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radici resistentidi Lucia Castellana - 25 agosto 2014
Ci sono libri che prendi in mano per caso. Perché la copertina ti ha attratto in quel momento per il suo particolare colore. Per il loro titolo accattivante. Perché te li ritrovi semplicemente in mano. Che inizi per distrazione e che finiscono per acchiappare la tua attenzione.
Le eredità di Vittoria Giunti” è stato uno di questi. La piacevole scoperta di come, oltre gli esempi in negativo di amministratori e politici che il nostro presente ci offre, ci siano uomini e donne che in silenzio ci hanno regalato quelle conquiste sociali che oggi ci sembrano ovvietà.
E che quasi non sappiamo apprezzare.
Ci sono uomini e donne di cui la storia non ci parla e che comunque la storia l’hanno fatta. Con le loro scelte. Con il loro esempio.
Il regalo più nobile che Gaetano Alessi ci avesse potuto fare è proprio quello di presentarci una donna che, nel silenzio e nella discrezione, ha contribuito a scrivere un pezzo della nostra storia. Soprattutto offrendo il suo sostegno ed il suo incoraggiamento ai giovani.
Quando sento parlare di “buoni maestri”, ci spiega l’autore, penso subito a Vittoria Giunti, la migliore e più presente negli anni dei miei “buoni maestri”. È stata un dono. (…) Ciò che faceva di Vittoria una persona amata da tutti coloro che la conoscevano era la sua curiosità disinteressata, la sua fedeltà all’idea per cui aveva combattuto per tutta la vita: la libertà.(…) Lei ha fatto in modo che in noi scoccasse la voglia di essere “uomini degni di questo nome”. Il resto è solo una stretta conseguenza.

Attraverso queste pagine, Vittoria, donna schiva e che non ha mai scritto di sè, ci parla in un testo che ha anche il pregio di presentare il punto di vista di una donna non siciliana, un’intellettuale che entra, nei primi anni del dopoguerra, in rapporto con la Sicilia, con un piccolo paese come Raffadali.
Vittoria Giunti, partigiana, intellettuale, fra le fondatrici di Noi Donne, dirigente della Casa della cultura di Milano, amica di tanti intellettuali che hanno fatto la storia dell’Italia democratica, è anche la donna che lotta a fianco delle donne di Raffadali per la terra e per i diritti. Questa giovane donna, libera per nascita e per cultura, nata a Firenze e cresciuta a Roma, scienziata per formazione universitaria ed attitudine alla ricerca, umanista per animo e capacità dialettica, divenne il primo sindaco di Santa Elisabetta, piccolo comune a pochi chilometri da Raffadali. Proprio nella Sicilia del dopoguerra, proprio lei che era donna, comunista, che veniva dal “continente”, Vittoria Giunti divenne il primo sindaco donna della regione ed il terzo d’Italia.
Attraverso le parole di Vittoria, in un’intervista scambio con l’autore, si parla di fascismo, di resistenza, di lotta all’oppressore. Di emancipazione delle donne e di incoraggiamento ai giovani a lottare sempre per le proprie idee, rendendo questo libro uno strumento indispensabile alla memoria.
Per dirlo con le parole di Giorgio Santelli nella prefazione al libro, chi non riuscirà a conservare la memoria di quel che è stato non ha futuro. Un fiume non può vivere di soli affluenti se non ha più la sorgente, perché è spezzato e destinato ad essiccarsi, oppure a ingigantire il suo letto solo in caso di forti piogge, portando però troppe volte con sé distruzione. Se non custodisci gli argini, se non lo tieni pulito, se non lo difendi, lo perdi per sempre. Il fiume della memoria funziona nello stesso modo. Questo libro è uno dei tanti rivoli che compongono la sorgente. Finchè esistono la memoria resiste e con lei resiste il futuro.
Ed è per fare questo che l’autore gira col tour “Radici resistenti” tutta l’Italia presentando questo libro, proponendo la figura di questa grande donna e rilanciando in una società che arranca ideali di democrazia e libertà. Di fiducia e desiderio di lotta per la costruzione di una realtà migliore.
Uno dei modi per prestare fede alle aspettative di Vittoria e a quella promessa che, come ci spiega Gaetano, ha sancito la nascita di questo libro.
Cercai in tutti i modi di farla parlare di lei. Ad ogni mia richiesta si opponeva un garbato rifiuto. Fino a che un giorno mi volle vedere per propormi uno scambio. “Vieni a trovarmi e parliamo un po’, ma in cambio dai la possibilità a tutti di trasmettere le proprie idee: fonda un giornale. Ad Est nasce così.
Le eredità di Vittoria Giunti sono giovani che lavorano per costruire progetti per il futuro. (…) E’ stato sì un movimento culturale di contrasto alla mentalità mafiosa, ma è stato soprattutto il tentativo materiale di creare per tutti un posto più decente in cui vivere. L’eredità di Vittoria Giunti ci insegna che le idee aiutano a vivere, ma trasformarle in realtà è qualcosa di “rivoluzionario”.
Quanto oggi proviamo ad essere rivoluzionari? A mantenerci all’altezza delle nostre idee? A non arrenderci?
Quanto, da adulti, riusciamo ad essere dei buoni maestri per dei giovani disorientati da una realtà che non offre certezze?
Quanto, da giovani, riusciamo a sceglierci dei buoni maestri senza lasciarci distogliere da millantatori di verità e facili vantaggi?
Il tour di Radici Resistenti e Vittoria Giunti arrivano in Sicilia il prossimo fine settimana:  il 28 Agosto ad Alimena (Pa), il 29 ad Aragona (Ag) ed il 30 a Cianciana (Ag).
Ad Aragona ne parleranno, insieme all’autore Gaetano Alessi, l’avv. Ausilia Eccelso e Simone Cappellani (Agende Rosse Paolo Borsellino - Palermo), nella cornice dei quadri dell’arch. Accursio Vinti.
L’appuntamento si svolgerà alle h 19.00 presso il palazzo del principe Naselli di Aragona.

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