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casablanca-n34di Graziella Proto - 2 maggio 2014
Nessuno stia sereno… nessun dorma.
Un pomeriggio particolare organizzato dall’Anpi di Catania - il 24 aprile scorso - durante il quale i giovani catanesi hanno ascoltato i racconti e le testimonianze di Nicola Di Salvo, conosciuto con il nome di battaglia - Corsaro - Antonino Mangano - Mitraglia - e Salvatore Militti - Smith. Solo alcuni dei nostri Partigiani. I sopravvissuti. D'altronde sono passati 66 anni.
I nostri Corsaro, Mitraglia e Smith stanno seduti dietro il tavolo della presidenza come investiti da una situazione difficile da risolvere. Problematica. Con la faccia impaurita e impacciata. Hanno 66 anni in più sulle spalle.
L’atmosfera gradevole, a volte emozionante, serena, piacevole. Dopo una manciata di minuti il più anziano di loro, Smith, sembrava un ragazzino discolo e incontrollabile, raccontava, riportava, riferiva… Non si fermava più, ad un certo punto perse il filo, si fermò. Guardava la platea come se chiedesse aiuto "… scusate disse, è che stanotte sono scivolato in bagno…".
Una semplicità sconvolgente. Eppure lo stesso uomo, su al nord, è stato un partigiano valoroso. Uno di quelli che organizzavano la guerriglia contro i tedeschi. Che ha combattuto contro il nazifascismo. Ha camminato senza scarpe, non ha mangiato per giorni… ha fatto la guerra. Quella guerra che oggi con la sua semplicità fanciullesca racconta ai giovani.

E mentre li ascoltiamo con un certo brivido di emozione, su uno schermo passano le immagini di tanti partigiani: giovani, armati, spavaldi, allegri. Affrontavano la morte guardandola negli occhi. E tante storie più o meno tristi si accavallano.
Niente scivolamenti sul dolore. I nostri partigiani, di ogni colore politico, di ogni angolo remoto dell’Italia, uomini e donne, sono stati grandi, ci hanno regalato l’Italia democratica senza sconto di sacrifici e vite umane. Una storia sintetizzata nella nostra Costituzione. Grazie!
Laddove è ancora possibile, ascoltiamoli, coccoliamoli, viziamoli, le cose che rivelano solo loro le conoscono e le possono raccontare. Accettiamone il testimone. Senza divisioni nord, sud, centro. Difendiamo tutto ciò che hanno costruito con sacrificio. Sono le nostre radici, non tagliamole… garantiamole, se necessario raddrizziamole semplicemente.
La Resistenza! Il suo prodotto, la nostra Costituzione (scritta col sangue dei nostri nonni - so già…retorica…).
La sua attualità nei principi fondamentali. L’insopportabile supponenza di tutti coloro che l’aggrediscono perché vecchia. Gli stessi a cui non viene in mente la parola “disapplicata”. Quelli che conoscono solo F35, F24, mercati, governabilità… Gli stessi che accusano di populismo qualsiasi intervento contro i loro interessi e a favore del “popolo”, proponendo e promovendo svolte autoritarie e populistiche sottoforma di nuovi valori: la comunicazione, la fretta, la stabilità… Gli accordi fuori dalle sedi istituzionali. Il nuovo che avanza (?).
Nessun conservatorismo, ma, per cortesia, si impieghino i giusti canali, quelli istituzionali, costituzionali e democratici… già la DEMOCRAZIA!
No le primarie, la democrazia. No i sondaggi elettorali, la democrazia. No la riduzione di spazi di partecipazione, la democrazia.
La nostra, povera, martoriata democrazia ridotta a un triste, sciatto, scolorito, sbrindellato “cencio” dai mercati.  
I mercati come fosse il verbo. Il vangelo. I mercati dettano leggi, i politici, fottendosene delle persone che li hanno votati e delle problematiche che avrebbero dovuto risolvere, officiano. Un bel paradigma! Niente anima, vita, sogni, fantasie, progetti… futuro.

"… il liberalismo è di destra, oggi va bene anche per la sinistra…” diceva Gaber tanti anni fa, ed io mi sono offesa e incazzata contro quel cantante profetico.

Lorsignori di ieri e di oggi, l’Italia non è un’azienda, non può essere solo un grande mercato dove l’uomo con i suoi problemi e le sue aspettative e le sue speranze non vale nulla. C’è stata la Resistenza, ci sono stati i partigiani. Non tutti partirono subito. Non tutti insieme. C’è voluto del tempo per capire e attrezzarsi. Vero, la gente è stanca. Non sopporta più questa carestia di giustizia sociale, di occasioni ed opportunità. Conosco gente che è affamata, senza futuro, quasi impedita nel pensare al domani.

Dobbiamo parlare fra noi, chi capisce di più deve spiegarci meglio, incanalare la nostra rabbia, organizzare le nostre esigenze…
Nessuno stia serena, ci saranno i nuovi partigiani.

La linea di demarcazione tra sinistre e destre esiste. Bisogna riportarla alla luce. Farla scoprire.

Scarica il nuovo numero di Casablanca: lesiciliane.org/casablanca.html

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