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alitalia-aereodi Barbara Cinel - 26 settembre 2013
Un ometto ipocrita ed egoista usava ,cinque anni fa, l’affare Alitalia per vincere una campagna elettorale facendo leva sulla dabbenaggine dei più: riuscì a convincere la maggior parte degli italiani che Alitalia non doveva essere venduta all’Air France e Klm (che l’avrebbero acquistata per 1,5 miliardi accollandosi anche i debiti) perché, diceva, bisognava salvare l’intoccabile italianità della nostra Alitalia. I “pirla” degli italiani che ci credettero e lo votarono gli consentirono così di compiere un’operazione indegna di un uomo che possa definirsi politico: 1) costrinse alcuni amici definendoli “capitani coraggiosi”, un nome e un epiteto che avrebbero condotto un qualsiasi popolo, ma non il popolo italiano che accolse con felici gridolini, a deridere Berlusconi; 2) diede la polpa buona dell’Alitalia agli stessi “capitani” che la spolparono riducendola allo stato in cui è ora; 3) accollò i debiti dell’Alitalia agli italiani che ancora impegnati nei ridolini non si accorsero del bidone.

Quello sporco giochetto, in nome del solito egoismo insaziabile di Berlusconi, è costato la perdita di migliaia di posti di lavoro ad assistenti di volo, piloti e personale vario, nonché un carico di sofferenze umane inenarrabile da parte di chi si trovava a non aver più una paga con cui sfamare i figli. D’altronde, la capacità dell’ometto di servirsi delle disgrazie altrui, indifferente a ogni altrui dolore, si rivelò in tutta la sua spietatezza anche con l’esperienza del terremoto in Abruzzo che divenne un palcoscenico da cui dispensare false promesse e sorrisi ebeti.
Risultato?
Oggi svendiamo Alitalia agli stessi acquirenti di cinque anni fa, l’Air France, per 150 milioni anziché 1,5 miliardi (quanti ne perdiamo?) , ma il costo; sia umano in termini di perdita del lavoro sia di sofferenza non potrà mai essere ripagato. D’altro canto siamo quelli che si ritrovano Telecom venduta agli spagnoli nell’insipienza di una classe dirigente inerme e che fa finta di non sapere ciò che le accade intorno. Io, a questo punto, non ce l’ho solo con Berlusconi (di cui non riesco più a sopportare nemmeno il suono della voce) ma, e forse soprattutto, con gli ignoranti (nel senso vero del termine) che continuano a votarlo e a causa dei quali devono patire anche tutti gli altri.
Barbara Cinel – Conegliano Veneto

Tratto da: azionecivile.net

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