Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

di-matteo-nino-c-giannini-webda palermo. blogsicilia.it - 4 giugno 2013
“Istituire delle zone rimozione nei posti frequentati dal giudice Di Matteo”. E’ la richiesta avanzata dal parlamentare regionale del Movimento Cinque Stelle, Giorgio Ciaccio, in una lettera aperta indirizzata al sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, e al comandante della polizia municipale Enzo Messina
. Ciaccio si “spoglia” del ruolo di deputato e da semplice cittadino chiede misure di precauzione per tutelare l’incolumità del pm di punta del processo sulla trattativa Stato-mafia.

Nino Di Matteo, da qualche tempo a questa parte, è il destinatario di lettere intimidatorie da parte di un anonimo che sembrerebbe conoscere tutti i suoi spostamenti. “Le minacce al magistrato di Palermo Di Matteo e i buchi neri nella sua protezione – scrive Ciaccio – sono qualcosa di disarmante e preoccupante, che non possiamo ignorare. Non possiamo cadere sempre nella solita indifferenza, nel solito silenzio che troppo spesso ha ucciso tanta gente, colpevole soltanto di fare il proprio lavoro. I fatti di oggi portano la mia mente a 21 anni fa, a quel tremendo 1992 palermitano. L’isolamento è la cosa peggiore che possa capitare ad un servitore dello Stato. Chi è lo Stato? Come cittadino mi sento di dover fare tutto quello che è nelle mie possibilità per proteggere chi, con coraggio, sta sostenendo il peso della ricerca della verità delle stragi del 1992-93 e di un pezzo importante di storia d’Italia”.

“Troppi silenzi, troppa omertà, troppa indifferenza – prosegue Ciaccio – forse perché qualcuno nelle istituzioni teme quello che potrebbe emergere, quello che sta venendo fuori. Ma non possiamo lasciare i magistrati soli in questo percorso, perché li trasformeremmo inevitabilmente in martiri. Dobbiamo dire basta, dobbiamo rompere questo silenzio assordante che copre tutto, anche le innumerevoli richieste d’aiuto che la nostra terra quotidianamente emette. Detesto l’antimafia parolaia, quella dei politici e delle istituzioni, presente solo durante le commemorazioni. E poi? Oggi tutta la cittadinanza chiede alle istituzioni di essere presenti, di non abbandonare chi quotidianamente cerca di affermare principi di verità e giustizia. Ognuno di voi, oggi, può dare un segnale serio e forte a tutto ciò. Avete la possibilità di far capire che le istituzioni ci sono e che non stanno ferme ad aspettare l’ennesima strage”.

Secondo Ciaccio “basta poco per colmare le gravi mancanze di uno Stato assente”. Ecco perché lancia un appello alle massime istituzioni cittadine di Palermo: “Vi chiedo a nome di tutta la collettività d’installare opportuni cartelli di zona rimozione – attualmente assente, così come non c’era in via D’Amelio, dove abitava la madre di Paolo Borsellino – nelle zone di frequentazione abituale del magistrato. Chi non è colluso deve metterci la faccia e la voce e far seguire atti coerenti all’interno delle istituzioni. Noi ci siamo, adesso tocca a voi”.

Tratto da: palermo.blogsicilia.it

Foto © Castolo Giannini

Ti potrebbe interessare...

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos