di Sara Donatelli - 30 settembre 2014
Trapani è una città piccola che si affaccia sul mare, ricca d'arte e di bellezze naturali. Ma pochi lo sanno. Molti conoscono Trapani solo ed esclusivamente per fatti ed eventi strettamente legati alla criminalità organizzata. E così ci si ritrova spesso a parlare di Matteo Messina Denaro, Vincenzo Virga e compagnia. Ma Trapani non è solo questo. Crescere a Trapani non è semplice, il lavoro è quasi inesistente, ogni giorno le piccole aziende chiudono o lottano tentando di restare in piedi dignitosamente. Crescere a Trapani non è facile perché chi è diverso "é tintu" o é strano, e dunque meglio evitarlo. Chi parla di legalità viene visto come un illuso che crede di cambiare le cose con la forza delle parole e delle azioni pacifiche. Molti giovani tentano di resistere a Trapani, lottando per farsi largo nell'ambiente lavorativo provando a non incappare nel lavori in nero, studiando e non ricorrendo alle solite sporche raccomandazioni.
Perché a Trapani spesso, quasi sempre, va avanti il figlio di, l'amico di, "u cumpare di". Ma Trapani non è solo questo, e non lo è maggiormente dal 5 gennaio del 2007. Chi vive a Trapani sa benissimo cosa significhi questa data: quella sera venne ucciso Antonino Via, freddato con un colpo di pistola mentre tre uomini tentavano una rapina a mano armata ai Magazzini Gea, luogo in cui il ragazzo lavorava. Antonino infatti, compresa la gravità della situazione, decide di andare in soccorso del collega, il responsabile dell'incasso della giornata che stava per essere brutalmente aggredito dai malviventi. Torna indietro Nino, decide di obbedire alla voce della coscienza, decide di seguire i valori di legalità ed onesta, forse consapevole dell'enorme rischio che stava correndo. Un rischio che lo porterà alla morte. Il 16 ottobre del 2012 due dei tre rapinatori sono stati definitivamente condannati a 26 anni di reclusione. Giustizia è fatta. Oppure no. Non si sa. Difficile saperlo quando si è consapevoli del fatto che una madre e un padre non possono più veder crescere loro figlio. Quel figlio che oggi, proprio oggi avrebbe compiuto 30 anni. E la famiglia Via, che nel frattempo ha dato vita all'associazione "Antonino Via-eroe contemporaneo" che ogni giorno collabora con il Movimento delle Agende Rosse Gruppo Rita Atria Trapani, ha deciso proprio oggi di festeggiare Antonino con il sorriso, con una festa che serve non solo a tenere vivo il suo ricordo ma anche e soprattutto per sbattere in faccia a tutti coloro che vivono la propria vita sull'onda dell'illegalità il fatto che i giovani onesti esistono, e che non bisogna farli eroi per ricordarlo. Ma premiarli ed incentivarli da vivi. Antonino è morto, ma non è morto e mai morirà il suo ricordo. Non è morto e mai morirà il suo esempio. Non è morto e mai morirà il suo sorriso. Auguri Antonino, orgoglio di quella piccola città affacciata sul mare.