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mafia-worldL'analisi della mafia all'estero di un nostro giovane collaboratore
di Domenico Ferlita - 15 luglio 2013

Il fenomeno mafioso, ha origini antichissime. Se ne sente già parlare nel lontano ‘800 come conseguenza del brigantaggio in Sicilia, ma non è stata destinata a rimanere in Italia. Le sue ramificazioni si estendono anche negli Stati Uniti, dove durante il processo al primo pentito della mafia italoamericana Joe Valachi,  venne data la denominazione di “Cosa Nostra”.
In Italia, le principali organizzazioni criminali si concentrano nel Meridione anche se, nel corso degli anni si è diffusa in vari paesi del Nord. Tra le varie organizzazioni presenti, vi sono la ‘ndrangheta in Calabria, la Camorra in Campania, la Sacra Corona Unita in Puglia e Cosa Nostra in Sicilia.
Tali organizzazioni, si differiscono per il tipo di attività illecite svolte che vanno dalla prostituzione al traffico di stupefacenti, alle bische clandestine, all’estorsione e al traffico di armi.

Il termine Cosa Nostra, viene usato soprattutto dai cosiddetti uomini d’onore per indicare che “gli affari”, vengono fatti per nome e per conto di una cosa sola. Una vera e propria istituzione basata sul rispetto reciproco tra gli appartenenti dell’organizzazione.
Come disse il pentito Tommaso Buscetta al giudice Falcone nel 1984, “ Cosa Nostra è come una chiesa, alla base vi sono i soldati che si organizzano in dicine, comandati dai capidicina che costituiscono le colonne che hanno il compito di reggere la cupola”.
Numerose sono state le istituzioni che in parte hanno sconfitto la mafia, con l’intento di sgominarla definitivamente prima del suo diffondersi.
Ormai da anni sia Cosa Nostra che la ‘ndrangheta hanno preso piede anche al Nord per estendere i suoi affari ed incrementare i guadagni che vanno dai 105 miliardi di euro ogni anno.
L’organizzazione calabrese si è spostata addirittura in Australia, in Canada e in Germania, luoghi favorevoli per i sequestri di persona e la coltivazione di Marijuana a scopo di spaccio.
“Il contagio delle 'ndrine va da Rosarno all'Australia, da San Luca a Duisburg. Molecole criminali che schizzano, si diffondono e si riproducono nel mondo. Una mafia liquida che si infila dappertutto, riproducendo, in luoghi lontanissimi da quelli in cui è nata, il medesimo antico, elementare ed efficace modello organizzativo. Alla maniera delle grandi catene di fast food, offre in tutto il mondo, l'identico, riconoscibile, affidabile marchio e lo stesso prodotto criminale” – ha commentato in una relazione del 2008, il Presidente della Commissione parlamentare antimafia, Francesco Forgione.
Negli ultimi anni, le rotte del narcotraffico, si sono spostate in Africa, mentre rimane più controllato il traffico diretto Europa-Sud America. Da non dimenticare i trasferimenti di capitali da parte delle cosche calabresi in Austria e in Svizzera.
Sempre più frequenti sono i rapporti che intercorrono, invece tra le organizzazioni mafiose presenti in Italia. Numerose sono state, infatti le collaborazioni con la mafia siciliana e la camorra napoletana. Tali rapporti si sono rivelati senza ombra di dubbio utili per rafforzarsi e ingigantire i confini per aumentare i loro giri d’affari. Causa principale della diffusione della mafia in Italia, sono anche i rapporti con uomini politici ritenuti i maggiori favoreggiatori degli uomini d’onore.

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