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Martello-della-GiustiziaLettera aperta alla stampa
di Giovanna Maggiani Chelli* - 29 settembre 2014

Ritorniamo con insistenza sul caso Cristofaro Cannella, che tanta disperazione ha prodotto nella nostra vita.
Cristofaro Cannella detto Fifetto uno dei peggiori mafiosi del gruppo di fuoco di Bagarella, non condannato all’ergastolo per la strage di via dei Georgofili, perché a suo tempo non si potè provare essere presente la notte dei Georgofili nel centro storico di Firenze, condannato quindi a soli trent’anni e oggi forse pronto a tornare a casa è sempre, è stato il nostro cruccio più grande da sempre. Infatti, ecco le parole in Commissione antimafia il 5 Luglio 2102 di uno dei massimi Procuratori che si sono occupati della faccenda delle stragi del 1993:
 “”(…..) Le famose lettere di rivendicazione degli attentati le quali, nel corso dell’originaria indagine, vengono rintracciate essendo state inviate a Roma e a Milano a diverse testate di giornale. Spatuzza ha spedito quelle lettere e ci ha raccontato per filo e per segno come gli sono state date e come dovevano essere inviate. Lui però non le ha aperte, ma un altro uomo di Graviano, Cristoforo Cannella nella fattispecie. Quindi, siamo sempre in area intrinsecamente mafiosa. Sono lettere che sicuramente fanno scattare l’aggravante del terrorismo, perché parlano disinvoltamente di vite umane e di attentati nel senso più terroristico del termine.

Forse questi discorsi possono essere – me ne rendo conto – insoddisfacenti nella prospettazione, ma sono dati di prova che ci fanno poi approdare a quella vicenda che suggerisce le principali fantasie, la vicenda dell’Olimpico. Perché? Perché la vicenda dell’Olimpico ha in qualche modo temporalmente una sua collocazione un po’ eccentrica rispetto anche alla valutazione più complessa sul piano delle trattative, degli intrecci. C’entra meno dal punto di vista dei tempi; sembra in un certo senso più sganciata, pur essendo dal punto di vista dei contenuti la vicenda più grave, totalmente sganciata. Intendiamoci bene: richiama le lettere di rivendicazione che sono già dell’estate del 1993, per cui questa storia non viene in mente tutto ad un tratto”.
Ci troviamo quindi oggi davanti ad un fatto molto inquietante:

- CRISTOFARO CANNELLA detto Fifetto, uno degli uomini di Cosa nostra che sarebbe stato inserito nell’elenco dei mafiosi rei di strage eversiva, da usare nell’ambito del così detto "Protocollo Farfalla" – protocollo messo in atto per avere informazioni dai boss di Cosa nostra in carcere a 41 bis, è l’uomo che conosceva il contenuto delle lettere eversive spedite attraverso i massimi quotidiani dopo le stragi del 1993.
E’ chiaro che essendo coloro che abbiamo perso i figli in nome e per conto dell’annullamento del 41 bis, una forma di carcere sì  duro, ma necessaria per la mafia stragista, oggi ci preme sapere perché sono morti i nostri figli e perché tutta questa riservatezza per troppi anni, anche durante lo svolgimento dei processi stessi di Firenze, intorno a documenti importantissimi sdoganati solo per caso di questi tempi, per misere questioni politiche.
Ovvero scoperta di documenti relativi alle stragi del 1993, mai consegnati alla Magistratura e resi noti solo troppi anni dopo, quando ogni procedimento per strage al momento ci risulta chiuso nei Tribunali preposti ad indagare sui fatti del 27 Maggio 1993.
Indubbiamente Fifetto Cannella sulla strage di via dei Georgofili deve conoscere ogni cosa, come mai non parla in Tribunale ed è forse invece stato ascoltato negli anni  per vie traverse dietro compenso? E Gaspare Spatuzza cosa ancora non ci ha detto?
Forse è il caso di riaprire il Processo contro un uomo di Cosa nostra come Cristofaro Cannella, che è stato condannato a soli 30 anni per strage, anche perché l’azione penale per ora è ancora obbligatorietà della Magistratura, la giustizia può ancora fare il suo corso.

* Presidente
Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili

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