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manca-famigliadi Monica Capodici - 8 febbraio 2014
Luci puntate a Corleone, sul laboratorio della legalità con: la famiglia Manca, il sindaco Lea Savona, il Presidente del laboratorio Calogero Parisi, i portavoce dell’associazione Cittadinanza per la Magistratura, Linda Grasso portavoce di Antonio Ingroia, legale della famiglia Manca, il caposcorta del Giudice Nino Di Matteo, Saverio Masi, lo scrittore e giornalista Luciano Mirone, autore dell’ultimo libro che parla della vicenda di Attilio, “Un suicidio di mafia”, Luciano Armeli Yapichino, autore del secondo libro di Attilio “Le vene Violate”, la testimone di giustizia Valeria Grasso, il presidente dell’ A.N.A.A.M. Stefano De Barba e per finire presenti in sala anche alunni della scuola Agraria di Corleone, con la moderazione di Monica Capodici, consigliere dell’A.N.A.A.M. A tre giorni dalla commemorazione del 10° anno della morte di Attilio viene intitolata, proprio in un bene confiscato a Bernardo Provenzano, una stanza: la stanza di Attilio.

Ormai si parla sempre più spesso dell’Urologo Dottor Attilio Manca “suicidato” dalla mafia.

Vari interventi, uno dietro l’altro, con un susseguirsi di emozione e gioia, parla Angela mamma di Attilio, visibilmente commossa, dice: Attilio oggi è più vivo che mai,  grazie alla rete e a tutte le persone che mi seguono, stanno vicini a me ed alla mia famiglia nel chiedere la verità su mio figlio. So che arriverà, pensavo di essere sola all’inizio di questo tortuoso cammino, ma non è così, ci siete voi, che mi date tanto coraggio, ogni giorno.

Il sindaco Lea Savona spiega quanto sia importante per lei la giornata di oggi e che Corleone sta rinascendo da un sistema corrotto, difficile da estirpare, ma che un passo alla volta si potrà liberare da questo male, che non è incurabile.

I giovani sono attenti al racconto straziante di Gianluca Manca che spiega dettagliatamente le ore successive al ritrovamento di suo fratello. Gianluca approfondisce il  meccanismo non chiaro dietro tutta la vicenda e conclude raccontando quanto sia stato difficile per lui e la sua famiglia mostrare nei giorni scorsi a distanza di dieci anni le foto di Attilio, del corpo tumefatto e delle percosse che hanno preceduto la morte, chiaramente visibili dalle foto.

"La morte di Attilio è avvenuta in una regione dove la mafia è sbarcata da alcuni anni e la massoneria comanda indisturbata", queste le parole pronunciate da Angela Manca, citate nel breve intervento di Luciano Mirone.

Di seguito la testimone di giustizia Valeria Grasso, partendo dalla sua importante esperienza, si rivolge ai ragazzi raccontando le sue difficoltà e la sua lotta di ogni giorno, Valeria spiega che se fosse necessario lo rifarebbe mille volte per l’amore di restituire ai giovani (i suoi figli compresi) una terra splendida, onesta e pulita dove nessuno si deve vergognare di farne parte, con forza afferma: io sono fiera di essere Siciliana e di aver conosciuto in tutti questi anni persone splendide che mi supportano, perché il bene c’è ed è tanto. Basta volerlo, a voi ragazzi dico: non tornate a casa con un messaggio di rabbia della giornata di oggi, ma con un messaggio di coraggio e forza, io i frutti li ho raccolti, è passato del tempo, ma li ho raccolti.

Adesso la targa è esposta al secondo piano del Laboratorio della legalità di Corleone, in quella che da oggi si chiamerà “la stanza di Attilio”.

Grazie alle persone oneste oggi Attilio vive più che mai.

In foto la famiglia di Attilio Manca, da sinistra: Gianluca, Angela e Gino Manca

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