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alfano-angelino-verticaldi Pippo Giordano - 7 dicembre 2013
Mi spiace leggere sul sito di AntimafiaDuemila che Salvatore Borsellino ritenga di essere stato preso in giro da Angelino Alfano sull'assegnazione del ‘bomb jammer’ al PM Nino Di Matteo. Io non sono affatto meravigliato, né risentito, per il semplice fatto che la “calata” a Palermo del ministro Alfano mi è sembrata anomala e quindi sono rimasto impassibile. Anzi direi freddissimo. Sono alcuni anni che “seguo” Angelino Alfano, specialmente da quando divenne ministro di Giustizia.

Alfano si è distinto per il fragoroso silenzio adottato sulle ignobili parole pronunciate nel corso del tempo da Silvio Berlusconi all'indirizzo di tutta la magistratura: ‘Ci sarebbe da chiedere una commissione parlamentare che faccia nomi e cognomi e dica se, come credo io, c’è una associazione a delinquere nella magistratura’, i giudici sono ‘persone mentalmente disturbate, altrimenti non potrebbero fare quel lavoro’ e ‘La vera anomalia italiana non è Berlusconi ma sono i pm comunisti’.
Più volte ho “attaccato” duramente Alfano proprio per il suo silenzio, poiché ritenevo che, soprattutto come ministro di Giustizia, avrebbe dovuto essere vicino ai Magistrati offesi e vilipesi da Silvio Berlusconi. Mi dannavo l'anima quando il ministro Alfano adottava un fragoroso silenzio alle parole meschine e volgari di Mister B, dirette ai Magistrati, offendendo persino la memoria di chi aveva perso la vita per questo Paese. Io non dimentico nulla e non posso dimenticare che i silenzi di Alfano, mio corregionale, mi ferivano più di un colpo di lupara: non riuscivo a comprendere l'astio, l'odio verso una categoria che garantiva, seppure con alcune lacune, lo Stato di diritto. E quindi non gioisco affatto di Alfano che finalmente “cala” a Palermo per portare solidarietà a Di Matteo e a tutti i magistrati siciliani, oggetto di gravi minacce. Non sono per niente euforico, perché questo fa parte del suo compito ministeriale. Ma faccio notare che le minacce ai magistrati siciliani non sono pervenuti l'altro ieri. Rilevo, quindi, un allarmante ritardo nell'affrontare la sicurezza dei magistrati impegnati in prima linea nel processo sulla trattativa Stato-mafia e in quello della strage di via D'Amelio.
Non riesco a capire il nuovo Alfano che ritrova la voce, immediatamente dopo aver staccato la spina al Curtu di Arcore. Ma perché quando mister B accusava i giudici di essere mentalmente disturbati non sentì il dovere d'Ufficio d'intervenire a favore dei Magistrati? E non sentì l'impulso di difendere almeno i Magistrati uccisi, sia dalla mafie che dal terrorismo? No! Nulla di tutto questo.
Rivedo il politico Alfano manifestare in pompa magna, insieme al altri parlamentari del Popolo della Libertà, innanzi ad un Tribunale italiano. Manifestazione palesemente contro lo Stato di diritto e la Legalità. Ora, da ministro dell'Interno “cala” a Palermo e fa delle promesse. E intanto il fratello del giudice Paolo Borsellino, assassinato insieme ai miei colleghi, si sente preso in giro. Io no, perché in tantissimi anni di carriera, di queste promesse vuote ne ho sentito a iosa.
Pertanto, ministro Alfano, mi smentisca: fatti e non parole. I Magistrati di questo Paese sono persone serie, come lo è la lotta alla mafia. In tanti, in passato, hanno dimostrato poca serietà e lo dimostra il sangue versato. Ministro Alfano, la prego, operi affinché non una sola goccia di sangue venga mai più versata: le sarò eternamente grato.

ANTIMAFIADuemila
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