pertanto un invito ai signori politici; un invito che sicuramente non sarà accolto ma che decreterà anche la loro definitiva morte politica: prima di scendere a Palermo a commemorare gli eroi caduti nelle stragi di Capaci e via d’Amelio, approvate una seria legge anticorruzione; questo non è l’unico ma è sicuramente il migliore modo di commemorare tutti i caduti per l’affermazione dei principi di legalità".

Saverio Masi

Tratto da
themisemetis.com

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