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portella ginestra bn 600di Luigi Lombardo
Anche domani, come tutti gli anni, mi recherò al mio santuario laico.
Per chi non lo sapesse "Portella delle Ginestre" è un altipiano vicino Piana degli Albanesi, dove i contadini erano soliti festeggiare il 1° maggio, festa dei lavoratori.
Quella mattina la folla andava festante, una vecchietta, sorridendo, credeva che fossero mortaretti e forse cominciò a battere le mani festosa forse rideva. Per una frazione di secondo... il sorriso sparì subito e si disciolse in un ghigno di terrore. Un mulo cadde con il ventre all'aria. A una bambina, all’improvviso, la piccola mascella si arrossò di sangue. La polvere si levava a spruzzi come se il vento avesse preso a danzare. C'era gente che cadeva, in silenzio, e non si alzava più. Altri scappavano urlando, come impazziti.
E scappavano, in preda al terrore, i cavalli, travolgendo uomini, donne, bambini. Poi si udì qualcosa che fischiava contro i massi. Qualcosa che strideva e fischiava. E ancora quel rumore di mortaretti. Un bambino cadde colpito alla spalla. Una donna, con il petto squarciato, era finita esanime sulla carcassa della sua cavalla sventrata. Il corpo di un uomo, dalla testa maciullata cadde al suolo con il rumore di un sacco pieno di stracci. E poi quell'odore di polvere da sparo.
La carneficina durò in tutto un paio di minuti. Alla fine la mitragliatrice tacque e un silenzio carico di paura piombò sulla piccola vallata. In lontananza il fiume Jato riprese a far udire il suo suono liquido e leggero. E le due alture gialle di ginestre, la Pizzuta e la Cumeta, apparvero tra la polvere come angeli custodi silenti e smarriti.
Alla fine la mitragliatrice tacque e un silenzio carico di paura piombò sulla piccola vallata. Era il 1° maggio 1947 e a Portella della Ginestra si era appena compiuta la prima strage dell’Italia repubblicana: 11 morti, due bambini e nove adulti. 27 i feriti. Tutti poveri contadini siciliani. 4 mesi dopo si dirà che a sparare dalle alture, sulla folla radunata a celebrare la festa del lavoro, erano stati gli uomini del bandito Salvatore Giuliano, ma lui e i suoi briganti non erano i soli. Oggi a quasi settanta anni, quella prima teoria continua a vacillare...
Da quella piana il sangue povero e onesto dei lavoratori intenti a festeggiare lancia ancora un urlo assordante che assume nuove forme e significati: mai più tristi commistioni tra mafia e politica, mai più vili depistamenti di stato, mai più sangue innocenti di poveri lavoratori... mai più!! Portella è il mio santuario laico cui ogni anno non lesino nessun un pellegrinaggio, rimango lì su quelle zolle imporporate del sangue di compagni festanti, sento i loro nomi richiamati ad uno ad uno nell'ora dell'eccisio, vedo mille bandiere al vento e in cuor mio piango lacrime amare per quella bandiera ancora rattrappita, lacera ed insanguinata: la bandiera della dignità che deriva da un lavoro vero e onesto, dignitoso e solido.
Disprezzo con tutta la rabbia sociale che posso coloro che solo nelle grandi occasioni si ricordano di quel giorno... di quell'altura...
un ultimo pensiero da quelle alture vola via lontano.
Buon 1 maggio!!

ANTIMAFIADuemila
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