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fd456406745d816a45cae554c788e75495di Vincenzo Musacchio - 30 maggio 2015
Il problema dei cosiddetti “impresentabili” è fondamentalmente attinente alla “questione morale”. Siamo di fronte a candidati che, per vari motivi, tra i quali anche i loro guai giudiziari, sarebbe stato opportuno non candidare. Per essere estremamente espliciti, mettiamola così: se i segretari di partito avessero avuto il coraggio di non candidarli, il problema non sarebbe esistito. Ma purtroppo siamo in Italia - la Nazione più corrotta d'Europa - e non si è avuto il buon gusto di evitare questo scempio morale.

Quanto accade ed è già accaduto, del resto, evidenzia le tante discrasie del sistema politico italiano. Penso, ma spero di sbagliarmi, che i cittadini onesti come reazione illogica diserteranno le urne, mentre tantissimi candidati spenderanno fiumi di denaro per ottenere il tanto ambito seggio. In questo contesto, ovviamente, i nomi di coloro che concorrono a formare le liste sono indicativi del degrado morale della politica. Non dimentichiamoci che in base alla nuova riforma elettorale voluta da Renzi anche da questi nuovi eletti si estrarranno i cento senatori che comporranno il nuovo Senato della Repubblica italiana.  Sono sempre più convinto che sarebbe il caso di fermarsi un momento a riflettere sul degrado attuale della politica che sta portando lentamente alla deriva il nostro Paese. Paolo Borsellino ha spiegato magistralmente in una delle sue ultime interviste l'equivoco di fondo della politica italiana attribuendo ai partiti il compito di fare
grossa pulizia al loro interno di tutti coloro che sono raggiunti comunque da episodi e fatti inquientanti non solo penalmente rilevanti. Ma a quanto pare il suo messaggio, a distanza di circa venticinque anni, non è stato ancora recepito.

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