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di AMDuemila
Il fratello del giudice ucciso in via d’Amelio intervenuto su Radio Popolare
“Mi sono sentito mancare il terreno sotto i piedi. Però è importante che la sentenza parli di assoluzione per non aver commesso il fatto, ammettendo implicitamente l’esistenza della trattativa. Vedo una parte positiva”. Così Salvatore Borsellino, fratello del giudice Paolo Borsellino e fondatore del movimento delle Agende Rosse, ha commentato questa mattina su Radio Popolare l’assoluzione dell’ex ministro Calogero Mannino, al processo trattativa Stato-mafia che si è svolto ieri con il rito abbreviato. “In ogni caso – ha continuato – è vergognoso che tanti organi di stampa, esponenti politici e delle istituzioni abbiano usato la sentenza per attaccare il pm Nino Di Matteo, ed il primo è stato Mannino”.
Salvatore Borsellino ha quindi dato appuntamento ai radioascoltatori alla manifestazione che le Agende Rosse, Scorta Civica e Antimafia Duemila stanno organizzando a Roma, per il 14 novembre, in sostegno di Di Matteo. Sul magistrato, ha detto, aleggia un “silenzio glaciale” in quanto Di Matteo non ha ricevuto “una sola parola di solidarietà, da parte delle istituzioni, a fronte delle minacce di morte a lui indirizzate”. “Purtroppo – ha riflettuto – nel nostro paese non c’è mai stata una volontà corale di combattere la mafia”.
Borsellino si è quindi soffermato sull’inchiesta sulla gestione dei beni confiscati che ha coinvolto il giudice di Palermo Silvana Saguto: “Ciò che fa paura – ha detto – è il fatto che non riguarda solo la Saguto, ma quello che possiamo definire un sistema di potere”.