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ciancimino-massimo-web2131 gennaio 2014
Massimo Ciancimino commenta l'intervento del falso pentito Vincenzo Scarantino negli studi televisivi di Servizio Pubblico e il successivo arresto. Il figlio di don Vito, testimone e imputato al processo per la trattativa Stato-mafia, si sofferma poi sulla sua situazione personale, inclusa la scelta di consegnare dieci milioni di euro alla Procura di Palermo.

Che storia, non potrà mai finire, ovunque scavi trovi solamente m.... - scusate - ieri mi sembrava che avesse dato una pista da seguire sul possibile autore degli appunti a margine dei suoi scritti, il "personaggio" era nella stanza degli interrogatori, perizie calligrafiche, come giustamente osservato dal direttore Mulè, avrebbero potuto dare un nome ad uno dei suggeritori non ancora identificato, o quantomeno a noi ancora sconosciuto. L' arresto a fine trasmissione (per presunta violenza)... non conosco i fatti, ma nessuno ne aveva mai sentito parlare.

E' stato riconosciuto dalla presunta vittima guardando la trasmissione? Difficile, portava una maschera in volto. Non so da quanto tempo potesse essere stato disposto il fermo dal Gip di Torino, ma nessuno lo cercava? Possibile, ma dove viviamo? Possibile che dopo i video trasmessi in anteprima non fossero andati a prenderlo? Ma poi - c....! -, la polizia non lo trova e Dina Lauricella - la giornalista che ha intervistato Scarantino, ndr - sì! Capite per chi come me è parte vitale di questo attacco a poteri che continuano a gestire un sistema corrotto e colluso con estrema prova di forza e sfacciataggine possa vivere il tutto. Sono sempre più scoraggiato. Anche il mio gesto di voler mettere a disposizione somme nella mia disponibilità non è stato facile, avrà tanti effetti nocivi, penseranno che ne ho cento, mille. Credetemi, se ho preso questa scelta è perché sono accerchiato: non vivo più, non esco, limito i miei spostamenti, ciononostante con la scusa della ricerca del tesoro - sono passati 30 anni dal suo inizio, nel 1984, con l'arresto di mio padre - mi massacrano giorno dopo giorno, tormentano chi mi sta accanto, quei pochi amici che ancora dopo tanti controlli continuano a darmi una mano, tutti i miei familiari, un ricatto continuo, un massacro perpetuato con abile strategia intenta nel dissuadermi da rendere dichiarazioni in aula al processo trattativa. Sono stanco. Ieri, dopo l'ennesimo attacco a persone a me care, ho preso questa decisione. Spero possa servire alla serenità di chi mi sta accanto. Io la mia l'ho già persa da tempo, credetemi, non avrò mai più la possibilità di ritrovarla.

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