Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

orchestra-falc-bors-ct-c-gbarbagallo-2di Pippo Giordano - 27 aprile 2015
Una Sicilia sempre e comunque sotto esame, con critiche talvolta fuori misura: una nenia che si protrae sin dall'Unità d'Italia. Tuttavia, spesso non sono poi affatto ingenerosi. In buona sostanza, siamo noi la causa dei nostri mali, giacchè non riusciamo a compiere quelle minuzie che fanno grande la Sicilia. Autostrade bloccate, la vetusta rete ferroviaria con un solo binario, che per raggiungere Palermo da Catania ci vogliano ancora cinque ore di viaggio. Eppure, c'è qualche megalomane che vorrebbe erigere un ponte che collega la Sicilia alla Calabria senza prima dotare la Sicilia di infrastrutture moderne. Ma per favore, state coi piedi per terra! I vari presidenti della Regione Sicilia, hanno fatto ben poco per dare al Popolo siciliano le condizioni di vita migliore. Solo promesse, solo chiacchiere sterili, e nel frattempo la Sicilia langue, nel disinteresse totale: immondizia, mafiosi, microcriminalità, illegalità diffusa, persino su Facebook, pochi giorni fa, esponenti di una sottocultura mafiosa ingiuriavano le forze di polizia per aver arrestato un presunto boss di Adrano. Follia assoluta. Insomma, una Sicilia che si presta a farsi “murmuriari” (criticare).

Di solito, quando il mio cuore si spezza da infelici notizie provenienti dalla Trinacria, mi rifugio nei miei nitidi ricordi di un paesaggio, soprattutto del corleonese, che rappresentava la gioa della mia Sicilianità. Luoghi agresti, intercalati da sinuose colline che formavano terrazze naturali, ove si poteva ammirare il colore del maturo grano. La mia anima si rallegrava alla vista di cotanta bellezza: sembrava un quadro dipinto da un pittore fiammingo del sedicesimo secolo. E spero che la mia, la nostra Sicilia, ritorni ad essere lo splendore di un tempo. Dobbiamo, tutti insieme, porre le condizioni di far parlare della nostra Isola in termini positivi e non di mafia, convincendo quei ragazzi di Adrano, dicendo loro, che dimostrare vicinanza al presunto boss, non è una strada percorribile. Sono stato ad Adrano su invito della “Fondazione La Città Invisibile”e in quella occasione ho conosciuto e apprezzato i bambini che ne fanno parte. Ed è per questo, che intendo evidenziare il loro l'esempio, bambini catanesi, alcuni provenienti da ambienti disagiati, che attraverso la musica realizzano i propri sogni. “Carusi” (bambini) pieni di gioia, felici di poter dimostrare che la Sicilia non è solo mafia o degrado: basterebbe che gli adulti ascoltassero i cuori di questi bambini, che attraverso le note musicali, irradiano tutta la loro innocenza. La “ Fondazione” è l’unica realtà siciliana e d’Italia che adotta il Metodo Abreu attraverso l’inserimento continuativo e costante di docenti direttamente provenienti dal Sistema venezuelano. Il nobile programma è finalizzato al sostegno e diffusione della legalità ed è rivolto essenzialmente a tutti i bambini/ragazzi a partire dall’età scolare fino all’adolescenza e all’età giovanile. I responsabili della Fondazione Città Invisibile, tra i quali la dottoressa Alfia Milazzo, si prefiggono di creare spazi di riscatto sociale. Ecco, il “riscatto sociale” è quello che manca alla stragrande maggioranza di noi siciliani: ci siamo sopiti nell'illusione che qualcun altro agirà per noi. E no! Se smettessimo di guardare attraverso le fessure delle persiane, potremmo essere siciliani che amano la nostra Terra. Amici corregionali non siamo e non dobbiamo essere questuanti, ma richiedenti di un diritto negato con l'avvento dell'Unità d'Italia: riappropriamoci della nostra Terra, della nostra cultura. Siciliani non si diventa, si nasce. E voglio invitarvi a prendere esempio dei bambini e ragazzi della Fondazione, che hanno trovato cittadinanza nella musica. Con garbo e professionalità, a loro viene offerta un'azione formativa e culturale di alto livello, fondata sull’insegnamento delle arti e della musica, non disgiunta da un percorso educativo o della legalità in funzione antimafia e di libera cittadinanza. Non per niente la loro Orchestra sinfonica e infantile si chiama “Falcone Borsellino”, per onorare due grandi Siciliani, che col loro sangue hanno scritto una delle più belle pagine della Storia della lotta alla mafia. In occasione dell'anniversario della strage di via D'Amelio a Palermo, ho assistito ad una loro performance e sono rimasto basito e rapito. Questa è la Sicilia che ammiro, che amo!

Foto © Giorgio Barbagallo

Ti potrebbe interessare...

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos