di Marco Rizzo - 4 febbraio 2014
Rino Giacalone (in foto), collaboratore di Articolo21, si è beccato l’ennesima querela. Stavolta l’autore non è un politico o un imprenditore, ma la vedova di Mariano Agate, la signora Rosa Pace. Agate era il capomafia di Mazara del Vallo. Rino è “colpevole” di avere offeso l’uomo d’onore morto lo scorso aprile in un coccodrillo che ne elencava la carriera criminale e accennava a delle scatologiche tipicità (malitalia.it/2013/04/don-mariano-agatee-arrivato-al-capolinea) un po' come quelle che ricordava Peppino Impastato, quando gridava e scriveva che "la mafia è una montagna di merda". La vedova Agate ha querelato il giornalista e il pm della Procura di Trapani Franco Belvisi lo ha indagato e si appresterebbe a chiedere il processo.
L'avviso di conclusione indagini è già stato notificato a Giacalone, assistito dall’avv. Carmelo Miceli, che ha chiesto di essere interrogato. Per la cronaca, la signora Pace è quella che commentò la scelta del vescovo Mogavero di negare il funerale religioso ad Agate definendola “Una mera propaganda giustizialista che ha fatto di me e della mia famiglia carne da macello… non ha sentito la necessità di esercitare il ruolo di Pastore di Anime, e di seguire i mirabili comportamenti manifestati da giusti Rappresentati della Chiesa come Padre Puglisi, che ha veramente dedicato la propria vita alla fede ed ai fedeli. (…) [il pentimento religioso di Agate in punto di morte] è un vero pentimento… Essere un collaboratore di giustizia non è e non sarà mai condizione necessaria del pentimento morale o religioso”. Verrebbe da dire che il mondo va al contrario, se la carriera di un mafioso scritta nelle cronache non scatena querele, mentre altri riferimenti sì.
Tratto da: articolo21.org
Di fronte alla gravità della querela della signora Pace non possiamo che manifestare tutta la nostra solidarietà a Rino Giacalone nella speranza che un giudice dalla coscienza pulita possa porre rimedio a questo obbrobrio degno di “mafiopoli”.
La Redazione