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di-girolamo-giacomo2di Carmelo Di Gesaro - 6 giugno 2013
Ho letto con enorme stupore che l’intera “comunità di Marsala” si sarebbe rivolta ad un tribunale per tutelarsi da azioni lesive all’immagine dell’amministrazione dovute all’attività di informazione che un direttore “rompicoglioni” in questi anni avrebbe portato avanti.
Ho letto pure con piena amarezza che quel direttore è una giornalista che da tanti anni si espone, anima e corpo, per una giusta causa; l’amore per la sua professione e la dignità con cui la porta avanti.
Poi se quel direttore è Giacomo Di Girolamo allora mi rendo conto di quanto sia assolutamente assurdo sparare un colpo di querela nei suoi confronti. Se di una cosa sono certo è che la qualità delle informazioni che ha sempre pubblicato è figlia dell’onesto lavoro di un professionista serio ed informato sui fatti. E se c’è anche la possibilità che questo si possa sbagliare, c’è anche la garanzia dell’assoluta buonafede e dell’onestà intellettuale che lo contraddistingue.

Ed è forse l’onestà intellettuale a far paura a questa classe dirigente, il fastidio che qualcuno possa agire in assoluta libertà. E’ il diniego dell’intelletto altrui che si materializza è diventa problema da arginare a prescindere dalla bontà del lavoro portato avanti.
Ormai ci siamo abituati, è accertato che arrivino più querele che lettere anonime. I blogger ed i giornalisti sono oggetto di continue pressioni, l’obiettivo è sempre lo stesso, alterare o limitare il proprio raggio d’azione a tutti i costi, anche quello di perdere qualche soldo in una disputa legale senza senso.
L’abbiamo visto con Sergio Nazzaro che per anni è stato bersaglio di minacce in carta bollata che poi si sono concluse con 3milaeuro di risarcimento per le spese legali e lo stress d’essere additato come schizofrenico della parola.
Oggi però risulta intollerabile anche la sola idea che una amministrazione intera voglia negare ad un giornale e ad un giornalista il diritto di fare delle domande e di informare delle risposte i propri lettori. E’ assolutamente sproporzionato solo pensare di voler porre limiti, in nome di una immagine, che ad onor del vero, storicamente non è mai stata lesa dagli articoli di un giornale, ma dalla cattiva opera dei propri amministratori.
E dunque cari amministratori, passatevi una mano sulla carta bollata e rifletteteci bene prima di adire azioni legali contro chi si avvale di un diritto previsto dalla nostra costituzione e che, a prescindere dall’antipatia personale, esercita un diritto dell’esistenza, quello di pensare con la propria testa.
Ciao Giacomo, fascioemartello.it è con te.

Tratto da: fascioemartello.it

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